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Sulle piste da sci dopo due anni di stop, cautele e allenamento

05 dicembre 2021

Sulle piste da sci dopo due anni di stop, cautele e allenamento

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Arrugginiti da due anni di stop a causa del Covid, gli amanti dello sci che si apprestano a scendere di nuovo in pista, non sono del tutto al sicuro da cadute e infortuni: prima di lanciarsi occhio a preparazione atletica e al controllo dell'attrezzatura per evitare traumi. È questo in sintesi il consiglio del professor Ezio Adriani, direttore del Centro di Traumatologia dello Sport e Chirurgia del Ginocchio presso la Fondazione Policlinico Gemelli - Università Cattolica, in vista della riapertura della stagione sciistica dopo il lungo stop imposto dal Covid.

«La cosa più importante dopo tanto tempo - ha spiegato all'Ansa - è tornare in pista preparati, sono due stagioni che non sciamo e sono più che mai fondamentali la preparazione atletica, muscolare e tendinea e anche la preparazione neuromuscolare, 'propriocettiva', ovvero il nostro equilibrio, un aspetto allenabile sia in palestra sia nei centri di fisioterapia».

Come sempre per scendere sicuri occorre avere una buona potenza muscolare ed adeguata elasticità tendinea e poi avere una preparazione tecnica per governare bene il gesto atletico. Un aspetto importante, inoltre, è adeguare le difficoltà della discesa alle proprie capacità tecniche: «Sì a qualche lezione di sci prima di riprendere a sciare, per togliersi da dosso un po' della ruggine causata da due stagioni di stop», sottolinea Adriani. Studi dimostrano che la preparazione atletica, con la pre-sciistica, corsi ad hoc o piu' semplicemente esercizi come fare le scale o gli squat riducono dal 28 al 40% il rischio di traumi in pista.

Poi ci sono anche altre cautele che vanno prese, continua l'esperto: «Dobbiamo conoscere quello che andiamo a fare, studiare i percorsi, la qualità della neve quando ci apprestiamo ad affrontare una discesa».

In questa stagione è anche importantissimo accertarci che le attrezzature rimaste due anni in cantina siano sicure, afferma il traumatologo: «Controllare gli attacchi di sicurezza degli sci, munirsi di scarponi adeguati e, se le attrezzature si noleggiano, fare una scelta oculata di cosa prendiamo».

Cruciali anche le protezioni, continua Adriani: «Non dimentichiamo che sciando si possono raggiungere 50 km orari, quindi indossare il casco a qualunque età». Quando cadiamo uno dei traumi più importanti sono le commozioni cerebrali (le lesioni della testa rappresentano il 15% di tutti i traumi in pista). «Sciare senza casco  come andare in motorino senza casco».

Inoltre, sono utili anche le protezioni della schiena e del polso, tipo quelle dei motociclisti, soprattutto per chi fa snowboard. Nello sci è importante proteggere la mano: infatti, una lesione molto comune è il pollice dello sciatore dovuto alla racchetta da sci; meglio utilizzare bacchette con impugnatura protetta, suggerisce il traumatologo. «In pista i traumi più comuni, - spiega - riguardano il ginocchio (33% di tutti traumi), in particolare la lesione del legamento crociato anteriore, specie nelle donne, mentre le lesioni della spalla sono più frequenti con lo snowboard rispetto allo sci (6%). In sintesi, la maggior parte dei traumi interessa l'arto inferiore, l'altra metà arto superiore e testa».

Due sono le categorie di sciatori più a rischio: i giovani che azzardano, con sci estremo e comportamenti al limite, e gli over-50 che in caso di caduta sono più soggetti a traumi o fratture (ad esempio della gamba, specie le fratture da fragilità ossea se lo sciatore è donna e ha ridotta consistenza ossea).

Insomma, se seguiamo regole, consigli e buon senso, la stagione sciistica si svolgerà senza troppe sorprese, Covid permettendo. 

Un articolo di

ANSA

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