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L’Unione europea, luci e ombre di un attore globale

05 dicembre 2022

L’Unione europea, luci e ombre di un attore globale

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L’Università Cattolica ha ospitato, il 29 novembre, un incontro internazionale organizzato dalla facoltà di Giurisprudenza e dall’Istituto di Studi Internazionali per discutere della posizione occupata dall’Unione europea nell’attuale scenario delle relazioni internazionali, e del contributo offerto dalle istituzioni europee al rispetto della legalità internazionale, specie in un frangente straordinario e caratterizzato da forti tensioni come l’attuale.

L’iniziativa, dal titolo “How strong is the EU’s commitment to international law?”, è stata curata dal professor Jan Wouters, docente di Diritto internazionale all’Università Cattolica di Lovanio, in Belgio, che in questi mesi integra il corpo docente della facoltà di Giurisprudenza dell’Università Cattolica del Sacro Cuore quale titolare della Cattedra Giorgio Balladore Pallieri, assegnata ogni semestre ad uno studioso straniero.

«Il Trattato sull’Unione europea - ricorda il professor Wouters - chiede all’Unione di adoperarsi per assicurare la stretta osservanza e lo sviluppo del diritto internazionale, nel rispetto dei principi sanciti nella Carta delle Nazioni Unite. Le istituzioni europee, dal canto loro, riaffermano spesso il loro attaccamento al multilateralismo, cioè la loro convinzione che il miglior modo di affrontare le sfide internazionali consista nel dialogo all’interno delle organizzazioni internazionali create per favorire una risposta coordinata a quelle sfide, più che nell’azione isolata di singole potenze».

La concreta attuazione di questo intendimento, tuttavia, non è priva di criticità. «Ci si può chiedere, ad esempio, in che modo l’impegno dell’Unione a promuovere il diritto internazionale si concili con l’atteggiamento risoluto con cui un’Unione sempre più assertiva sul piano geopolitico fa valere sul piano internazionale le sue posizioni e i suoi interessi, talora al costo di far emergere degli attriti fra le soluzioni da essa difese e le soluzioni elaborate in consessi universali». Allo stesso modo, prosegue il professor Wouters, ci si può interrogare sulla postura in un certo senso selettiva dell’Unione e dei suoi membri verso le convenzioni sui diritti umani elaborate nel corso del tempo sotto l’egida delle Nazioni Unite. Nessuno Stato Membro dell’Unione, per esempio, è parte della convenzione del 1990 sui diritti dei lavoratori migranti e dei componenti delle relative famiglie.

 

 

 

Su questi e altri interrogativi si sono confrontati, nel corso dei lavori, Frank Hoffmeister, direttore degli Affari generali del Servizio europeo per l’azione esterna, ossia il servizio diplomatico dell’Unione europea, e Johan Callewaert, vice-cancelliere della Grande Camera della Corte europea dei diritti dell’uomo. Si sono aggiunti al dibattito Sara Poli, Elisa Baroncini e Graham Butler, professori di Diritto internazionale e dell’Unione europea, rispettivamente, nelle Università di Pisa, Bologna e Aarhus.

L’incontro, che si è aperto con un intervento del professor Francesco Bestagno, docente di Diritto dell’Unione europea nella facoltà di Giurisprudenza, attualmente consigliere giuridico alla Rappresentanza Permanente d’Italia dell’Unione europea, a Bruxelles, è stato moderato da Fausto Pocar, emerito di Diritto internazionale nell’Università Statale di Milano. Vi hanno partecipato diversi studenti dell’Ateneo, perlopiù impegnati nel corso impartito dallo stesso professor Wouters su “The European Union, global governance and international law”, e studiosi di varie università.

«L’iniziativa è stato resa possibile dalla felice combinazione di due fattori», osserva Pietro Franzina, direttore dell’Istituto di Studi Internazionali. «Da un lato, l’impegno dell’Ateneo volto ad accrescere la proiezione internazionale della Facoltà di Giurisprudenza e delle strutture di ricerca che operano nel settore del diritto internazionale e dell’Unione europea; dall’altro, il sostegno finanziario offerto all’organizzazione dell’evento da uno dei maggiori studi legali italiani, Gianni & Origoni, su iniziativa di uno dei suoi fondatori, l’avvocato Gian Battista Origoni, ultimo allievo del professor Balladore Pallieri e alumnus della Cattolica». Insomma, ha concluso il professor Franzina, «è auspicabile che iniziative come questa possano arricchire la permanenza a Milano anche dei futuri titolari della Cattedra intitolata alla memoria di Giorgio Balladore Pallieri».

Un articolo di

Redazione

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