Mario Monti, Presidente del Consiglio dal 2011 al 2013, ha poi ripercorso la genesi di questo suo importante incarico, in una fase in cui «l’Italia si trovò nel mezzo di una forte crisi economica di tutta l’Eurozona, essendo destinata a un futuro economicamente e socialmente negativo». Con le dimissioni del precedente Governo, egli fu chiamato a guidare il Paese, «un’attività politica che richiedeva non solo competenza di tutta la compagine governativa, ma anche imparzialità e fermezza».
Ed è proprio l’attività politica del Senatore che ha suscitato interesse e curiosità nei ragazzi e nel professor Monti un parallelo significativo fra «l’attività politica e il vostro cammino d’istruzione: con sacrifici e difficoltà all’inizio, ma poi denso di grandi soddisfazioni, dal punto di vista morale e, nel caso della prima, sotto il profilo del servizio al Paese».
Attraverso i ricordi degli studi accademici, in Italia e negli Stati Uniti, in un’era politica internazionale segnata da movimenti di rivolta, da leader come John Fitzgerald Kennedy e Martin Luther King, poi degli incarichi accademici negli atenei e di quelli politici in Europa e in Italia, Mario Monti ha rappresentato alla giovane generazioni in ascolto «il valore del sacrificio che porta alle soddisfazioni, dell’imparzialità e della fermezza dinanzi a tentazioni di prestigio personale in favore di scelte di servizio».
Tutto questo ha creato un momento finale partecipato e importante in cui studentesse e studenti hanno posto le loro domande al Senatore. Domande sulle sue riforme economiche più importanti alla guida del Governo: «Certamente la riforma del sistema pensionistico, la più dolorosa, ma quella con l’impatto più importante sulla spesa pubblica, in un momento in cui l’Italia spendeva più per le pensioni che per istruzione e sanità». Domande curiose su come e da cosa possono essere ispirati i giovani, oggi: «Talvolta – ha risposto – appare più facile cedere alla tentazione di perdere la speranza. Ma dobbiamo, soprattutto voi, guardare alla società e al continente in cui viviamo, all’Europa con le sue fragilità e con nazioni che continuano ad assumere decisioni nel proprio esclusivo interesse, con lo sguardo visionario di persone come Helmut Kohl il quale comprese che l’unità è un valore più importante dell’individualismo, anche di un Paese. Con uno spirito e uno sguardo europeo e rivolto al mondo».
«La mia più grande preoccupazione per il futuro – ha concluso Mario Monti – è proprio perdere l’occasione della collaborazione internazionale e multilaterale, fondamentale nei temi politici, ma anche in quelli ambientali, economici, finanziari, sociali, di sanità pubblica. E un’istruzione di respiro internazionale, con uno sguardo costante sul mondo, che dovrebbe essere lo state of mind di ogni persona, e certamente è uno strumento fondamentale proprio per creare una società globale e virtuosa. Dunque, ottimismo, impegno e speranza siano nel vostro futuro che sarà il futuro di tutto il mondo».
L’incontro con Mario Monti chiude il secondo anno formativo di Peses che dal 12 giugno ha aperto le iscrizioni per l’anno scolastico 2025/2026. Durante l’anno in corso si sono svolti, in tutta Italia – con domande di partecipazione provenienti particolarmente da Lombardia, Veneto, Puglia e Sicilia - 145 incontri che hanno coinvolto più di 40 relatori, protagonisti del mondo politico, economico, imprenditoriale e giuridico del Paese.
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