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Maria Chiara, un anno da matricola

30 giugno 2025

Maria Chiara, un anno da matricola

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Il passaggio dalla scuola superiore all'università è un periodo caratterizzato da grandi cambiamenti e nuove scoperte, che possono avere un forte impatto per alcuni studenti.

Essere una matricola, può significare infatti essere un poco disorientati, tra dinamiche sconosciute - nuove materie, docenti e modalità di studio - ma, al tempo stesso, essere immersi in un nuovo ambiente ricco di opportunità, stimoli ed esperienze nuove da vivere.

È per questo che a qualche mese dall’inizio dell’avventura accademica, ogni matricola descrive e racconta la propria esperienza in modo differente, con parole diverse che possono rievocare sentimenti contrastanti, dall’entusiasmo, alla curiosità, alla preoccupazione.  

Sono parole che rispecchiano indubbiamente un gran sicurezza, per esempio, quelle di Maria Chiara Alimenti - matricola della Facoltà di Medicina e chirurgia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, campus di Roma - che a commento del suo primo anno in università dice: «Sono stati mesi molto impegnativi e pieni di cambiamenti. Non posso certo dire di sentirmi una persona totalmente diversa rispetto a un anno fa, ma penso di essere cresciuta tanto ed essere più consapevole di me stessa, delle mie potenzialità e delle mie fragilità. Emotivamente non è stato immediato l’adattamento a un ambiente nuovo, ma più che difficile direi stimolante verso nuove prospettive proiettate sul futuro» mentre - per quanto riguarda l’aspetto didattico e di studio - afferma: «non è stato un salto troppo difficile, essendo già abituata a lavorare e impegnarmi molto per raggiungere i miei obiettivi e avendo acquisito già alle superiori un metodo di studio solido».

Maria Chiara in merito ai corsi e a tutte le lezioni seguite, che cosa hai apprezzato particolarmente da neo-studentessa universitaria?
«È sicuramente un percorso di studio impegnativo, non solo dal punto di vista didattico, ma anche a livello emotivo. Al tempo stesso però, ammetto, che formarmi in un ambito del genere mi stimola e incuriosisce ogni giorno di più, tanto che – a un anno dalla mia immatricolazione – posso affermare tranquillamente che risceglierei questa strada mille volte. La didattica, la ricerca e la cura della persona sono le fondamenta dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e del Policlinico Gemelli e - insieme a valori come solidarietà, accoglienza, impegno e dignità della persona - ci vengono trasmessi costantemente con ogni materia affrontata e studiata».

Perché hai scelto di studiare medicina e perché hai deciso di immatricolarti in Cattolica?
«Studiare medicina è stata per me una scelta piuttosto naturale. Ritengo che prima ancora dell’interesse verso determinate discipline, debba esserci uno spirito incline al sostegno e alla vicinanza per intraprendere un percorso universitario come questo. Io credo di essere infatti una persona molto empatica, sempre disponibile all’aiuto, all’ascolto, alla cura. Sicuramente anche la storia personale influisce su scelte determinanti come questa, ma per lo più direi che è l’animo, l’indole e la personalità a pesare maggiormente».

Tu Maria Chiara hai fatto il liceo classico, c’è qualcosa che hai particolarmente apprezzato da matricola universitaria rispetto a quando eri una studentessa liceale?
«Sicuramente il mondo universitario è molto diverso da quello della scuola superiore di secondo grado. A prescindere dall’impegno didattico e dalla mole di lavoro, credo che sia un passaggio che richieda tanta responsabilità e consapevolezza. Se da un lato l’università ti aiuta anche nel passaggio graduale, dall’altro ti mette anche davanti un mondo nuovo, sconosciuto, da cui imparare tanto. Io in particolare, da quando sono una studentessa universitaria, apprezzo molto il poter organizzare, come meglio credo, il mio tempo di studio e svago, da ciò, conseguentemente, si imparare a gestire la propria vita in ogni suo aspetto. Un’altra cosa che mi entusiasma è che, quando entri in università, hai veramente la possibilità ogni giorno di incontrare e conoscere nuove persone».


Anche andare a risiedere in collegio, nel tuo caso il San Luca - Barelli, lasciando la tua città, Rieti, la tua famiglia, la tua casa e tutte le tue abitudini, penso sia stato un notevole cambiamento...
«Sì, certo, sicuramente il collegio è stato un cambiamento importante nella mia vita. Non avevo particolari aspettative o pretese, e sono rimasta più che sorpresa. Confrontandomi anche con altri compagni di corso e amici mi rendo conto di quante possibilità e vantaggi mi abbia dato e mi stia dando la vita in collegio. Oltre agli aspetti pratici – come, ad esempio, la vicinanza all’università - la realtà del collegio mi ha permesso di conoscere molte ragazze, con le quali ho instaurato fin da subito rapporti veri e profondi. Il collegio ti offre inoltre tante belle occasioni e opportunità che esulano dallo studio e che ti permettano di vivere, più serenamente, questi anni impegnativi di studio».

Ti riferisci a qualche iniziativa e attività in particolare?
«Durante l’anno ci sono due eventi principali che coinvolgono tutte le Residenze e i Collegi del campus di Roma della Cattolica: la Panendorata, a dicembre, e le Collegiadi a maggio. Due esperienze molto diverse tra loro che permettono di conciliare abilità, talenti e inclinazioni di ognuno, una a sfondo musicale e una prettamente sportiva. Durante tutto l’anno, comunque, noi collegiali svolgiamo varie attività culturali, ricreative e caritative, collaborando con associazioni presenti sul territorio. In particolare, quest’anno abbiamo collaborato con la Comunità di Sant’Egidio, organizzando cene di beneficenza per i poveri nelle mense dell’Università, distribuendo pasti caldi ai senza fissa dimora di varie stazioni e piazze di Roma, cercando soprattutto di scaldare i loro cuori con poche e semplici parole».


Maria Chiara tu sei una ragazza piena di interessi: suoni il pianoforte dall’età di quattro anni, hai studiato violino e adori in generale la musica e imparare a suonare nuovi strumenti. Sei sempre stata anche molto sportiva, fino all’anno scorso hai praticato danza classica e contemporanea, così come sei sempre stata impegnata nel sociale e nel volontariato…come si combina, o è cambiato, tutto questo da quando sei una matricola della Facoltà di Medicina?
«Dal punto di vista sportivo, anche da studentessa universitaria, continuo ad allenarmi qui a Roma, perché sono consapevole che prendermi cura del mio fisico mi aiuta molto, anche mentalmente». Per tutto ciò che si può considerare “extra studio”, devo dire che - oltre alle numerose attività promosse dal collegio San Luca - Barelli - anche la Cattolica ha offerto durante l’anno iniziative formative estremamente interessanti. Cito in particolare la partecipazione al Villaggio per la Terra, un evento tenutosi, lo scorso aprile, a Villa Borghese, che è un vero mix di sport, cultura, spettacolo, natura e scienza e che richiama un gran pubblico. Come Università Cattolica siamo stati presenti con moltissimi progetti per ogni età e ogni settore medico, scientifico ed economico. L’iniziativa, coordinata dalla professoressa Antonia Testa, prevede la realizzazione di progetti volti a rendere più interessanti e noti a tutti ricerche e studi complessi e innovativi. Grazie invece al progetto PS² - un progetto di volontariato attivo da quest’anno al Pronto Soccorso del Policlinico Gemelli – abbiamo potuto mettere alla prova la nostra empatia e capacità di ascolto, sperimentando un assaggio di quella che sarà, un giorno, la nostra professione».

In conclusione, Maria Chiara, la tua vita in generale, nel corso di questo tuo primo anno da matricola della Facoltà di Medicina è molto cambiata...si può dire in meglio?
«Penso che il concetto stesso di cambiamento abbia in sé una natura dinamica che ci impedisce di cogliere immediatamente la nostra evoluzione. Guardandomi indietro però riconosco i progressi che ho fatto come persona e le consapevolezze che ho raggiunto. Anche per quanto riguarda gli esami sostenuti posso ritenermi soddisfatta, al momento ho dato Chimica, Fisica, Biologia, Scienze Umane, Lingua inglese, Teologia e due esoneri di Anatomia (ossa e muscoli, cuore e polmoni). Per la sessione estiva in corso ho appena superato Biochimica e sto preparando Istologia».

Ma se potessi cambiare qualcosa che cosa cambieresti?
«Non mi sento di voler cambiare qualcosa. Ovviamente all’inizio era tutto nuovo e questo un po’ spaventava. Alla me di qualche mese fa - come a quella di adesso d’altronde - consiglierei di vivere ogni esame o impegno dando il giusto peso, senza lasciarsi troppo coinvolgere o sopraffare da ansie e preoccupazioni».

Un articolo di

Graziana Gabbianelli

Graziana Gabbianelli

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