Qual è l’origine della filosofia? Studiarla aiuta a cogliere il senso della vita? Perché si fa tanta fatica a cogliere la bellezza intorno a noi? Nell’aula Ubaldi dell’Università Cattolica del Sacro Cuore i grandi quesiti filosofici si susseguono con naturalezza. È in corso una lezione dal titolo evocativo “Nutre la mente ciò che la rallegra”. In cattedra c’è la professoressa Paola Muller, docente di Storia della filosofia medievale nella facoltà di Lettere e filosofia dell’Ateneo.
Sta illustrando la figura di Sant’Agostino: la sua vita fra Tagaste e Milano, il percorso che lo ha condotto alla conversione, la passione per la filosofia, nata dalla lettura dell’Hortensius di Cicerone, la fondazione del monastero, la missione da vescovo d’Ippona. Fin qui tutto normale se non fosse che a occupare i banchi, a porre domande e a prendere appunti non sono i consueti studenti universitari ma bambini iscritti alla scuola primaria.
Per due giorni, infatti, oltre duecento tra alunni dell’Istituto Barbara Melzi di Legnano e del Leone XIII di Milano si sono riversati nei chiostri di largo Gemelli per assistere alla lezione conclusiva del “Laboratorio di filosofia”, l’iniziativa di cui da diversi anni si è fatta promotrice proprio la professoressa Muller. Un’attività che, come lei stessa ha spiegato in un recente articolo ospitato nel numero 1/2025 della rivista “Vita e Pensiero”, non vuole essere una trasmissione di concetti filosofici quanto piuttosto si propone di introdurre abitudini di pensiero. In altri termini, l’obiettivo è insegnare a “filosofare”, cioè, aiutare i bambini, attraverso lo strumento dell’approccio filosofico basato sul dialogo, il confronto, lo scambio di idee, a sviluppare il pensiero critico, ad ascoltarsi, a stimolare il linguaggio e la comunicazione.
Così la lezione dedicata a Sant’Agostino e al suo pensiero si trasforma in un’occasione davvero unica non solo per approfondire la conoscenza storica di uno dei più influenti padri della Chiesa Cattolica ma anche per guidare i bambini a riflettere, a dialogare, a porsi domande e a cercare risposte.
Seguendo il metodo della maieutica socratica, la professoressa Muller mostra, con l’aiuto di parole semplici e immagini coinvolgenti, in che modo la verità possa essere colta tramite la bellezza. La chiave di volta la fornisce proprio il nucleo centrale del pensiero agostiniano. «Quando Sant’Agostino, leggendo l’Hortensius di Cicerone, sviluppa l’interesse per la filosofia, tutta la sua vita è segnata dalla ricerca», racconta la professoressa Muller all’attenta platea che ascolta con interesse senza interrompere. Un cammino, quello perseguito dal vescovo d’Ippona che, orientato a raggiungere la “sapienza in sé e per sé”, coinvolge l’uomo intero, ossia la mente e il cuore.
Non a caso «una via per scoprire la verità è la bellezza». Ma come possiamo raggiungerla e riconoscerla? Interrogandoci sul mondo che ci circonda con domande che vanno oltre la scienza e toccano la profondità dell’animo: la bellezza del mare, dell’aria diffusa e soffusa, del cielo, dell’ordine delle stelle, del sole, che col suo splendore rischiara il giorno, e della luna, che col suo chiarore modera le tenebre della notte. In fondo, tutto il pensiero di Sant’Agostino si traduce in un’esortazione a guardare il mondo e gli altri con gli «occhi del cuore», a cercare la bellezza che non è solo quella visibile, ma che è interiore, che fa meravigliare, che sa cogliere qualcosa che sfugge allo sguardo superficiale.
Di qui la sollecitazione ai bambini: «Provate a pensare!», ricorrendo a esempi concreti di vita quotidiana per esprimere meglio il concetto. «Se andate a scuola e siete tristi, la maestra lo intuisce. Se tornate a casa e avete litigato con l’amico, la mamma lo capisce immediatamente. Basta uno sguardo! Due comportamenti che sono un esempio concreto di chi vi ha guardato con gli occhi del cuore».
Un insegnamento, quello di Sant’Agostino, che tocca l’essenza stessa del vivere: la capacità di vedere la bellezza delle cose e delle persone, senza fermarsi al visibile. Che poi è anche il senso profondo dei laboratori di filosofia per i bambini: educare al pensiero logico, attraverso l’ascolto reciproco, mettendosi nella condizione di guardare il mondo da una prospettiva diversa, più profonda.