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Proteggere i minori dagli abusi, una riflessione in Cattolica

22 novembre 2021

Proteggere i minori dagli abusi, una riflessione in Cattolica

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Sono molte le parole chiave attraverso le quali inoltrarsi nella giornata di studi per contrastare gli abusi sui minori, organizzata dal Servizio diocesano per la tutela dei minori della Diocesi e dalle cattedre di Diritto ecclesiastico e canonico del corso di laurea magistrale in Giurisprudenza della Cattolica. Ma l’incontro andato in scena nella Sala Piana del campus piacentino dell'Ateneo, dal titolo “Accountability e tutela nella Chiesa - Proteggere i minori dagli abusi oggi”, si può innanzitutto declinare attraverso il termine “coraggio”. In occasione della Giornata nazionale di preghiera e sensibilizzazione per le vittime e i sopravvissuti di abusi, la Chiesa ha inteso infatti aprire se stessa agli altri su questo delicato tema, per creare uno spazio di riflessione interdisciplinare sulle azioni di salvaguardia dei minori e dei vulnerabili nella nostra società a partire proprio dagli ambienti ecclesiali, ma non solo, nonché approfondire le strategie educative, formative e preventive che devono essere implementate in tutti gli ambienti di vita abitati da minori nella società. 

Le parole del vescovo della diocesi di Piacenza-Bobbio, Adriano Cevolotto, sia pure dette a conclusione dell’appuntamento, rappresentano uno dei tanti possibili incipit. «A volte - dice - in caso di maltrattamenti le istituzioni non intervengono adducendo come difesa il concetto di onorabilità, ma un’istituzione è onorabile nella misura in cui riconosce ciò che non ha funzionato».

Introdotta dallo stesso monsignor Cevolotto e da Antonio Chizzoniti, direttore del Dipartimento di scienze giuridiche della Cattolica, la mattinata ha visto succedersi numerosi interventi, ma già a cominciare dai saluti della sindaca di Piacenza, Patrizia Barbieri, e della prefetta Daniela Lupo si sono colti i tanti spunti offerti da un argomento di cui è necessario parlare.

Gli interventi di Pierpaolo Triani, docente di Scienze della formazione, e di Anna Maria Fellegara, preside della Facoltà Economia e Giurisprudenza, hanno attirato l’attenzione sul termine “ascolto”, dal quale è partita Linda Ghisoni, docente della Facoltà di diritto canonico della Pontificia Università Gregoriana, nella sua panoramica per approcciare il tema.

«L’ascolto è uno dei punti cardine con cui affrontare la questione degli abusi sui minori - dice Ghisoni - occorre farsene carico in maniera comunitaria. Non basta prendere coscienza del problema».

Più volte nominata anche la parola “accountability”, presente nel titolo dell’incontro, il cui significato riguarda l’obbligo di dare ragione del proprio comportamento. «L’appartenenza alla chiesa - dice Ghisoni - richiede che chi ricopre un ruolo di responsabilità spieghi i criteri usati per prevenire gli abusi». «Una prevenzione - precisa - che non deve fermarsi alle buone intenzioni». «Negli ultimi anni - aggiunge - la Chiesa universale ha varato numerose normative per tutelare i minori da ogni genere di abuso». Quindi ha chiuso la relazione chiarendo come l’unione dei diversi saperi e una formazione adeguata siano fondamentali per affrontare il problema.

A seguire è intervenuta la docente della Cattolica, Anna Gianfreda, con una relazione dal titolo: “Dalla protezione alla salvaguardia dei minori e persone vulnerabili nella Chiesa: gli strumenti giuridici”, nella quale ha insistito sui cambiamenti di prospettiva da parte della Chiesa in merito all’argomento: «Ciò che cambia nell’atteggiamento della Chiesa a partire dagli anni ’90 è l’ascolto della realtà, attraverso il quale si passa dalla semplice tutela, incentrata sulla re-azione ai fatti di abuso dopo che sono avvenuti, alla salvaguardia, che accanto alla re-azione si concentra sulla pro-azione in chiave preventiva». Quindi invita al «coinvolgimento delle chiese particolari sia a livello nazionale sia locale, che possano agire attraverso norme e valutazioni dal basso sulle specifiche realtà».

“Promuovere prevenzione: fare rete per un cambio di cultura nella tutela dei minori e delle persone vulnerabili. Buone prassi di ascolto e prevenzione negli ambienti ecclesiali”: questo l’intervento di don Gianluca Marchetti, membro del consiglio di presidenza del servizio nazionale tutela minori, che ha spiegato come la Chiesa si stia muovendo e con quali strumenti, ad esempio la creazione di circa 90 centri di ascolto, per contrastare gli abusi. Durante l’incontro sono anche stati sfatati alcuni “miti”, così sono stati definiti. «Quando è segnalato un maltrattamento al centro di ascolto - dice don Marchetti - noi spingiamo e incoraggiamo chi l’ha subìto a rivolgersi all’autorità giudiziaria: non c’è sovrapposizione o sostituzione, la punizione della Chiesa è semmai una punizione ulteriore».

Altri spunti sono giunti nella tavola rotonda che è seguita, moderata da Chiara Griffini, docente dell’Università Cattolica, alla quale hanno partecipato le docenti Elisabetta Musi e Sonia Ranieri, nonché Elvira D’Amato, che fino al 2019 è stata responsabile del Centro nazionale per il contrasto della pedopornografia online per polizia postale . «Non tutti gli abusanti sono stati abusati - dice quest’ultima - e i maltrattamenti sono trasversali, ogni professione di prossimità all’infanzia ne annovera una quota. Nella mia esperienza, solo una minima parte delle persone ascoltate che hanno subìto abusi o maltrattamenti, li aveva subìti in contesti riconducibili all’ambiente della Chiesa cattolica». 

È Elisabetta Musi a portare poi alcuni dati: dal 2009 al 2019 si è registrato un incremento dei reati verso i minori pari al 41%, quelli fra le mura domestiche si sono incrementati del 105%. I bambini vittime di maltrattamento multiplo sono 40,7%, di cui il 91,4% dei casi afferisce alla sfera familiare; fra i minori presi in carico il 33,4% è stato vittima di violenza assistita (ha visto compiere violenza su persone a cui è legato), maltrattamento psicologico (14,1%), fisico (9,6%), abuso sessuale (3,5).

La chiusura dei lavori arriva con le parole di monsignor Adriano Cevolotto, che prende spunto dall’intervento di Sonia Ranieri che aveva parlato di villaggio globale e di uno sforzo condiviso per prevenire gli abusi. Dice il vescovo: «L’abuso nasce in un contesto, ma la soluzione è il contesto».

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Redazione

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