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Covid-19, la terza dose e i costi della pandemia

08 ottobre 2021

Covid-19, la terza dose e i costi della pandemia

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Siamo di fronte a due pandemie diverse che corrono assieme: infatti, valutando l’incidenza settimanale ogni 100.000 abitanti, calcolata tenendo separate la popolazione non vaccinata, vaccinata incompleta e vaccinata, si vede che le infezioni nella popolazione vaccinata si fermano a 24,98 ogni 100.000 abitanti a settimana mentre nella popolazione non vaccinata l’incidenza è a 140,36 ogni 100.000 abitanti.

Con l’avvio della terza dose di vaccini per le persone che ne hanno bisogno si vede da subito un’Italia a diverse velocità: il Molise è la Regione che ha somministrato il maggior numero di 3° dosi (1.280/100.000 abitanti) mentre la Valle d’Aosta è la Regione in cui tale somministrazione è pari a 0,91/100.000 - somministrazioni totali (3°dose ogni 100.000 abitanti) in rapporto alla popolazione residente di età superiore ai 12 anni.

Sotto il profilo delle ospedalizzazioni, considerando le persone non vaccinate, ogni settimana 12,19 persone ogni 100.000 abitanti finiscono in Area Medica e 1,42 persone ogni 100.000 abitanti in terapia intensiva. Contemporaneamente, tra i vaccinati 1,51 persone ogni 100.000 abitanti finiscono in Area Medica e 0,11 persone ogni 100.000 abitanti in terapia intensiva. Il 94% dei non vaccinati ospedalizzati non sarebbe ricoverato in Area Medica se fosse stato sottoposto a vaccinazione. Tra i ricoverati in terapia intensiva non vaccinati, il 96% avrebbe evitato il ricovero in Area Critica. Sulla base quindi del numero di ospedalizzati evitabili se vaccinati, possiamo stimare l’impatto economico sul servizio sanitario nazionale nel periodo tra il 20 agosto 2021 e il 19 settembre 2021 delle mancate vaccinazioni. Gli ospedalizzati non vaccinati che avrebbero evitato il ricovero in Area Medica, nel periodo temporale sopra considerato, sono pari a 5.798, mentre quelli dell’Area Critica sono pari a 691. Il totale dei costi ammonta a € 63.811.181,41 di cui, € 46.501.415,30 per le ospedalizzazioni in Area Medica e € 17.309.766,11 per le ospedalizzazioni in terapia intensiva.

È quanto emerso dalla 68ma puntata dell’Instant Report Covid-19, una iniziativa dell’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi Sanitari dell’Università Cattolica di confronto sistematico dell’andamento della diffusione del Sars-COV-2 a livello nazionale.

“In avvio la somministrazione della terza dose con una differente variabilità, afferma il professor Americo Cicchetti, direttore dell’Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi sanitari dell’Università Cattolica (ALTEMS), tra le singole Regioni. In testa il Molise con 1.280 somministrazioni ogni 100.000 abitanti, seguito da Umbria con 871 somministrazioni ogni 100.000 abitanti e Piemonte con 754 somministrazioni ogni 100.000 abitanti. La Valle d’Aosta è all’inizio, infatti, segna un andamento pari a 0,91 somministrazioni ogni 100.000 abitanti, preceduta dalla Calabria con 50 somministrazioni ogni 100.000 abitanti. Analizzando l’andamento delle somministrazioni giornaliere e, considerando il valore soglia pari a 500.000 somministrazioni giornaliere, dal 31 luglio 2021 le somministrazioni giornaliere risultano essere ancora sotto questa soglia”.

Quadro epidemiologico

In merito agli aspetti epidemiologici si confermano le differenze importanti in termini di incidenza della diffusione del Covid-19 nelle diverse Regioni che proseguono anche nella Fase 2. I dati (al 04 Ottobre) mostrano che la percentuale di casi attualmente positivi (n = 92.096) sulla popolazione nazionale è pari a 0,15% (in diminuzione rispetto ai dati del 27/09 in cui si registrava lo 0,17%). La percentuale di casi (n= 4.683.646) sulla popolazione italiana è in aumento, passando dal 7,82% al 7,85%.

L’incidenza settimanale corrisponde al numero di nuovi casi emersi nell’ambito della popolazione regionale nell’intervallo di tempo considerato. È stata individuata, come riferimento, il valore massimo che questa dimensione epidemiologica ha assunto in Italia: nei 7 giorni tra il 16 ed il 22 novembre 2020 i nuovi casi, a livello nazionale, sono stati 366 ogni 100.000 residenti. La settimana appena trascorsa evidenzia un calo dell’incidenza settimanale, registrando un valore nazionale pari a 30 ogni 100.000 residenti (in calo rispetto ai dati del 27/09, pari a 32 ogni 100.000 residenti).

Il primato per la prevalenza periodale sulla popolazione si registra in PA Bolzano (14,46%), in Val d’Aosta (9,82%), in Veneto (9,70%) ma è in Emilia-Romagna (0,33%) ed Sicilia (0,28%) che oggi abbiamo la maggiore prevalenza puntuale di positivi, con valori in leggero aumento nelle altre regioni, e con un media nazionale pari a 0,15% (in calo rispetto ai dati del 27/09, pari a 0,17%).

Dal report #25 è stata analizzata la prevalenza periodale che corrisponde alla proporzione della popolazione regionale che si è trovata ad essere positiva al virus nell’intervallo di tempo considerato (casi già positivi all’inizio del periodo più nuovi casi emersi nel corso del periodo). È stata individuata, come soglia di riferimento, il valore massimo che questa dimensione epidemiologica ha assunto in Italia: la settimana tra il 22 ed il 28 novembre è ad oggi il periodo in cui si è registrata la massima prevalenza periodale in Italia (1.612 casi ogni 100.000 residenti), mentre nell’ultima settimana la prevalenza periodale in Italia è pari a 192 casi ogni 100.000 residenti, in calo rispetto ai dati del 27/09 (212 casi ogni 100.000 residenti).

Letalità (rapporto decessi su positivi)

Nell’ultima settimana il dato più elevato si registra in Friuli-Venezia Giulia pari a 4,42 x 1.000 e in Campania pari a 4,26 x 1.000, nonostante siano ben lontani dal valore massimo registrato a marzo; la letalità grezza apparente, a livello nazionale, è pari al 2,18 per 1.000 in calo rispetto ai dati del 27/09 (2,54 x 1.000).

Mortalità (rapporto decessi su popolazione)

Nell’ultima settimana, la mortalità grezza apparente, a livello nazionale, è pari a 0,42% in calo rispetto ai dati del 27/09 (0,54 x 1.000). Il dato più elevato si registra in Sicilia al 1,03% seguito da Calabria al 0,75% e Toscana 0,68%.

Indice di positività settimanale

L’indice di positività al test misura, su base settimanale, il rapporto tra i nuovi casi positivi ed i nuovi soggetti sottoposti al test. L’indicatore differisce dall’indice di positività calcolato su base giornaliera, che valuta invece, il rapporto tra i nuovi casi positivi ed i nuovi tamponi effettuati, e comprende anche i tamponi effettuati per il monitoraggio del decorso clinico e l’eventuale attestazione della risoluzione dell’infezione. In particolare, l’indice registra un valore massimo del 14,55% in Basilicata e del 14,10% in Emilia-Romagna. In Italia l’indice di positività al test è pari all’5,50%: risulta positivo, dunque, circa 1 paziente su 18 nuovi soggetti testati, in diminuzione rispetto alla settimana precedente.

Tamponi molecolari e tamponi antigenici

La Regione associata ad un numero maggiore di tamponi antigenici realizzati risulti essere la P.A di Trento (62,30 per 1.000 abitanti), mentre la Regione associata ad un numero maggiore di tamponi molecolari realizzati risulti essere il Friuli-Venezia Giulia (20,06 per 1.000 abitanti). A livello nazionale, il numero di nuovi tamponi molecolari settimanali è pari a 9,90 per 1.000 abitanti mentre il numero di nuovi tamponi antigenici è pari a 18,59 per 1.000 abitanti.

Terapie intensive

Nuovi Ingressi Settimanali in Terapia Intensiva

Dal report #33 è stato avviato il monitoraggio dei nuovi Ingressi Settimanali in Terapia Intensiva (x 100.000 ab.). Il valore medio registrato nel contesto italiano è pari a 0,26 x 100.000 ab. in calo rispetto ai dati del 27/09 (pari a 0,34). Le regioni che hanno evidenziato più ingressi nel setting assistenziale della terapia intensiva durante l’ultima settimana sono la Sardegna (0,69 x 100.000 ab.), l’Umbria (0,58 x 100.000 ab.) e il Friuli-Venezia Giulia (0,50 x 100.000 ab.).

Tassi di saturazione dei posti letto in Terapia Intensiva e di Area Non Critica

L’indicatore mette in relazione il tasso di saturazione dei posti letto in Terapia Intensiva con il tasso di saturazione dei posti letto in Area Non Critica.

Le soglie del 10% e del 15%, rispettivamente di Terapia Intensiva e per l’Area Non Critica, sono individuate dal DECRETO-LEGGE 23 luglio 2021, n. 105 “Misure urgenti per fronteggiare l'emergenza epidemiologica da COVID-19 e per l'esercizio in sicurezza di attività sociali ed economiche” come quelle oltre le quali è previsto il passaggio dalla Zona Bianca a Zona Gialla. Al 4 ottobre tutte le regioni registrano tassi di saturazione, sia in riferimento ai posti letto di Terapia Intensiva, sia di Area Non Critica, al di sotto delle rispettive soglie del 10% e 15%.

Indice di stress del sistema sanitario

L’assegnazione dei «colori» alle Regioni è regolata da tre soglie principali: dall’incidenza dei casi sulla popolazione, dai tassi di occupazione dei posti letto in terapia intensiva e dai tassi di occupazione dei posti letto nelle terapie sub-intensive.

Con l’avanzamento della campagna vaccinale, le soglie di 50/150/250 casi ogni 100.000 abitanti devono essere innalzate poiché, a parità di sistema ospedaliero regionale, il numero di persone che oggi rischiano di contrarre la malattia è inferiore rispetto al periodo nel quale queste soglie sono state stabilite.

L’indicatore di stress elaborato sulla settimana (30 settembre - 06 ottobre) mostra un valore medio nazionale pari a 0,22 (con un’incidenza media settimanale pari a 36 nuovi casi ogni 100.000 ab. e 42.926.542 persone che hanno completato il ciclo vaccinale), con valori differenti tra le Regioni: la regione con il rischio di soglia in zona gialla più elevato è la PA Bolzano con un indice di stress pari a 0,58, un’incidenza media settimanale pari a 72 nuovi casi ogni 100.000 ab. e 337.228 persone che hanno completato il ciclo vaccinale; a seguire, la Sicilia con un indice di stress pari a 0,44, un’incidenza media settimanale pari a 58 nuovi casi ogni 100.000 ab. e 3.174.236 persone che hanno completato il ciclo vaccinale; al contrario la regione con il rischio di soglia in zona gialla più basso è il Molise con un indice di stress pari a 0,05, un’incidenza media settimanale pari a 8 nuovi casi ogni 100.000 ab. e 224.454 persone che hanno completato il ciclo vaccinale.

Indice epidemico composito

Sfruttando le principali basi dati disponibili, abbiamo elaborato un Indice Epidemico Composito che rappresenta sinteticamente cinque dimensioni relative all’epidemia, in particolare: la proporzione dei nuovi casi tra i testati, l’incidenza, lo stress sulle terapie intensive, la mortalità e la proporzione di popolazione non vaccinata; ognuna di queste dimensioni rappresenta un elemento su cui porre particolare attenzione nel monitoraggio dell’epidemia ed è utile poter disporre di un indice che consente di leggerle insieme, il cui valore dovrebbe idealmente tendere al valore 1. Le dimensioni prese in considerazione sono state normalizzate sulla base di standard di riferimento, in modo da poterle combinare. I valori tendenti al rosso nella mappa indicano i contesti su cui porre particolare attenzione.

Alcune Regioni attualmente si trovano in uno scenario su cui porre più attenzione (Sicilia, Basilicata ed Emilia-Romagna).

Impatto economico sul SSN delle mancate vaccinazioni

Per fornire un quadro completo sull’impatto economico per il SSN dell’emergenza COVID-19, si è voluto analizzare la campagna vaccinale in Italia andando ad elaborare una stima delle mancate vaccinazioni in Italia. Il concetto di impatto economico viene indagato con riferimento al volume di ricoveri e alle giornate di terapia intensiva per COVID-19, correlate alle mancate vaccinazioni, considerando un’efficacia del vaccino inferiore al 100%. Partendo dai dati forniti dal Bollettino sulla sorveglianza epidemiologica del Covid-19 (1) rilasciato settimanalmente dall’Istituto Superiore di Sanità (29 settembre 2021 – ore 12:00), in cui vengono esplicitati il numero assoluto e la percentuale di persone vaccinate nella popolazione generale e di casi di infezione da SARS-CoV2, di casi ospedalizzati, ricoverati in terapia intensiva e deceduti per stato vaccinale negli ultimi 30 giorni, si è andato a valorizzare economicamente il paziente ricoverato in ospedale (paziente in Area Medica) e il paziente ricoverato in Terapia Intensiva (paziente in Area Critica) per mancata vaccinazione. Il numero di degenza media (2) è stata differenziata, come per i costi, in base alla gravità del paziente: è pari a 11,3 giorno per i pazienti che trascorrono il ricovero interamente in Area Medica (Medicina interna, Pneumologia, Malattie infettive, ecc) e 14,9 per i pazienti che transitano da Terapia intensiva (Area Critica). Il costo giornaliero dell’ospedalizzato è stato stimato pari a €709,72 (3), mentre il costo giornaliero dell’ospedalizzato in Terapia intensiva è stato stimato pari a €1.680,59 (4). Questi due driver di costo sono stati utilizzati per stimare il costo per il SSN dei non vaccinati.

Valutando l’incidenza settimanale ogni 100.000 abitanti, calcolata tenendo separate la popolazione non vaccinata, vaccinata incompleta e vaccinata, è possibile vedere che siamo di fronte a due pandemie diverse che corrono assieme. Le infezioni nella popolazione vaccinata si fermano a 24,98 ogni 100.000 abitanti a settimana mentre nella popolazione non vaccinata l’incidenza è a 140,36 ogni 100.000 abitanti.

Sotto il profilo delle ospedalizzazioni, considerando le persone non vaccinate, ogni settimana 12,19 persone ogni 100.000 abitanti finiscono in Area Medica e 1,42 persone ogni 100.000 abitanti in terapia intensiva. Contemporaneamente, tra i vaccinati 1,51 persone ogni 100.000 abitanti finiscono in Area Medica e 0,11 persone ogni 100.000 abitanti in terapia intensiva. Il 94% dei non vaccinati ospedalizzati non sarebbe ricoverato in Area Medica se fosse stato sottoposto a vaccinazione. Tra i ricoverati in terapia intensiva non vaccinati, il 96% avrebbe evitato il ricovero in Area Critica. Sulla base quindi del numero di ospedalizzati evitabili se vaccinati, possiamo stimare l’impatto economico sul servizio sanitario nazionale nel periodo tra il 20 agosto 2021 e il 19 settembre 2021 delle mancate vaccinazioni. Gli ospedalizzati non vaccinati che avrebbero evitato il ricovero in Area Medica, nel periodo temporale sopra considerato, sono pari a 5.798, mentre quelli dell’Area Critica sono pari a 691. Il totale dei costi ammonta a € 63.811.181,41 di cui, € 46.501.415,30 per le ospedalizzazioni in Area Medica e € 17.309.766,11 per le ospedalizzazioni in terapia intensiva.

Andamento vaccinazioni Covid-19 in Italia

Dal report #34 è stato analizzato l’andamento delle vaccinazioni Covid-19 in Italia.

Prime dosi/Popolazione residente per fascia di età (x 100 ab.)*

A livello nazionale si registrano le seguenti percentuali per le fasce di età considerate: 12-19 anni (68%), 20-49 anni (78%), 50-69 (83%), 70-79 (89%), over 80 anni (93%). La media nazionale (che considera la fascia di età maggiore di 12 anni) è pari al 81%.

Andamento somministrazioni (valore soglia 500.000)

Analizzando l’andamento delle somministrazioni giornaliere (prima e seconda dose) considerando il valore soglia pari a 500.000 somministrazioni giornaliere, dal 31 luglio 2021 le somministrazioni giornaliere risultano essere ancora sotto questa soglia.

Percentuale di copertura delle fasce di popolazione (1° dose)

È stato avviato il monitoraggio della percentuale di copertura delle fasce di popolazione stratificate per età riguardo la prima dose vaccinale. Dal grafico si evince come la Puglia, il Lazio e la Toscana abbiano vaccinato la quota maggiore di over 70 nel contesto nazionale. La Sicilia rappresenta la regione con la percentuale minore in termini di copertura vaccinale della popolazione over 70 (82,56%).

Terza dose/popolazione residente (+12) x 100.000 abitanti

L’indicatore mostra le somministrazioni totali (3°dose/100.000) in rapporto alla popolazione residente di età superiore ai 12 anni. Dal grafico si evince che il Molise è la regione che ha somministrato il maggior numero di 3° dosi (1279,83/100.000) mentre la Valle d’Aosta è la regione in cui tale somministrazione è ancora pari a 0,91/100.000.

Copertura vaccinale (ciclo completo, popolazione > 12 anni)

L’indicatore mostra la percentuale su base regionale di individui sopra i 12 anni di età che hanno ultimato il ciclo vaccinale. Dal grafico si evince che la regione caratterizzata dalla copertura più alta è Lombardia (73,9%) mentre la P.A. di Bolzano di configura come la regione con la percentuale di individui che hanno completato il ciclo vaccinale più bassa (59,2%). In Italia il 69,7% della popolazione risulta totalmente immunizzata.

Un articolo di

Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi sanitari

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