«Ho appena concluso un corso di laurea magistrale in cui, in aula, c’erano studenti di venti nazionalità diverse. È un dato che dice tutto: la nostra Facoltà è diventata un crocevia globale per l’innovazione agroalimentare» a parlare è il professor Pier Sandro Cocconcelli, preside della Facoltà di Facoltà di Scienze agrarie, alimentari e ambientali dell’Università Cattolica, campus di Piacenza, che ben sintetizza l’apertura internazionale che ha radicalmente trasformato l’identità dell’ateneo (e della Facoltà) negli ultimi anni. I numeri confermano il trend: oltre il 50% degli studenti dei corsi erogati in lingua inglese è internazionale, con una presenza crescente di ragazzi e ragazze provenienti da Asia, Africa e Americhe, accanto ai più “classici” studenti europei.
La svolta, però, non è solo quantitativa, ma qualitativa. Piacenza e Cremona non sono più solo un polo accademico locale: oggi è una vera e propria piattaforma globale di formazione e ricerca. In prima linea tra i partner della Cattolica c’è la Cina, con cui i rapporti si sono consolidati nel tempo. «Frequento le università cinesi da più di quindici anni – racconta Cocconcelli – e ho visto con i miei occhi una trasformazione straordinaria. Da strutture simili alle nostre degli anni ’70 sono passati a centri di ricerca che oggi competono con le migliori realtà mondiali per qualità scientifica e tecnologica. In questi giorni ho incontrato insieme ai colleghi dei vari dipartimenti di facoltà alcuni potenziali partner e ho potuto constatare la solidità delle loro pubblicazioni e dei loro progetti di innovazione».
Una crescita che guarda con attenzione all’Europa, e in particolare all’Italia. «Per la Cina, Piacenza è un centro di eccellenza nel settore agroalimentare. C’è grande interesse a collaborare, sia sul fronte della ricerca congiunta, sia nella mobilità studentesca, perché vedono nel nostro sistema accademico un modello di riferimento, soprattutto per sicurezza alimentare e sostenibilità».