NEWS | Milano

L’Europa nel futuro dovrà guardare sempre più al Mediterraneo, ai Paesi del Golfo e all’Africa

20 ottobre 2023

L’Europa nel futuro dovrà guardare sempre più al Mediterraneo, ai Paesi del Golfo e all’Africa

Condividi su:

La scelta di impegnarsi in politiche industriali comuni. La ricerca di «equilibri» per consentire allo «straordinario edificio» che è l’Unione europea di allargarsi, contemplando «livelli diversi di integrazione». Per non parlare della necessità di un’Europa che «pensi verticale» e sappia proiettarsi in una dimensione che guarda sempre più al Mediterraneo, ai Paesi del Golfo e all’Africa. Sono alcune sfide che attendono il Vecchio continente per tornare a essere protagonista nella delicata fase storica che stiamo attraversando. È un’iniezione di fiducia quella che arriva dalla lezione aperta che il Commissario per l’Economia dell’Unione europea Paolo Gentiloni ha tenuto venerdì 20 ottobre agli studenti dell’Università Cattolica riuniti numerosi nell’aula Magna dell’Ateneo per ascoltare le sue parole.

Un’Europa protagonista? Sfide e opportunità in un mondo che cambia, questo il titolo dell’iniziativa promossa dalla Facoltà di Scienze politiche e sociali e dal Dipartimento di Scienze politiche, introdotta dal Rettore dell’Università Cattolica Franco Anelli, che, facendo riferimento alla cronaca di questi giorni ha ricordato che l’accresciuto disordine mondiale che ci circonda richiede all’università il compito «di cercare di comprendere le cause e gli effetti di questo stato di confusione internazionale. Specie in una facoltà come quella di Scienze politiche e sociali, deve essere rivolta un’attenzione peculiare a ciò che succede nel mondo: certamente, non si tratta di seguire e commentare i fatti del giorno, ma di utilizzare i paradigmi interpretativi che la storia della diplomazia e delle relazioni internazionali hanno messo a punto per comprendere ciò che sta succedendo».

 

 

 

Quello che abbiamo davanti è un contesto caratterizzato da una grande accelerazione su alcune questioni cruciali: l’emergenza climatica, l’innovazione digitale, il machine learning, il ridisegno della globalizzazione. Ecco perché serve una risposta dell’Unione europea che, da questo punto di vista, ha già dimostrato di aver compiuto «grandi salti in avanti». L’esempio più evidente si è visto durante la pandemia. In quell’occasione, ha detto il Commissario Gentiloni, «la Ue ha risposto con unità e solidarietà». Lo stesso è avvenuto sul fronte economico «con una risposta che ha infranto un tabù: quello della possibilità per la Commissione europea di emettere un debito comune». Fondamentale, poi, la modalità con cui è stata affrontata la crisi climatica. «Non c’è dubbio che la Commissione si è mostrata all’avanguardia pensando che la transizione ecologica è anche un buon affare, che però va gestito perché porta più vantaggi in termini di economia e di lavoro». Ma non va dimenticata, infine, la sfida maggiore, e cioè la risposta all’invasione russa dell’Ucraina: una prova di «unità, ma forse ancora più importante, della capacità straordinaria di reagire a un’emergenza». Ad accomunare questi passi in avanti un orizzonte comune, cioè «l’assunzione di una grande responsabilità». A Bruxelles, ha precisato il Commissario Gentiloni, «la chiamiamo autonomia strategica, che non fa rima con derive protezioniste e neppure vuole fare concorrenza alla Nato. Piuttosto è la consapevolezza che l’Europa non può essere l’unico erbivoro in un mondo di carnivori».

In questa grande accelerazione, l’Europa è riuscita a «preservare» quel «ruolo di difesa e promozione» dei suoi «valori». «Dentro questo modello abbondano disuguaglianze e difficoltà, ma deve essere chiaro che condividiamo una grande cultura e gran parte del mondo ci riconosce che l’essere nati europei è un privilegio».

E le sfide per l’oggi quali sono? «Nei prossimi mesi, dobbiamo fare i conti con un contesto economico non di recessione ma di rallentamento e per questo è importante utilizzare le risorse comuni, a partire da Italia e Spagna, che hanno avuto il valore maggiore di questi contributi. Dobbiamo trovare un accordo sulle regole fiscali del patto di stabilità. Sul Green Deal non dobbiamo abbandonare il ruolo di leadership che va gestito con pragmatismo e consenso. E infine dobbiamo essere chiari nel sostegno all’Ucraina, facendolo adesso prima della polarizzazione che potrebbe derivare dalla campagna elettorale degli Stati Uniti». Molti passi avanti, dunque, e tante ulteriori sfide, ancora più impegnative che «non vanno prese alla leggera per un’Europa che vuole essere più protagonista», ha chiosato il Commissario Gentiloni.

 

 

 

Su un’Europa capace di essere incisiva ed efficace in momenti di crisi è tornato anche Pietro Benassi, già Rappresentante permanente dell’Italia presso l’Unione europea, a cui l’Università Cattolica ha affidato l’insegnamento La diplomazia contemporanea nelle relazioni internazionali”, attivato per l’anno accademico 2023-2024 nell’ambito della Laurea Magistrale in Politiche europee ed internazionali della Facoltà di Scienze politiche e sociali. «Durante la pandemia l’Europa è diventata a sua insaputa federale», ha notato Benassi. «Dopo il Covid 19 le sfide sono arrivate quasi tutte insieme. C’è una sfida di sicurezza: ce lo dice chiaramente il conflitto in Ucraina e ora quello che avviene nella striscia di Gaza. Ma c’è soprattutto una sfida economica, sociale e politica e una rivalità sistemica tra Stati Uniti e Cina». Per questo motivo «l’Unione europea deve poter essere un soggetto attivo di politica internazionale laddove sappiamo che questo gigante economico, regolatore e anche distributore di aiuti, deve però compiere l’ultimo miglio che implica una revisione del funzionamento decisionale, in parole povere l’abolizione del diritto di veto». Al dibattito, seguito dopo l’intervento del Commissario Paolo Gentiloni e moderato dal preside della Facoltà di Scienze politiche e sociali Guido Merzoni, hanno preso parte anche i professori dell’Università Cattolica Riccardo Redaelli e Mireno Berrettini, rispettivamente docenti di Storia e Istituzioni dell’Asia e di Storia delle Relazioni Internazionali.

Un articolo di

Katia Biondi

Katia Biondi

Condividi su:

Newsletter

Scegli che cosa ti interessa
e resta aggiornato

Iscriviti