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Parole per educare, omaggio al professor Luigi Pati

10 febbraio 2023

Parole per educare, omaggio al professor Luigi Pati

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«Questa giornata di studi ci consente di vivere la virtuosa tradizione accademica di pubblicare gli studi in onore di un professore che termina il servizio all’interno dell’Ateneo ma non l’attività di studio e di ricerca». Con queste parole Domenico Simeone, preside della Facoltà di Scienze della formazione dell’Università Cattolica, ha introdotto la presentazione dei due volumi dedicati al professor Luigi Pati “Parole per educare”, per i tipi di Vita e Pensiero, che si è tenuta mercoledì 8 febbraio a Milano nella Sala Negri da Oleggio e a cui anche il rettore Franco Anelli ha fatto pervenire il suo saluto e ringraziamento.

Già il 18 novembre scorso al professor Pati era stata consegnata la medaglia di emerito durante una cerimonia pubblica svoltasi nella sede di Brescia durante la quale era stato ricordato il suo contributo alla vita istituzionale dell’Ateneo dove è stato direttore del Dipartimento di Pedagogia, coordinatore del corso di laurea in Scienze dell’educazione, infine preside della Facoltà di Scienze della formazione.

Il volume, curato dagli allievi Monica Amadini, Livia Cadei, Pierluigi Malavasi e Domenico Simeone, rappresenta «un segno di gratitudine ed è un prodotto finalizzato alla formazione di nuovi ricercatori, pedagogisti ed educatori tramite contributi qualificati da condividere». E ancora, ha continuato Simeone, dando il quadro generale dell’opera, «il professor Pati ha portato all’attenzione del mondo accademico ed educativo temi e problemi della vita familiare, costruendo con solidità epistemologica ed euristica un discorso pedagogico organico e dinamico. I volumi riprendono le linee fondamentali del suo pensiero e le rileggono alla luce delle sfide dell’attualità, grazie al contributo di autorevoli colleghi che hanno recuperato i principali temi dell’attività di ricerca di Luigi Pati, condensandoli attorno ad alcune parole chiave, che interrogano la complessità della pedagogia della famiglia e dell’esperienza educativa, aprendo originali prospettive di ricerca pedagogica e guidandoci verso il futuro».

A nome del Dipartimento di Pedagogia, il direttore Pierluigi Malavasi ha ricordato «l’impegno scientifico di Pati nel coltivare e irrobustire le radici epistemologiche del sapere pedagogico e argomentarne le linee direttive con temi specifici, studi di casi e di settori inesplorati, per un’azione pedagogica sviluppata nel corso di decenni, che ha operato nuovi orientamenti progettuali grazie all’intreccio della ricerca con i territori e le persone».

Agli altri relatori della giornata di studi è toccato entrare nel merito dei contenuti tematici, aggiungendo ricordi, attestazioni di stima e volti di maestri, primo fra tutti quello del compianto don Norberto Galli. Livia Cadei, dell’Università Cattolica di Milano, ha coordinato la conversazione sul primo volume “Pedagogia generale e sociale”, alla quale hanno partecipato Maura Striano, dell’Università Federico II di Napoli, Giuseppe Elia, già docente dell’Università “Aldo Moro” di Bari, e Pierpaolo Triani, dell’Università Cattolica.

È emersa l’applicazione delle categorie della progettualità e della mediazione al campo educativo nel contesto di una disciplina che parla di società e di sviluppo dell’uomo. In tale contesto una categoria centrale nella riflessione di Pati è la cura: cura delle relazioni e degli spazi nel contesto della comunità educante. Cura e responsabilità sono la risposta alle condizioni di disagio e di fragilità delle persone e delle famiglie che risultano alleate per la riqualificazione del tessuto urbano. Occorrono occasioni di incontro e confronto tra persone: la scuola della comunità è la scuola delle competenze relazionali, dove la persona è sempre al centro, e il sistema nel suo complesso va letto in rapporto con la dinamica sociale.

La conversazione sul secondo volume “Pedagogia della famiglia” è stata presieduta dalla professoressa Monica Amadini, dell’Università Cattolica, e ha avuto gli interventi di Maria Grazia Riva, dell’Università di Milano Bicocca, di Michele Corsi, già docente dell’Università degli studi di Macerata, di Simonetta Polenghi, dell’Università Cattolica. Le riflessioni scientifiche di Pati denotano il suo impegno accademico generativo, di matrice personalista e con approccio sistemico con la famiglia quale solido punto di riferimento. Per questo il suo pensiero va non solo restituito ma anche reso vitale. La trans-generazionalità è importante per capire le filiere che trasmettono modelli educativi, emozioni, angosce, abitudini e interferiscono sulla reale possibilità di cambiamento. Di rilievo il contributo di Norberto Galli, proseguito da Pati, nel creare notevoli indirizzi di ricerca e suggestioni euristiche di grandissimo significato, dando vita a una grande scuola di prestigiosi allievi. Se è vero che “per un dire serve un fare” occorre apprendere sia da buone pratiche professionali che dalla ricerca scientifica.

Le conclusioni della giornata di studi sono state affidate a Massimo Baldacci, dell’Università degli Studi di Urbino, il quale ha definito una «ricchezza culturale» l’appartenenza di Pati alla pedagogia cristiana e del tomismo della Cattolica. Ha poi evidenziato il contributo del pedagogista «quale membro della comunità pedagogica italiana, in cui ha svolto un ruolo politico e culturale di primo piano, caratterizzato da atteggiamento di apertura al confronto e al dialogo, quale interprete di una alleanza storica e culturale tra pedagogisti laici e cattolici».

Al termine, un emozionato professor Pati ha preso la parola per un ringraziamento ai relatori e agli intervenuti dai quali ha ricevuto attestazioni di stima, amicizia e affetto. «Sono in Cattolica dall’età di 19 anni come studente e qui ho avuto la possibilità di incontrare il mio maestro don Norberto Galli che mi ha insegnato a lavorare e a fare ricerca all’insegna del rispetto, dell’impegno, del sacrificio, elementi che oggi è opportuno riproporre ai nostri collaboratori. In questo Ateneo ho incontrato colleghi con cui ho intrapreso e percorso un tratto di vita insieme. Così come sono grato al fatto di aver incontrato dei collaboratori che mi hanno aiutato a crescere e ad apprendere reciprocamente la sistematicità delle relazioni. Non sono state tutte rose e fiori, ci sono state anche debolezze, fragilità, cadute, mancanze, assenze».

La presentazione dei due volumi in onore del professor Pati ha visto delinearsi ricordi di legami, eventi, volti e nomi e ha dato rilievo a testi non intesi come raccolta di nozioni ma come indicazione di percorsi in prospettiva futura per sollecitare a congiungere l’elaborazione culturale con il capitale di educazione pedagogica.

 

Un articolo di

Agostino Picicco

Agostino Picicco

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