«Oggi potremmo dire che il pianoforte è un sistema semiotico, una combinazione sempre nuova tra linguaggio, tecnologia, relazione tra i compositori. La cosiddetta piano culture, la cultura pianistica, nelle varie epoche produce il pianoforte come sistema».
Enrico Reggiani, professore di Letteratura inglese, direttore dello Studium musicale di Ateneo e promotore del “Pianoforte in Ateneo”, ha aperto così l’ultima serata della terza edizione dell’iniziativa cultural musicologica aperta alla città di Milano nel 2024. Alla base dell’ideazione di questa rassegna, sempre frutto dell’intesa tra lo Studium musicale di Ateneo e Kawai Pianos di Hamamatsu, c’è il fatto che «ogni programma che noi affrontiamo insieme a chi esegue è una proposta culturale, una visione della musica che il pianista propone a chi ha pazienza di ascoltare» – ha continuato Reggiani che condivide la progettazione degli eventi con il direttore scientifico artistico, Maestro Davide Cabassi.
A caratterizzare l’ultima serata in programma giovedì 14 novembre nell’Aula Magna di largo Gemelli è stato il concetto di “improvviso” che corrisponde a una visione della musica e della realtà in cui la musica si trova, ovvero cambia significato a seconda delle diverse epoche. «Ci sono società molto strutturate come il primo Settecento in cui l’improvvisazione richiede modelli che l’ascoltatore riconosca – ha spiegato Reggiani –. L’improvviso corrisponde alla visione della musica e della realtà in cui la musica si trova».
La serata è stata una sorta di “ghirlanda” eseguita dalla pianista americana ventiseienne Rachel Breen, con quattro improvvisi di Chopin cronologicamente disposti, di cui l’opera 66 è stata la prima a essere composta ma l’ultima a essere pubblicata. La giovanissima e versatile artista, che, oltre alla sua brillante carriera musicale insignita di molti premi internazionali si dedica alla filosofia, alle arti visive e allo sport, ha intrecciato alle opere di Chopin altre di Berio, Mussorgsky, Schönberg e Medtner.
Al programma serale si sono associate come ogni anno le masterclass pianistiche e un incontro sull’evoluzione tecnologica del pianoforte nell’ambito dell’insegnamento del professor Reggiani “Linguaggi musicali in prospettiva storica”, dedicato fino a maggio a “Piano culture: linguaggi, economie, tecnologie”.