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Vent'anni di Facebook, un social in evoluzione

04 febbraio 2024

Vent'anni di Facebook, un social in evoluzione

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Il 4 febbraio Facebook festeggia il suo ventesimo compleanno. Nato tra i corridoi di Harvard da un’idea di Mark Zuckerberg, Eduardo Saverin, Dustin Moskovitz e Chris Hughes, muta in tempi record: da semplice piattaforma per connettere gli studenti di una prestigiosa università, si trasforma in un simbolo di un’intera epoca. Contenitore di news, spazio per rimanere in contatto con gli amici o conoscerne di nuovi, piattaforma di dating: Facebook si presenta con vesti e forme diverse in base alle inclinazioni e agli interessi dei suoi utenti.

Un parere condiviso anche da Nicoletta Vittadini, direttrice del Master in Digital Communication Specialist e vicedirettrice della Scuola di Giornalismo dell’Università Cattolica: «Dall’essere un semplice social finalizzato al networking, Facebook è diventato un social media in grado di ospitare la comunicazione pubblica e politica». Ed effettivamente, per molti politici di tutto il mondo, essere sulla piattaforma di Meta è fondamentale per mantenere un contatto con gli utenti con cui condividono ideali e pensieri. Facebook, però, ha fatto molto di più: ha cambiato a 360 gradi il nostro modo di comunicare e di relazionarci.

«Questo social - spiega la professoressa Vittadini - ospita ormai linguaggi differenti, come quello video o quello delle live  Facebook ha ancora una grande sfida: diventare un entertainment platform come TikTok». Ed è proprio la piattaforma di ByteDance a dare filo da torcere a Zuckerberg: negli ultimi anni, infatti, le nuove generazioni stanno virando verso nuovi social.

«Partiamo da una premessa fondamentale Facebook è ancora la prima piattaforma al mondo per numero di utenti. Per quanto riguarda TikTok – prosegue Vittadini – ci sono degli elementi che ne hanno determinato il successo. Oltre all’innovazione di linguaggio, è la sua evoluzione strutturale il suo punto forte: non abbiamo a che fare con una piattaforma di networking, come Facebook, ma con uno spazio di intrattenimento».

Gli anni passano, ma il social di Zuckerberg è ormai parte della storia: ha modificato, infatti, il modo di informare ed essere informati. Dopo la sua nascita, tutto è cambiato: «Il modo di concepire le notizie, dopo Facebook – conclude Vittadini - è mutato e ha influenzato anche tutti le altre piattaforme, basti pensare agli approfondimenti tematici su Instagram».

«I social non sono più una porta per arrivare al sito web: iniziamo a parlare di informazione natia», spiega Elisabetta Locatelli, coordinatrice del Master in Digital Communications Specialist della Cattolica. Un cambiamento, quello generato da Facebook, che si è proiettato anche sui guadagni delle grandi testate: «Ora non si investe più solo sul prodotto editoriale, ma anche sui profili social», secondo la professoressa Locatelli.

Nel corso degli anni, però, Facebook è stato anche criticato per l’opacità con cui ha acquisito e gestito i dati dei suoi utenti. Il caso più celebre è quello legato all’azienda di consulenza per il marketing online, Cambridge Analytica. Nel 2018, infatti, il Guardian ha pubblicato un’inchiesta molto scomoda per Zuckerberg: secondo i giornalisti del quotidiano britannico, Cambridge Analytica aveva raccolto i dati di oltre 80 milioni di account di Facebook senza il loro consenso, usandoli come strumento di propaganda politica. E da qualche anno, il timore di essere sorvegliati serpeggia tra gli internauti. «Ci sono stati sicuramente delle forme di controllo da parte delle piattaforme - spiega Locatelli - una problematica che si ricollega anche al fenomeno della datificazione e all’archiviazione dei dati». La professoressa Locatelli, però, rassicura gli utenti: «Si tratta di un tema che merita di essere regolamentato e l’Unione europea sta facendo grandi passi in avanti».

 

 


Foto in alto di Alex Haney su Unsplash
Foto anteprima di Brett Jordan su Unsplash

Un articolo di

Serena Curci e Carlo Coi

Scuola di Giornalismo

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