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Dentro l’archivio storico (digitalizzato) del Touring Club Italiano

24 giugno 2021

Dentro l’archivio storico (digitalizzato) del Touring Club Italiano

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C’è stata un tempo in cui – in assenza d’immagini digitali, video, web e social da cui oggi siamo accerchiati – la bellezza di itinerari, luoghi, profumi e atmosfere paesaggistiche doveva essere evocata tramite le parole e la capacità dell’autore di descrivere.
Una fonte preziosa per un viaggio a ritroso verso tutto ciò, è l’Archivio del Touring CIub Italiano che - con le sue quasi 700.000 unità fra documenti e atti ufficiali, stampe fotografiche, cartoline, carte geografiche e atlanti, pubblicazioni e fondi speciali - costituisce una delle raccolte archivistiche più importanti in Italia.

Un patrimonio di straordinario valore storico, con il quale l’Università Cattolica del Sacro Cuore vanta rapporti e collaborazioni pluriennali (oggi in gran parte anche digitalizzato e accessibile a distanza), a cui 40 studenti del corso di Storia del turismo tenuto dalla prof.ssa Maria Paola Pasini alla facoltà di Scienze linguistiche hanno attinto e lavorato durante il periodo di didattica da remoto.

Il risultato sono stati 40 approfondimenti in formato Power Point, raccolti in un drive e simbolicamente consegnati all'Archivio del Touring Club nell'incontro online “Un’idea di turismo attraverso le riviste storiche del Touring Club Italiano. L’esperienza didattica di analisi dei materiali d’archivio".

Oggetto dello studio sono stati numerosi numeri storici della Rivista del Touring Club e Le vie d'Italia pubblicati a partire dalla fine dell'Ottocento fino agli anni Sessanta, contenenti una panoramica dal punto di vista turistico e delle fasi della storia italiana. 

«Gli studenti hanno avuto l’opportunità di lavorare su un patrimonio inestimabile contribuendo, ci auguriamo, a valorizzarlo ulteriormente – ha raccontato la prof.ssa Maria Paola Pasini, docente del corso di Storia del turismo e coordinatrice del lavoro. - Dopo un iniziale incontro da remoto con la responsabile dell'archivio, la dottoressa Luciana Senna, che ha introdotto gli studenti alla conoscenza dei materiali, ognuno di loro ha scelto di concentrarsi su un numero in particolare, inquadrando il contenuto alla luce del contesto storico e avviando confronti diacronici sul tema scelto».

«Il primo dinamismo del turismo è tornare indietro nel tempo e vedere come si è trasformato» ha infatti notato Giovanni Gregorini, Coordinatore del corso di laurea triennale in Scienze Linguistiche.

Non solo turismo e viaggi, ma anche la storia delle aziende che hanno fatto la storia d’Italia, i grandi temi legati all’ambiente, all’innovazione, usi e costumi del tempo, l’evoluzione del turismo come fenomeno sociale. L’archivio del TCI riunisce identità trasversali e prospettive intrecciate, raccontate attraverso i testi e, fatto non scontato per l'epoca, grazie a fotografie e immagini di grande qualità.

Diversi i temi trattati: dal turismo termale all’educazione stradale, il cambiamento climatico, l’evoluzione degli stili architettonici, le modalità di spostamento su ferro e acqua. Oltre, ovviamente, agli itinerari classicamente intesi: il TCI è infatti tra i primi a realizzare guide per gli stranieri in Italia.

Soddisfatta Luciana Senna, Responsabile Archivio Touring Club Italiano di Milano per cui «è stato fatto un lavoro splendido, che ben mette in evidenza l’essenza prismatica di riviste che non parlano solo di turismo in senso stretto, ma hanno fatto un’opera di divulgazione ed educazione civica ad ampio raggio, concependo il turismo come un modo di affrontare e vedere la realtà che spinge alla conoscenza di luoghi, persone, arte e territori».

Qualche esempio: Megi Perlala, su Le Vie d’Italia del Luglio 1953, ha individuato un articolo sullo scioglimento dei ghiacciai. «Mi ha impressionato trovare un approfondimento così ben scritto, poiché prima del discorso di Al Gore del 2008 in pochi si occupavano di un tema che oggi va per la maggiore. Questo rende il TCI un precursore importante» ha commentato la studentessa.

Marta Scaramella si è soffermata sui piatti tipici della cultura bresciana del tempo, dall’uccellagione allo spiedo bresciano, e sulla “nascita” di località turistiche come Madonna di Campiglio, oggi ambita meta invernale, «resa tale dall’intuizione di un allevatore di bestiame di Pinzolo»; mentre il turismo culturale è stato il tema scelto da Safir Manni partendo Biennale di Venezia, descritta nel numero di Luglio 1950.

Ke Ning, studentessa di nazionalità cinese, partendo da una rivista del febbraio 1960 ha analizzato il fenomeno del turismo di massa, notando inoltre - tramite le foto di architetture e ville con ceramiche e porcellane cinesi – «l’esistenza precoce dello scambio culturale tra i due Paesi».

Sempre nel 1960, su Le vie d’Italia di giugno, Paola Magrotti ha osservato le fotografie delle vacanze sul lago di Garda a bordo del fuoribordo «l’antenato del nostro motoscafo» mentre Lorenzo Mingotti, con un balzo indietro nel tempo fino a gennaio 1913, ha constatato come il turismo della Bell’Epoque non potesse ancora contare sugli spostamenti in auto o aereo, «invenzioni la cui diffusione su larga scala, in seguito, avrebbe permesso al turismo di crescere ed evolvere».
 

Un articolo di

Bianca Martinelli

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