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Raffaella, l'immagine della nostra tv

06 luglio 2021

Raffaella, l'immagine della nostra tv

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Raffaella Carrà ha rappresentato, al pari di pochi altri, la televisione italiana. Lo ha fatto incarnando nel suo volto, nel suo corpo, nella sua grandissima professionalità, alcuni cambiamenti epocali nella storia della televisione italiana. Potremmo ricordare almeno tre passaggi essenziali.

Nella seconda metà degli anni Sessanta, quando esordisce sul grande e poi sul piccolo schermo, e poi negli anni Settanta, ha rappresentato un genere, il grande varietà. Quel varietà perfetto nei tempi, nella regia, nelle scenografie, con “Canzonissima”, a fianco di Corrado, nel 1970, e poi nell’edizione successiva, almeno fino a “Milleluci”, nel 1974, con la straordinaria co-conduzione assieme a Mina. Con “Milleluci”, va in scena qualcosa che resterà negli annali della televisione italiana come un evento straordinario. Straordinario non solo perché al timone del programma, per la prima volta, troviamo una incredibile doppietta tutta al femminile. Ma anche e soprattutto perché “Milleluci” rappresenta, per la carriera televisiva di entrambe, un momento di svolta. Se da un lato lo show firmato da Antonello Falqui sembra rappresentare uno degli ultimi grandi varietà della “televisione delle origini” (che infatti guarda già al suo passato con nostalgia…), oltre che l’ultimo show di Mina, dall’altro pare aprire le porte alla rinnovata carriera della Carrà, che passerà invece indenne attraverso il cambio di sistema televisivo, affermandosi come volto di punta della neo-televisione degli anni Ottanta e Novanta.
 


La televisione cambia infatti profondamente nel corso degli anni Ottanta: finisce l’epoca del monopolio della RAI, e con la televisione commerciale l’intrattenimento – che era, fino ad allora, subordinato alla missione educativa del servizio pubblico – diventa il vero baricentro dell’intero sistema. Raffaella sa intercettare perfettamente lo spirito dei tempi, letteralmente inventando il salotto del mezzogiorno, con “Pronto, Raffaella?”. Il programma, oltre a costruire una nuova fascia oraria, raggiunge un successo incredibile, fino a dieci milioni spettatori. Dopo aver rappresentato l’intrattenimento della Tv pubblica nell’epoca del monopolio, Raffaella è tentata dalla televisione commerciale, e approda nel regno di “Sua Emittenza” Silvio Berlusconi nel 1987. Canale 5 le dedica “Raffaella Carrà Show”. Ma la RAI resta la vera casa di Raffaella.

Ed ecco che poi, negli anni Novanta, arriva la terza svolta. La televisione inizia a dare sempre più forma alle emozioni, anche in maniera spudorata: così la ritroviamo artefice di un ulteriore, enorme successo, “Carramba che sorpresa”, che inaugura un genere che avrà grande fortuna, l’ “emotainment”, o televisione delle emozioni. Insomma, per almeno quattro o cinque decenni Raffaella Carrà è stata protagonista, immagine stessa della tv. Ecco perché tutti quanti - e non solo in Italia - la ricordano con tanto affetto.

Un articolo di

Massimo Scaglioni

Massimo Scaglioni

Direttore Centro di Ricerca sulla Televisione e gli Audiovisivi (CeRTA) - Università Cattolica

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