Ricordando come sia innegabile che negli ultimi 35 anni «i cambiamenti intercorsi a livello globale sono stati eccezionali, portando ampi benefici, ma anche conseguenze negative non sufficientemente controbilanciate», il Governatore Onorario di Banca d’Italia Ignazio Visco ha esordito precisando che i miglioramenti delle condizioni di vita hanno interessato soprattutto le economie pienamente integrate nel commercio globale, mentre «una parte significativa del mondo è rimasta esclusa dai benefici dell’integrazione economica, prima fra tutte l’Africa subsahariana» dove si concentra oggi la maggior parte delle persone colpite da povertà, malattie e malnutrizione. «La sfida per il mondo avanzato è quella di aiutare queste aree del mondo a evitare un ulteriore, progressivo distacco, beneficiando di solide e stabili opportunità di sviluppo, così come avvenuto in altre aree del mondo a lungo e profondamente arretrate». Visco ha poi ricordato «gli effetti devastanti sul clima e sull’ambiente naturale di uno sviluppo ancora basato sullo sfruttamento intensivo delle risorse fossili», e l’“internalizzazione” delle disuguaglianze, con un aumento della concentrazione dei redditi in quote sempre più piccole di percettori «ne è risultato un crescente senso di insicurezza sulle prospettive di occupazione e di benessere economico della classe media».
Nell’immediato si ritiene che le idee, le proposte e le decisioni che si stanno affermando nella nuova amministrazione statunitense abbiano implicazioni rilevanti per la cooperazione internazionale. Queste idee si sostanziano, ha ribadito Visco, «da un lato nella protezione sostanziale del settore manifatturiero statunitense, con un aumento significativo delle tariffe e nuove barriere commerciali» e dall’altro in un tentativo di accordo per la svalutazione del dollaro simile a quello realizzato quarant’anni fa e noto come Plaza Accord (oggi qualcuno parla di “Mar-a-Lago Accord”), accompagnato dall’impegno o dall’obbligo per le banche centrali dei paesi in surplus di acquistare debito pubblico americano a 100 anni a tasso zero. Se questo approccio venisse implementato saremmo davanti, secondo Visco, al «caso di una sostituzione del debito in essere con un altro a scadenza extra lunga, se non indefinita, il che equivarrebbe sostanzialmente a una massiccia ristrutturazione del debito, e quindi a un default. Mi sembra che ci sarebbero inevitabili e gravissime conseguenze, anche se difficilmente quantificabili, sui mercati finanziari, con effetti recessivi sull’economia e sull’occupazione». Un aggiustamento (una riduzione) del valore del dollaro e delle azioni delle società americane può certamente essere necessario e andrebbe nella direzione di ridurre la posizione finanziaria esterna degli Stati Uniti, oggi altamente negativa; «ma questo dovrebbe avvenire nel modo più ordinato possibile, mentre ciò che viene proposto rischia di rendere tale aggiustamento estremamente incerto e costoso. Lo stesso status del dollaro come valuta di riserva ne risulterebbe compromesso».
La Lezione Mario Arcelli 2025 è stata «davvero una lezione magistrale sugli squilibri economici e finanziari, ma anche politici e tecnologici, del mondo di oggi» ha concluso il professor Timpano: «Ignazio Visco ha permesso agli studenti di comprendere la complessità della situazione attuale, che va oltre gli atteggiamenti estemporanei dell’amministrazione americana, la strutturale difficoltà della governance europea di elaborare posizioni unitarie e l’incertezza sulla solidità del gigante cinese. Le tecnologie legate all’intelligenza artificiale, la nuova globalizzazione, il cambiamento climatico e la riduzione delle disuguaglianze sono i temi su cui la politica impatta e da cui la politica è condizionata. Un ordinato processo di aggiustamento sarebbe auspicabile, ci suggerisce Visco. La realtà appare ben più incerta e disordinata».
Al termine della Lezione il professor Federico Arcelli, Presidente della Fondazione Mario Arcelli, ha consegnato insieme ai partecipanti all’evento il Premio di Laurea Mario Arcelli promosso in collaborazione con Intesa San Paolo al laureato del corso di laurea di Banking e consulting Lorenzo Paraboschi che ha sviluppato una tesi sul ruolo dell’intelligenza artificiale nel mercato del credito.