Per una felice coincidenza la data della morte del fondatore dell’Università Cattolica padre Agostino Gemelli, il 15 luglio, corrisponde alla memoria liturgica di san Bonaventura, vissuto nel XIII secolo, frate minore come Gemelli, teologo e dottore della Chiesa. Per questo monsignor Claudio Giuliodori, Assistente ecclesiastico generale, durante l’omelia della Messa in ricordo di padre Gemelli, illustrando l’opera e la spiritualità di san Bonaventura, ha evidenziato le radici intellettuali e scientifiche alla base del francescanesimo, che ha innervato la vita e la religiosità dei fondatori della Cattolica.
Quest’anno la sintesi mirabile tra aspetto intellettuale e spirituale si è sostanziata nell’annuncio che monsignor Giuliodori ha dato circa l’insediamento in Ateneo di una comunità di francescani che, dotati delle competenze per operare in tale ambito, «insegneranno e saranno segno di una comunità residente che ci aiuti concretamente a vivere questo tesoro prezioso della spiritualità francescana, uno dei doni più belli del Centenario».
A settembre, quindi, si realizzerà un sogno coltivato dal fondatore dell’Università Cattolica, padre Agostino Gemelli: avere una piccola fraternità francescana a servizio dell’Ateneo che si insedierà in un alloggio all’interno dell’Università messo a disposizione dall’Istituto delle Missionarie della Regalità di Cristo.
È un frutto significativo a conclusione delle celebrazioni del centenario di fondazione e della beatificazione della cofondatrice Armida Barelli, che si pone nel solco del loro progetto di offrire un’opportunità di crescita ai giovani attraverso una formazione che riguardi non solo le competenze scientifiche ma la persona nella sua totalità, umana, culturale e spirituale, in questo caso avvalendosi delle competenze teologiche e pastorali dei frati che sono stati scelti in considerazione delle esigenze di una comunità accademica.
Padre Agostino Gemelli, al fine di vivere più compiutamente la fraternità con gli altri francescani, aveva desiderato tanto che in largo Gemelli (allora piazza Sant’Ambrogio) ci fosse una comunità religiosa, desiderio che per molteplici ragioni all’epoca non fu possibile esaudire e che «a breve si realizzerà proprio per l’intercessione di san Francesco, di san Bonaventura, della beata Armida e dello stesso padre Gemelli», come ha affermato monsignor Giuliodori, «in questo giorno molto bello per noi».