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Azoto in agricoltura: tra impatto ambientale e salute pubblica

31 maggio 2022

Azoto in agricoltura: tra impatto ambientale e salute pubblica

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L’azoto è un elemento nutritivo vitale per la crescita delle piante, ma in concentrazioni elevate può risultare dannoso per l’uomo e la natura. L’uso di nitrati in agricoltura, ampiamente diffuso nei fertilizzanti organici e chimici, rappresenta una significativa fonte d’inquinamento delle falde acquifere.

L’investimento del settore agricolo per ridurre l’impatto dei nitrati sulle acque è stato elevato negli ultimi anni ma molto resta ancora da fare e per raggiungere tale fine occorre lavorare sull’applicazione di tecniche agronomiche più sostenibili.

È in questa cornice che si è tenuto il tavolo del Ministero della Salute sul tema: “Azoto in agricoltura: Tra impatto ambientale e salute pubblica”, che ha visto tra i relatori il professor Luigi Lucini, docente di chimica agraria della Facoltà di Scienze agrarie, alimentari e ambientali dell’Università Cattolica, che si è inserito nel dibattito relativo all’impatto dell’agricoltura sulla qualità ambientale, con particolare riferimento  alla presenza dei nitrati nelle acque «tema purtroppo particolarmente sentito nella Pianura Padana. Da tempo, l’agricoltura è additata come uno dei maggiori responsabili della presenza di azoto, e nitrati in particolare, nelle acque potabili».

Il tavolo tecnico ministeriale, tuttavia, è stato un’ottima occasione per confrontarsi e discutere sui più recenti approcci per la gestione di questo potenziale rischio. L’agricoltura moderna, infatti, dispone di soluzioni innovative e sostenibili per garantire la sicurezza ambientale, la sicurezza dei consumatori e naturalmente assicurare le produzioni. Tra le soluzioni tecniche discusse, insieme alle scelte varietali ed alla gestione delle rotazioni, sono stati indicati approcci innovativi, quali gli inibitori della nitrificazione nei fertilizzanti o l’utilizzo di biostimolanti per aumentare l’efficienza d’uso dell’azoto da parte della pianta, riducendo quindi la contaminazione dell’ambiente.

Tematiche che rappresentano aree di ricerca in cui il campus piacentino dell’Università Cattolica del Sacro Cuore è direttamente impegnato da anni.

«Oltre ad andare nella direzione di una crescente tutela del cittadino - ha concluso Lucini - gli approcci discussi a Roma diventeranno probabilmente soluzioni irrinunciabili nel breve, alla luce dei vincoli imposti dal Green Deal e dal PNRR in tema di riduzione dell’impiego di composti chimici in agricoltura».

Un articolo di

Sabrina Cliti

Sabrina Cliti

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