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Con la Sonosfera l’Università Cattolica protagonista al Fuorisalone

16 aprile 2024

Con la Sonosfera l’Università Cattolica protagonista al Fuorisalone

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La caotica quotidianità del centro di Milano sembra lontana anni luce, distante mille miglia. Entrare nella Sonosfera significa fare un viaggio nel Borneo o nella Foresta amazzonica, nei luoghi a più alta biodiversità del Pianeta, all’interno dell’anfiteatro tecnologico con il quale l’Università Cattolica partecipa per la prima volta al Fuorisalone attraverso il progetto “Fragments of Extinction/Frammenti di estinzione - Il Patrimonio Sonoro degli Ecosistemi”. Senza mai spostarsi dalle lastre di granito del Cortile d’Onore, di fronte alla scultura dedicata a Sant’Ambrogio e realizzata per l’ateneo da Mimmo Paladino, è facile immaginarsi nel sottobosco della foresta equatoriale, che pullula di vita sopra la propria testa. La potente esplorazione sensoriale propone paesaggi sonori registrati durante più di vent’anni di spedizioni in tutto il pianeta da David Monacchi, ricercatore, compositore eco-acustico e ideatore della Sonosfera. A Milano fino al 28 aprile, l’esperienza immersiva, sonora e visiva, vuole aumentare la consapevolezza e l’educazione alla sostenibilità, al rispetto dell’ambiente, alla transizione ecologica.

 

«Produrre bellezza e dialogo con la società è una caratteristica del Fuorisalone» spiega il Rettore, Franco Anelli, sottolineando che «all’Università Cattolica ricerca e bellezza sono strettamente legate». L’adempimento della «missione di elaborazione e trasmissione delle conoscenze», quindi, non è pensabile senza «una costante attenzione ai progetti culturali e scientifici più moderni e originali», capaci di raggiungere un pubblico ampio «suscitando emozione e sorpresa». Proprio come nel caso di questo «affascinante progetto», come lo definisce il Rettore Anelli, «un’esperienza straordinaria» che l’ateneo offre agli studenti e alla cittadinanza.

L’urgenza di occuparsi della «transizione ecologica» è il cuore della Sonosfera, nata in un territorio, sottolinea orgogliosamente il suo ideatore, che «dal Rinascimento in poi ha sposato l’innovazione culturale». Per la prima volta dalla sua creazione, grazie all’Università Cattolica, l’installazione è stata smontata e ricostruita fuori dal contesto in cui ha avuto origine. Secondo Monacchi «entrare in una foresta primaria è come andare in un altro mondo», dentro una sinfonia di suoni in cui «la partitura naturale è stata scritta da milioni di anni». Oggi più che mai è utile «un acceleratore di coscienza ambientale», evidenzia Giovanni Gasparini, presidente di Renco Spa, perché «ci permette di vedere ciò che stiamo distruggendo senza neanche accorgercene».

Un articolo di

Francesco Berlucchi

Francesco Berlucchi

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Proprio per questo la Sonosfera è «sconvolgente», chiosa Gilda Bojardi, direttore di Interni. E promuove «quel pezzo di Marche che proviamo a rappresentare al meglio», dice Matteo Ricci, sindaco di Pesaro Capitale italiana della cultura 2024, seguito da Daniele Vimini, vicesindaco e assessore alla Bellezza del Comune di Pesaro, offrendo «un contributo culturale per provare a salvare il Pianeta». Al suo interno, 45 altoparlanti si combinano creando al centro un campo sonoro sferico prossimo alla realtà. L’esperienza del suono degli ecosistemi si traduce in consapevolezza, anzi in necessità. Quella di un cambio di paradigma verso la transizione ecologica. Un’urgenza del pianeta, e dell’uomo, che non può più essere “ricalendarizzata” in nessuna agenda.

«In questa prestigiosa Università tanti giovani potranno usufruire dell’esperienza che la Sonosfera offre, anche nel segno dell’Enciclica Laudato si' di Papa Francesco sulla cura della casa comune» spiega Monacchi durante l’inaugurazione, quando più di 2mila prenotazioni sono già state inserite nel form dedicato. «Sarà per me un onore accoglierli personalmente. Quella che proponiamo è un’esperienza sensoriale, educativa e politica». La doppia cavea, simile a un anfiteatro acusticamente perfetto, intreccia arte, natura, tecnologie avanzate e divulgazione scientifica. Lontano da Pesaro, non poteva trovare collocazione migliore se non accanto alla scultura dedicata a Sant’Ambrogio di Mimmo Paladino perché, come sottolinea il Rettore Anelli, «una è stabile, bronzea», ma anche «l’altra rimarrà nelle menti delle persone».

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