«Dopo un anno che lavoravo mi sono resa conto che mi mancava studiare e quindi ho deciso di immatricolarmi in Cattolica» racconta Martina, che ammette come non sia stato assolutamente facile conciliare lavoro e università: «lavorando a tempo pieno avevo a disposizione poco tempo, i fine settimana erano quindi diventati gli unici momenti utili per studiare. Quando si avvicinavano le sessioni studiavo prima e dopo le ore di lavoro, talvolta mi sono presa anche un paio di giorni di ferie prima degli esami, in modo da potermi preparare al meglio». L’alumna Martina racconta inoltre che ha dovuto molto «arrangiarsi da sola all’inizio», quando era al primo anno, e «nessuno sembrava sapesse come funzionava l’iscrizione a tempo parziale» e non nasconde le difficoltà incontrate e il fatto che tutto sarebbe stato più semplice e agevole se avesse avuto, per esempio, la possibilità di usufruire – non solo nel periodo della pandemia da Covid – delle lezioni registrate e di poter fare colloqui online con i docenti. A fronte quindi di tutto l’impegno, la volontà, la fatica con cui Martina è riuscita a conciliare e portare avanti lavoro e studio lo scorso 26 settembre, nel giorno della sua laurea, la maggiore delle sorelle Vair era «agitatissima per la felicità di essere letteralmente a un passo dal traguardo che mi ero prefissata sei anni prima».
Una emozione incontenibile - «tanto da non sentire quando il preside della commissione di laurea ha pronunciato il voto» - è quella vissuta e descritta invece dalla sorella minore Michela nel giorno della sua proclamazione, lo scorso 4 ottobre. L’alumna si ritiene molto fortunata del fatto che il suo «corso di laurea abbia richiesto ancora di discutere la tesi»; la discussione del proprio elaborato di tesi le ha regalato infatti una bella soddisfazione, tanto che rammenta in particolare come «tutta l’adrenalina è venuta fuori non appena sono uscita dall’aula: mi sono sentita più leggera e anche un po’ triste, perché significava che il mio percorso in università era terminato per davvero».
Ad accomunare i ricordi del loro giorno di laurea, per Martina e Michela, c'è il momento dell'iconico salto delle siepi, nel secondo chiostro dell'Ateneo. Quel rito che ogni studente sogna un giorno di fare da neolaureato, immaginandolo come un trionfo spensierato e liberatorio, si rivela poi – come raccontano sorridendo le due sorelle – un'impresa tanto divertente, quanto più ardua del previsto. Tra pioggia battente e pozzanghere insidiose, tra siepi più alte di quanto sembrino, il salto per le neodottoresse Vair è stata una vera sfida buffa e memorabile.
Ripensando invece alle varie “sfide scritte e orali”, sostenute durante il loro percorso universitario in Cattolica, l’alumna Martina osserva che, se Bilancio è l’esame che più le ha dato soddisfazione, tanti altri sono stati veramente interessanti: «Diritto commerciale e del lavoro mi sono particolarmente piaciuti, ma anche Economia e gestione delle imprese. Sono tutte materie che ho apprezzato in quanto le comprendevo più facilmente, grazie al lavoro che svolgo. D’altro canto molte discipline studiate mi hanno fatto migliorare nel mio ambito professionale, aumentando le skills su argomenti sui quali avevo conoscenze base».