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I nostri anni in Cattolica: crescita, apprendimento e opportunità

04 dicembre 2025

I nostri anni in Cattolica: crescita, apprendimento e opportunità

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Studiare e laurearsi in Cattolica per la famiglia Bodio significa aver ricevuto una formazione completa e di qualità. Significa aver incontrato professori importanti che hanno lasciato il segno a distanza di anni, e aver colto opportunità e vissuto esperienze che hanno permesso una crescita culturale, personale e professionale. È per questo che gli alumni della Facoltà di Economia Elisabetta e Luca, insieme con la loro figlia Alessandra, alumna della Facoltà di Scienze bancarie, finanziarie e assicurative, sentono forte il legame con la loro università e sono fieri di far parte della grande Community Alumni.


Un ateneo, una comunità, un ambiente, un network ricco di opportunità per imparare, incontrarsi, scoprirsi, crescere, condividere. L’Università Cattolica è stata e ha rappresentato tutto questo per Elisabetta Ferrante e Luca Bodio, alumni della Facoltà di Economia, e per la loro figlia Alessandra, neolaureata della Facoltà di Scienze bancarie, finanziarie e assicurative.

«Mi sono immatricolato nel 1977 e mi sono laureato il 1° marzo 1982 : quattro anni e poco più nei quali ho vissuto l’Università quasi quotidianamente, anni che ricordo sempre con grande piacere e rispetto, perché hanno contribuito, senza ombra di dubbio, allo svolgimento della mia vita professionale e personale» afferma l’alumnus Luca che, dopo la laurea con lode in Scienze economiche e bancarie, ha svolto una brillante carriera nell’area marketing e commerciale di uno dei principali gruppi bancari italiani. Oltre ad osservare che al tempo «il mio corso di laurea, che allora faceva parte della Facoltà di Economia, era all’avanguardia nel suo campo e soltanto a Siena esisteva qualcosa di analogo», Luca sottolinea come in Cattolica abbia trovato «un contesto organizzativo e dei compagni di studi  che mi hanno fatto vivere in un ambiente sereno, competitivo il giusto, ma anche divertente,  e tutto ciò ha favorito al meglio la continuità e la riuscita del percorso accademico, nonché un approccio serio e rigoroso all’impegno lavorativo».

Se ripensa ai professori incontrati nell’Ateneo di largo Gemelli, Luca ne ricorda diversi di docenti per il contributo significativo che hanno dato alla sua formazione e alla sua crescita professionale: «Agostino Fusconi, al primo anno con Tecnica bancaria 1, che poi fu il mio relatore nel lavoro di tesi, Francesco Cesarini con cui sostenni gli esami di Tecnica bancaria 2 e Tecnica di borsa al terzo anno, Walter Giorgio Scott con le sue indimenticabili lezioni di Marketing e Sergio Zaninelli con il corso di Storia economica al secondo anno».

Anche sua moglie Elisabetta riserva un ricordo speciale per il professor Zaninelli e per «l’entusiasmo che trasmetteva nelle sue lezioni», ma soprattutto rammenta come «intensi, impegnativi ma piacevoli» in suoi anni nell’Ateneo del Sacro Cuore dove «ho avuto la possibilità di svolgere un percorso di studi interessante e dove ho potuto conoscere persone che, dopo tanti anni, frequento ancora adesso».

Anni importanti e significativi, perché «vissuti in un contesto cattolico che ha posto al centro la persona, contribuendo così a una formazione integrale e completa».

Un articolo di

Graziana Gabbianelli

Graziana Gabbianelli

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E se tutto questo rappresenta il valore aggiunto di una laurea in Cattolica per l’alumna Elisabetta, per sua figlia Alessandra, il plus distintivo di una formazione in Cattolica è dato dal fatto che «in università ho potuto creare le mie occasioni e crescere attraverso esperienze che ho scelto di vivere fino in fondo. Esperienze che sono andate oltre le lezioni, lo studio e gli esami. Le opportunità di formazione e crescita - tra associazioni studentesche, conferenze, eventi culturali e incontri con il mondo del lavoro – mi hanno permesso di sviluppare utili competenze e importanti relazioni che sono rimaste anche dopo la laurea». In particolare, Alessandra fa riferimento a quando, nel corso del suo secondo anno di università, ha iniziato a far parte della divisione di Data Analytics dello Starting Finance Club Cattolica, dove è stata prima Head e oggi ne ricopre il ruolo di vicepresidente dell’intera associazione: «Far parte di un’associazione significa confrontarsi con persone curiose, propositive, con tanta voglia di imparare. Significa aver acquisito soft skills fondamentali per il mio futuro: dal sapere lavorare in squadra alla gestione di un team, alla risoluzione efficace e veloce di problemi, fino al dialogo professionale con ospiti e partner esterni».

Sostanzialmente per la neodottoressa Alessandra il suo triennio in Cattolica è stato un tempo «intenso, pieno di obiettivi raggiunti e di scoperte che mi hanno aiutata a comprendere meglio chi sono e cosa voglio», ma è stato anche «un bellissimo mix di amicizie e piccole abitudini che ricorderò con affetto: il tram 16 la mattina con la mia amica Ginevra, le lezioni, le pause caffè e le lunghe giornate di studio in sessione».

Ma soprattutto, per Alessandra, sono stati anni in cui nulla è stato casuale, l'università non ha solo trasmesso conoscenze e competenze, ma ha aperto porte che hanno stimolato nuove curiosità e generato nuovi orizzonti: «Durante il primo anno di Scienze bancarie ho notato, per caso, un volantino che annunciava una conferenza sul ruolo dell’attuario. Incuriosita, ho deciso all’ultimo momento di partecipare ed è stata una vera svolta per me. Quell’incontro in Cattolica mi ha fatto scoprire una professione di cui non avevo mai sentito parlare e mi ha trasmesso un entusiasmo inaspettato». Sempre durante quell’incontro Alessandra conosce il professor Nino Savelli, che qualche anno dopo sarebbe diventato suo docente: «Le sue lezioni di Teoria del rischio — precise, chiare e appassionate — mi hanno davvero fatto apprezzare la complessità della materia. Lo stesso approccio l’ho ritrovato nelle lezioni di Francesco Della Corte e Gian Paolo Clemente che, successivamente, è stato il relatore della mia tesi intitolata L’impatto dei trattati riassicurativi sul capitale di rischio, analisi del contesto della solvibilità d’impresa».

Riflettendo l’alumna Alessandra osserva che sono stati proprio questi tre docenti «a far nascere in me la voglia di proseguire in Cattolica, con la magistrale in Scienze Attuariali, per diventare attuario» così come fa presente quanto la sua università sia stata ed è «un punto di riferimento importante, un contesto che ha e sta accompagnando diverse fasi della mia vita».

Non può che dirsi quindi soddisfatta Alessandra di aver scelto l’Università Cattolica per la sua formazione accademica, una scelta che – sebbene in famiglia ci fossero già tre alumni Unicatt: i genitori e il nonno paterno – è stata del tutto indipendente come lei racconta: «Mamma e papà mi raccontavano spesso aneddoti divertenti della loro vita universitaria, storie che mi facevano sorridere e incuriosire, ma non hanno influito sulla mia decisione, più che seguire un percorso già tracciato, ho deciso di costruire la mia esperienza personale».

L'Università Cattolica per la famiglia Bodio ha rappresentato non solo un punto di partenza, ma un filo conduttore che ritorna e riemerge nelle scelte di vita di ciascuno. «Il legame con l’Ateneo non l’ho mai sentito venir meno – afferma infatti papà Luca –, sia per aver frequentato il corso di formazione post laurea sul Marketing bancario, sia per tanti rapporti di amicizia rimasti nel tempo, sia per il fatto che da una decina di anni, come docente incaricato, sono orgoglioso di offrire un contributo diretto all’università che mi ha formato». Un fil rouge quello con l’Ateneo che talvolta è carico di grandi emozioni, come riflettono le parole di mamma Elisabetta: «Tornare in Cattolica e camminare di nuovo nei chiostri dove ho studiato per anni mi ha fatto rivivere tanti ricordi, con un po’ di nostalgia ma anche tanta felicità. Assistere alla laurea di mia figlia e scattare insieme con lei le foto nei medesimi luoghi dove le feci io da neodottoressa, è stato davvero un momento speciale, ricco di orgoglio e tenerezza. È stato come chiudere un cerchio e aprirne uno nuovo».

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