La Comunicazione svela, spiega, circonda, definisce, limita, allarga, dice. Soprattutto, la Comunicazione può abbracciare, particolarmente in condizioni di fragilità, quando è offerta e condivisa con empatia, competenza, sostegno: questo il cuore dell’incontro “Un abbraccio di parole. Storie di successo nella comunicazione sanitaria per le malattie rare” che si è tenuto il 4 dicembre nella Hall del Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS - promosso dall’Alta Scuola in Media, Comunicazione e Spettacolo (ALMED) e dall’Alta Scuola in Economia e Management dei Sistemi sanitari (ALTEMS) dell’Università Cattolica, nell’ambito delle attività del Master in Health Communication Specialist -, un'opportunità preziosa per riflettere insieme sulle sfide e le possibilità della comunicazione sanitaria, con un focus particolare sul ruolo dell’Intelligenza Artificiale (IA) a sostegno delle malattie rare.
Testimonianze significative, storie di vita di pazienti e caregiver che hanno vissuto esperienze positive grazie all’utilizzo dell’IA e profonde narrazioni della Comunicazione che connette, informa, include e talvolta esclude hanno dimostrato ancora una volta quanto possano essere preziose le tecnologie nella vita quotidiana e nelle relazioni umane, verso una comunicazione chiara, solidale e ispirata a sviluppi futuri.
L’incontro, moderato dalla dottoressa Elisabetta Locatelli, Coordinatrice scientifica del Master in Health Communication Specialist, è stato aperto dal professor Giuseppe Arbia, Direttore dell’Altems che ha posto l’attenzione sull’importanza della Comunicazione nelle malattie rare poiché «se la malattia è diffusa, è diffusa anche la comunicazione; se è rara, rischia di esserlo anche quest’ultima. Ed è qui che si gioca l’efficacia dei mezzi di Intelligenza Artificiale». A questo messaggio si è aggiunto quello del professor Carlo Torti, Ordinario di Malattie Infettive che ha portato ai presenti il saluto del preside Antonio Gasbarrini e della Facoltà di Medicina e chirurgia e ha definito la Comunicazione «una medicina, in certi casi la medicina più potente, più efficace di un farmaco, nelle malattie rare molto di più. E ora in uno scambio, quasi un dialogo, molto sfidante e interessante con l’IA».
L’incontro è entrato nel vivo grazie alla tavola rotonda animata dalle docenti dell’Università Cattolica la dottoressa Chiara Veredice, Docente di Neuropsichiatra infantile, e la professoressa Daniela Chieffo, Associata di Psicologia generale, da Enrico Iovene, Studente di Filosofia per l’intelligenza artificiale, e dalle dottoresse Amelia Conte, Neurologa del Centro Clinico NeMO Roma Adulti e Annalisa Scopinaro, Presidente di UNIAMO – Federazione Italiana Malattie Rare.