A dare voce ai cambiamenti di questo trentennio sono stati anche alcuni protagonisti della nascita di Aseri, che hanno partecipato al dibattito moderato da Simona Beretta, Direttrice del Master in International Cooperation, Tra loro, Lorenzo Ornaghi, Presidente onorario di Aseri e primo direttore dell’Alta Scuola. «Trent’anni dopo ci siamo accorti che non c’è stato il trionfo della democrazia che - come tutti i regimi politici - è fragile», ha osservato il professor Ornaghi. «Il vero pericolo è rappresentato da società occidentali polarizzate e friabili», e dal fatto di essere «culturalmente impreparati» a comprenderne le cause, con una «potenza degli eventi» che mette in luce tutta la nostra «impotenza». Pertanto, ha concluso, la domanda che valeva allora resta ancora valida: come fare in modo che il desiderio e le aspettative dei giovani siano il più liberi possibile. E ciò è possibile solo mettendo a loro disposizione un «metodo per la conoscenza della realtà» che permetta di entrare, come diceva padre Gemelli, nel “cuore della realtà”, costruendo così un «patrimonio di idee» per non cadere nelle «trappole delle retoriche correnti» e dei «pensieri dominanti».
Piero Bassetti, all’epoca Presidente della Camera di Commercio di Milano, ha elogiato la lungimiranza dell’Università Cattolica, capace, con la sua «sensibilità» di cogliere per tempo i segnali del cambiamento globale. Non a caso Federica Olivares, Direttrice del Master in Advanced Public and Cultural Diplomacy for International Relations, ha paragonato Aseri a un vero e proprio «incubatore di innovazione e fantasia», testimoniato dalla volontà di contemplare nella sua ricca offerta formativa un master dedicato alla diplomazia culturale. In un videomessaggio, il professor Vittorio Emanuele Parsi, direttore di Aseri per dodici anni, ha ricordato sia la capacità dell’Alta Scuola di trasformarsi rapidamente, per stare al passo coi tempi, sia il ruolo dei molti alumni che l’hanno frequentata, molti dei quali rivestono posizioni apicali. Proprio come Giovanna Lazzarini, Maria Stella Martini, Nadia Paleari, Fabrizio Sarrica, che hanno raccontato il ruolo determinante del percorso formativo nella loro carriera professionale in un panel moderato da Riccardo Redaelli, Direttore del Master in Middle Eastern Studies.
Ma la giornata del 4 luglio ha fornito il prezioso spunto per riflettere sull’incertezza del contesto attuale con l’aiuto di due Keynote Speaker d’eccezione: Adrian Pabst, Deputy Director, National Institute of Economic and Social Research, UK, e Anke Hoeffler, Professor of Development Research, University of Konstanz. Introdotti da Raul Caruso, docente di Politica economica e alumnus dell’Alta Scuola, hanno pronunciato due relazioni rispettivamente intitolate: “After Liberalism: the common good beyond progressivist and populist politics” e “Development and (in)security: between scepticism and hope”.
Le celebrazioni sono proseguite sabato 5 luglio, con la lezione di Michael Cox, Emeritus Professor, London School of Economics, dal titolo “The World Turned Upside Down in the Age of Strong Men”, seguita dalla tavola rotonda coordinata dal professore Paolo Maggiolini e le testimonianze degli alumni Manuel Andrade, Giuseppe Gabusi, Ignacio Lara e Manuela Prina.