NEWS | Notte prima dell'esame

Federica e l’uscita dal mondo protetto

09 dicembre 2024

Federica e l’uscita dal mondo protetto

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Se la “notte prima dell’ultimo esame” Federica Toro la ricorda come una notte di agitazione in cui «ho temuto veramente di non riuscire a superare l’esame e così di dover poi ritardare l’appello», la “Notte prima della laurea” la ricorda invece come una notte dai mille pensieri; nella quale dominava, unito a un po’ di paura, il rendersi conto che «stavo per uscire da un mondo protetto, stavo per passare definitivamente dal mondo dello studio a quello del lavoro».

A Federica che, dopo la triennale in Scienze e tecniche psicologiche, si è laureata – lo scorso 29 novembre - alla specialistica in Psicologia per il benessere: empowerment, riabilitazione e tecnologia positiva chiediamo di raccontarci le emozioni e le sensazioni di quando ha concluso il suo ultimo esame, quello che chiudeva definitivamente il suo percorso di studi in Cattolica…

Concludere gli esami è stato realizzare di essere cresciuta e di chiudere un ciclo, confesso di aver provato anche un po’ di nostalgia ripensando a tutti i miei anni da studentessa universitaria. Ma sono felice e soddisfatta se ripenso a me stessa, alla Federica del 2019, uscita dal suo primo esame con il nodo alla gola e l’ansia di non farcela.

E se ripensi a tutte le prove e gli esami affrontati che cosa ricordi?
«Ricordo che in generale i momenti prima e post dell’esame sono sempre stati, emotivamente, i più difficili. Soprattutto nei miei primi tempi in Cattolica, ho dovuto affrontare e realizzare il fatto di essere all’università, in un nuovo contesto, diverso in termini di impegno, capacità e risorse dalla scuola superiore. Dovevo adattarmi e reinventarmi, cosa che inizialmente non è stata facile, ma sicuramente molto sfidante».

E se dovessi dirmi l’esame che ti ha dato maggiori soddisfazioni o che è stato davvero interessante da preparare?
«Ti direi proprio il primo esame: Psicologia generale. Una materia affascinante, ricca di nozioni e scoperte, che mi ha accompagnato in ogni insegnamento di questi cinque anni».

Nel corso di questi anni in Cattolica, c’è stato qualche docente particolarmente importante o lo studio di qualche disciplina che ha inciso nell’orientamento di quello che vorrai fare a livello professionale?
«Ho incontrato professori preparati e molto empatici, alcuni dotati anche di un gran senso dell’umorismo che hanno aumentato il mio interesse e desiderio verso questo mondo speciale della psicologia. Sono tanti gli insegnamenti e le discipline che ho apprezzato, se dovessi citarne alcune direi le “materie-pilastro”: Psicologia sociale con le professoresse Elena Marta e Maura Pozzi, Neuroscienze e Psicologia del benessere rispettivamente con le docenti Michela Balconi e Stefania Balzarotti e Psicologia generale con la compianta professoressa Rita Ciceri, mancata nel 2020. Tali materie sono state determinanti per capire il mio interesse per il mondo della salute e della clinica, che vorrò coltivare in futuro».

Un articolo di

Graziana Gabbianelli

Graziana Gabbianelli

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Studiare in Cattolica ha significato solo lezioni ed esami o anche qualche altra bella interessante esperienza?
«Studiare in Università Cattolica è stato un periodo di tempo - lungo, pieno e impegnativo - per confrontarmi e aprirmi a tante novità e cambiamenti. Come ad esempio la decisione di studiare cinque mesi a Barcellona, grazie al progetto Erasmus. Un’esperienza entusiasmante che mi ha dato responsabilità, regalato nuovi punti di vista e anche tanto divertimento e nuove conoscenze».

Perché hai scelto di immatricolarti e studiare in Cattolica?
«Ho scelto questa Università perché veramente pone lo studente e la studentessa al centro, valorizzando i suoi bisogni, le sue risorse e i suoi desideri. Qui ho trovato infatti umanità, gentilezza e attenzione per il prossimo».

E ora che sei arrivata alla fine del tuo percorso accademico, c’è qualche consiglio, qualche suggerimento che ti sentiresti di dare a una matricola per affrontare al meglio le sessioni d’esame e organizzarsi con lo studio?
«Consiglio vivamente lo studio in gruppo, in luoghi diversi dalla consueta camera per studiare. Studiate nei bar, al parco, in qualsiasi luogo – dai corridoi alla biblioteca dell’università – ma non isolatevi, chiusi in casa. Confrontatevi, parlate. Lo studio non è astratto, è materia viva».

C’è stato qualche portafortuna, qualche rito scaramantico che ti ha accompagnato ad ogni tuo esame?
«Avendo come monito la scienza, mi è ormai difficile avere dei riti scaramantici; ho avuto comunque delle abitudini consolidate: mai studiare da sola, cercare posti nuovi per riottenere la concentrazione, ripetere e fare colazione insieme con amici e compagni di corso prima dell’esame. Nel post esame invece: aperitivo obbligatorio per festeggiare ogni piccola grande vittoria!».

E dopo la laurea che cosa ti aspetta? Raccontami i tuoi sogni e i tuoi programmi
«Dopo la laurea ho in programma un tirocinio pratico valutativo presso un centro di Psicoterapia e poi vorrei proseguire la formazione per diventare psicoterapeuta, mi piacerebbe inoltre provare il mondo della ricerca».

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