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“Build back better”, una riflessione per la Quaresima

15 febbraio 2021

“Build back better”, una riflessione per la Quaresima

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Residente a Londra dove lavora come Associate in Goldman Sachs Alessandro Caffi, referente del Comitato Internazionale Alumni UCSC - UK, in vista della Quaresima propone questa riflessione sulla base della sua esperienza di vita in Inghilterra, nel solco della lettera pastorale 2020/21 dell'arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini.


La proposta pastorale per l’anno 2020-2021 e in particolar modo la lettera dell’Arcivescovo Mons. Mario Delpini in essa contenuta, offrono una preziosa occasione di riflessione personale sui mesi difficili trascorsi e su questo nuovo anno da poco cominciato.

Il tempo della pandemia, che purtroppo non si è ancora concluso, è stato segnato da sofferenza, dolore e morte. Come per le tragedie personali anche questa tragedia collettiva non ci deve lasciare nello sconforto e nel cinismo ma come credenti crediamo e testimoniamo che proprio in queste prove incontriamo Gesù risorto e Dio Padre misericordioso. Una testimonianza è sicuramente il bene che tante persone hanno dimostrato verso i fratelli con gesti di carità. Un altro segno di speranza è dato dai tanti amici che in questi mesi hanno deciso di sposarsi o hanno annunciato l’arrivo di un figlio. Se sui giornali leggevo delle tantissime vittime del virus, sui social media, venivo a conoscenza di tante “big news” dei miei amici. La vita che avanza sempre.

La pandemia, e in particolar modo il lungo periodo di lockdown e permanenza forzata nelle nostre case, hanno anche evidenziato il ruolo fondamentale della tecnologia nel rafforzare i rapporti umani. In assenza di contatti personali, le nostre vite si sono rapidamente digitalizzate. Il lavoro, la scuola, l’università e persino la Chiesa si sono trasformate. Come fedele, ricordo la messa di Pasqua, tipicamente un’occasione di gioia con la mia famiglia seguita dal tradizionale pranzo di festa, vissuta quest’anno individualmente su Facebook e seguita da un pranzo cucinato nel mio piccolo appartamento a Londra. Come alumnus dell’Università Cattolica, penso però anche ad un’iniziativa di orientamento professionale che abbiamo lanciato interamente online, Career Insight Series, non potendo accogliere di persona nella City gli studenti italiani. Le esperienze positive e creative maturate in ambito digitale devono rimanere anche quando l’emergenza sarà superata. Penso che come cristiani non dobbiamo aver paura di abitare la rete e testimoniare, anche online, la nostra Fede. Gruppi, siti, pagine Facebook lanciate da parrocchie o movimenti religiosi siano la testimonianza di un apostolato online.

Con il nuovo anno che comincia, e le notizie positive sui progressi medici grazie ai vaccini, è anche il momento di guardare al futuro e domandarsi che cosa ci aspetta. Nel Regno Unito, la politica e l’economia usano spesso lo slogan build back better. E’ un’espressione che mi piace molto e che sento mia perché non solo vogliamo ricostruire ma lo vogliamo fare meglio di quanto ci lasciamo alle spalle. I punti su cui concentrarsi ce li suggerisce Papa Francesco stesso, vengono ripresi da Mons. Delpini e traggono fondamento dalle Scritture.

Innanzitutto abbandonare l’individualismo che ci spinge a cercare solamente il nostro interesse, a inseguire livelli di benessere sempre più alti e ci isola dagli altri. È riscoprendosi costantemente Fratelli tutti che possiamo costruire una società più equa, giusta e inclusiva. La globalizzazione, in particolar modo, si presenta come un fenomeno storico irreversibile che neppure nei mesi più acuti della crisi si è interrotto. Essa offre possibilità di sviluppo e progresso quasi illimitate e ha sottratto alla povertà milioni di persone. Al tempo stesso, può rischiare di trasformarsi in una forma di oppressione verso intere fasce della popolazione o interi paesi, esclusi dai suoi effetti benefici. Come Chiesa cattolica, e quindi universale, dobbiamo essere parte di questo processo per volgerlo al bene. Penso all’insistenza dimostrata dal Papa affinchè anche i paesi poveri, o gli ultimi nelle economie avanzate, abbiano accesso gratuito al vaccino. La necessità di riconoscerci fratelli non è però vera solo sul piano collettivo e internazionale. Sul piano più personale, apprezzo come la società per cui lavoro, come molti altri grandi gruppi, investa risorse, tempo ed energie per iniziative di charity e volontariato. Il luogo di lavoro cessa di essere solamente il luogo dell’ambizione e del guadagno personale ma diventa il luogo dove portiamo tutto noi stessi, incluso il nostro impegno sociale.

Build back better significa anche impegnarsi per un’economia più sostenibile che rispetti l’ambiente. Ancora una volta il Pontefice con l’enciclica Laudato si, ricorda al mondo che il rispetto per l’ambiente non è un’invenzione recente ma lo stile di vita del cristiano da secoli, contemplazione delle opere del creato. Programmi e policy ambiziose come i green deal inglese e dell’Unione Europea o i piani di riduzione di CO2 da parte di Stati Uniti e Cina dimostrano una risposta globale ad una sfida altrettanto globale. Devono anche tradursi in azioni concrete da parte degli individui quando si sceglie quali prodotti acquistare, quali aziende sostenere, quali partiti appoggiare. L’Università Cattolica, come luogo di ricerca e sapere, promuove questi temi a livello nazionale, ad esempio con l’Alta Scuola per l’Ambiente.

La lettera pastorale di Mons. Delpini presenta anche due figure di “santi” moderni: Carlo Acutis e Armida Barelli. Sono due figure che apprezzo molto. Il primo, Carlo, era un adolescente nato a Londra, a poche vie di distanza da dove abito. Ci ricorda la chiamata universale alla santità. Santi non sono solo quelli onorati sugli altari ma tutti i battezzati che con fede, speranza e carità si impegnano per la costruzione del Regno. Il fatto che suo padre operasse nella finanza, mi sprona all’impegno anche nel mio ambito professionale e sociale. Le tante associazioni e gruppi esistenti a Londra sono il campo di azione perfetta, dove è possibile non solo essere attivo ma anche confrontarsi con l’altro sviluppando un approccio critico alla propria Fede e modo di vivere.

La seconda figura, Armida Barelli, co-fondatrice assieme a Padre Gemelli del nostro Ateneo, l’ho conosciuta attraverso l’Istituto Toniolo. Giustamente l’Università Cattolica la ricorda frequentemente, ne celebra le opere e la indica come modello. Mi piace che sia una donna. E’ un esempio forte del ruolo delle donne all’interno della società, delle istituzioni e della Chiesa. Ci rammenta di quante altre donne come lei esistano e di quante ancora servano. Mentre scrivo queste parole, pensare a lei mi fa pensare alla mia ragazza e mi ricorda come anche lo sviluppo individuale passi attraverso le figure femminili che con la loro intelligenza, creatività e spirito critico ci fanno crescere nella vita e in sapienza.

Sapienza è una parola che compare spesso, sin dal titolo, nella proposta pastorale alla Chiesa milanese. Con piacere osservo come l’Arcivescovo la accosti alla preghiera. Sapienza e preghiera, fede e intelligenza non sono opposti ma, come ha spesso ricordato Papa Benedetto durante il suo pontificato, camminano insieme e sono inseparabili. Quanta sapienza occorre alla società, all’economia, alla politica di oggi ma anche quanta preghiera! Sempre il Vescovo indica due punti di incontro tra queste due sfere. Innanzitutto in Dio che è Sapienza, il Verbo, ma anche il destinatario di tutte le nostre suppliche. Un Dio non lontano o assente ma vicino, ancora di più quando soffriamo. Il secondo è la Chiesa che vive di preghiera e non si fonda su integralismo o rigidi dogmi ma si fonda sullo Spirito, che è vera Sapienza.

Nel pensare allora alla mia vita come individuo, professionista e credente, prego allora che il Signore mi accompagni, mi doni la sua sapienza, ascolti la mia preghiera e mi aiuti a fare la mia parte nel ri-costruire ogni giorno.

Un articolo di

Alessandro Caffi

Alessandro Caffi

Referente Comitato Internazionale Alumni UCSC - UK

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