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Aseri, da trent’anni impegnata a leggere il mondo

08 luglio 2025

Aseri, da trent’anni impegnata a leggere il mondo

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Erano gli inizi degli anni Novanta: la minaccia della Guerra Fredda si stava dissolvendo, un nuovo ordine mondiale prendeva forma e la globalizzazione muoveva i primi passi con crescente intensità. È in questo contesto storico di profondi cambiamenti che, trent’anni fa, nasceva l’Alta Scuola di Economia e Relazioni Internazionali (Aseri), collocata nei suggestivi “villini” di via San Vittore 18. Fondata nel 1995 dall’Università Cattolica del Sacro Cuore, con il sostegno della Camera di Commercio di Milano, Aseri è da allora un punto di riferimento per comprendere la complessità della scena internazionale e un laboratorio d’eccellenza per la formazione di qualificati professionisti.

Per celebrare l’importante anniversario, l’Università Cattolica del Sacro Cuore ha organizzato, venerdì 4 e sabato 5 luglio, due giornate di dialogo e confronto. Un doppio appuntamento che ha chiamato a raccolta docenti e visiting professor che, con la loro competenza, hanno offerto strumenti per leggere l’intricato contesto globale. Presenti anche numerosi alumni e alumnae che, dopo il percorso formativo in Aseri, oggi ricoprono ruoli di rilievo in organizzazioni e realtà della società civile globale. 

Un evento rievocativo che ha ripercorso le tappe di un’istituzione, definita dal Rettore Elena Beccalli nel messaggio per il Trentennale letto dal Direttore di Aseri Damiano Palano, «frutto di un’alleanza strategica di successo tra accademia, istituzioni pubbliche e private e società civile». Un concetto ribadito dall’Ambasciatore Riccardo Guariglia, Segretario Generale del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, che ha ricordato come questa occasione offra «un’opportunità di riflessione sul valore delle collaborazioni tra istituzioni statali e mondo universitario». Ha poi aggiunto: «Con i suoi trent’anni Aseri è ancora giovane, ma è ormai entrata nella piena fase della maturità e della consapevolezza avendo presidiato fasi storiche cruciali sul fronte delle relazioni internazionali». Basti pensare, per esempio, alla guerra di Bosnia-Erzegovina, alla prima guerra in Cecenia, all’uccisione del primo ministro israeliano Yitzhak Rabin, all’allargamento dell’Unione europea ad Austria, Finlandia e Svezia. «Anche oggi abbiamo guerre in Europa, attraversiamo una nuova fase di instabilità in Medio Oriente, discutiamo di allargamento europeo». Ma ciò che più colpisce sono la «mancanza di fiducia», la «competizione agguerrita», la «disumanizzazione dei rapporti», tutti tratti dominanti del sistema internazionale attuale che ne minano le «fattezze di comunità». Occorre allora recuperare, ha suggerito l’Ambasciatore Guariglia, quello «spirito comunitario che l’Italia non ha mai smesso di condividere: non si tratta di ritornare al passato ma di salvaguardare le regole della convivenza». Da qui l’importanza di «formare nuove generazioni di leader globali e investire nel capitale umano, vera forza delle istituzioni e della stessa Farnesina».

Un articolo di

Katia Biondi

Katia Biondi

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Una missione che Aseri porta avanti da trent’anni. Un progetto pionieristico - se non avveniristico - in linea con i principi e i metodi propri della Facoltà di Scienze politiche e sociali che, alla nascita dell’Alta Scuola, ha dato un contributo fondamentale tramite la figura dell’allora Preside Alberto Quadrio Curzio. A ricordarlo è stato il Preside Andrea Santini. «Aseri non è solo espressione della Facoltà, con cui condivide la fondamentale impostazione interdisciplinare e multidisciplinare, ma è anche un essenziale laboratorio dove sono sperimentate formule didattiche e organizzative che oggi sono adottate in diversi corsi», ha ricordato il Preside Andrea Santini.

È toccato al Direttore Damiano Palano tracciare bilanci e delineare le prospettive future dell’Alta Scuola, ormai realtà consolidata dell’Università Cattolica e del panorama nazionale, con master, summer school, corsi executive, una collana editoriale con 70 volumi pubblicati dall’editrice Vita e Pensiero, una rete di circa 2.000 alumni, passati dalle aule di via san Vittore, e centinaia di docenti, italiani e internazionali. «Trent’anni fa le relazioni internazionali erano una nicchia piccolissima. Oggi sono una disciplina importante. In questo lasso di tempo abbiamo visto lo sviluppo di un mondo nuovo, che ha richiesto differenti categorie analitiche. Ora siamo nuovamente di fronte a un’altra svolta e accelerazione, che impongono ulteriori elaborazioni e l’ampliamento del campo disciplinare». Per questo, ha aggiunto il Direttore Palano, l’Alta Scuola si prepara ad affrontare le nuove sfide «rinsaldando la rete degli alumni e avviando diverse iniziative, tra cui l’istituzione di un Premio per l’alumnus che abbia raggiunto importanti traguardi».

 

 

A dare voce ai cambiamenti di questo trentennio sono stati anche alcuni protagonisti della nascita di Aseri, che hanno partecipato al dibattito moderato da Simona Beretta, Direttrice del Master in International Cooperation, Tra loro, Lorenzo Ornaghi, Presidente onorario di Aseri e primo direttore dell’Alta Scuola. «Trent’anni dopo ci siamo accorti che non c’è stato il trionfo della democrazia che - come tutti i regimi politici - è fragile», ha osservato il professor Ornaghi. «Il vero pericolo è rappresentato da società occidentali polarizzate e friabili», e dal fatto di essere «culturalmente impreparati» a comprenderne le cause, con una «potenza degli eventi» che mette in luce tutta la nostra «impotenza». Pertanto, ha concluso, la domanda che valeva allora resta ancora valida: come fare in modo che il desiderio e le aspettative dei giovani siano il più liberi possibile. E ciò è possibile solo mettendo a loro disposizione un «metodo per la conoscenza della realtà» che permetta di entrare, come diceva padre Gemelli, nel “cuore della realtà”, costruendo così un «patrimonio di idee» per non cadere nelle «trappole delle retoriche correnti» e dei «pensieri dominanti». 

Piero Bassetti, all’epoca Presidente della Camera di Commercio di Milano, ha elogiato la lungimiranza dell’Università Cattolica, capace, con la sua «sensibilità» di cogliere per tempo i segnali del cambiamento globale. Non a caso Federica Olivares, Direttrice del Master in Advanced Public and Cultural Diplomacy for International Relations, ha paragonato Aseri a un vero e proprio «incubatore di innovazione e fantasia», testimoniato dalla volontà di contemplare nella sua ricca offerta formativa un master dedicato alla diplomazia culturale. In un videomessaggio, il professor Vittorio Emanuele Parsi, direttore di Aseri per dodici anni, ha ricordato sia la capacità dell’Alta Scuola di trasformarsi rapidamente, per stare al passo coi tempi, sia il ruolo dei molti alumni che l’hanno frequentata, molti dei quali rivestono posizioni apicali. Proprio come Giovanna Lazzarini, Maria Stella Martini, Nadia Paleari, Fabrizio Sarrica, che hanno raccontato il ruolo determinante del percorso formativo nella loro carriera professionale in un panel moderato da Riccardo Redaelli, Direttore del Master in Middle Eastern Studies. 

Ma la giornata del 4 luglio ha fornito il prezioso spunto per riflettere sull’incertezza del contesto attuale con l’aiuto di due Keynote Speaker d’eccezione: Adrian Pabst, Deputy Director, National Institute of Economic and Social Research, UK, e Anke Hoeffler, Professor of Development Research, University of Konstanz. Introdotti da Raul Caruso, docente di Politica economica e alumnus dell’Alta Scuola, hanno pronunciato due relazioni rispettivamente intitolate: “After Liberalism: the common good beyond progressivist and populist politics” e “Development and (in)security: between scepticism and hope”.

Le celebrazioni sono proseguite sabato 5 luglio, con la lezione di Michael Cox, Emeritus Professor, London School of Economics, dal titolo “The World Turned Upside Down in the Age of Strong Men”, seguita dalla tavola rotonda coordinata dal professore Paolo Maggiolini e le testimonianze degli alumni Manuel Andrade, Giuseppe Gabusi, Ignacio Lara e Manuela Prina.

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