«Con il prossimo anno accademico – ha proseguito il preside - gli studenti della Class 2030 entreranno in un nuovo curriculum totalmente ridisegnato per un'esperienza di apprendimento intensiva e completa e per ampliare le opportunità di acquisire abilità cliniche e competenze mediche preservando le solide basi delle discipline precliniche. È su questo nuovo curriculum che si baserà il programma didattico del corso di laurea parallelo che l’Università Cattolica avvierà a Bolzano nel 2024 con l'obiettivo di attrarre giovani studenti anche dal Centro e Nord Europa».
Introdotte dagli interventi del professor Alessandro Sgambato, vicepreside della Facoltà di Medicina e chirurgia, del professor Giovanni Delogu, vicepresidente del corso di laurea, e di don Alessandro Mantini, Assistente Pastorale e docente di Teologia della Sede di Roma, la storia e le esperienze del corpo accademico sono state poi raccontate da alcuni docenti della faculty del corso.
«Dopo dieci anni – ha detto il professor Sgambato – l’importanza e il valore formativo e strategico di questo corso di laurea sono ben evidenti. Ricordando gli inizi dell’attivazione di questo programma internazionale, possiamo affermare oggi che l’obiettivo di formare “medici globali”, con fondate competenze scientifiche e cliniche e con un forte impegno etico è stato davvero raggiunto. Nel celebrare questo traguardo non possiamo non ricordare le persone che, in primis, hanno fortemente creduto in questo nuovo Corso di Laurea e hanno dato un contributo fondamentale per il suo avvio, in particolare il Magnifico Rettore professor Franco Anelli, l’allora preside di Facoltà professor Rocco Bellantone e la prima presidente del corso, la professoressa Gigliola Sica».
«La Facoltà di Medicina e chirurgia – ha aggiunto don Mantini – era “il sogno” di Padre Gemelli: questo corso è un sogno nel sogno e voi studenti ne siete figli, in nome della conoscenza, della solidarietà, della formazione umana, della spiritualità e nel dialogo che crea la vera comunità di persone».
Ed è proprio nel dialogo che il professor Delogu ha individuato la chiave e uno dei principali punti di forza del corso: «Oggi celebriamo dieci anni di successi e traguardi che dieci anni fa non immaginavamo neppure. Abbiamo potuto apportare tante innovazioni, didattiche, esperienziali e formative, soprattutto grazie a un dialogo e a una collaborazione costante fra docenti e studenti che certamente il futuro vedrà consolidarsi ancora».
Il corso di laurea in Medicine and Surgery iniziò nell’anno accademico 2013/2014 con il primo gruppo di iscritti; già nel 2016 oltre due terzi delle matricole erano internazionali, provenienti soprattutto dai Paesi del Mediterraneo e dalle regioni MENA (Middle East and North Africa) e del Golfo. Da allora gli studenti provengono da oltre 100 Paesi dei 5 continenti e la Class 2029 appena iniziata conta ormai 100 giovani studenti, tre quarti dei quali internazionali.
Finora, il corso – che oggi conta circa 450 iscritti nei sei anni del piano didattico - ha laureato 214 medici: alcuni sono tornati nei propri Paesi d’origine, altri hanno iniziato la formazione post lauream nel Regno Unito, altri sono diventati post-doc in prestigiose istituzioni dell'Unione Europea, altri ancora frequentano programmi di tirocinio negli Stati Uniti. La maggior parte dei laureati italiani sono rimasti nel nostro Paese, scelta che stanno prendendo sempre più in considerazione anche un numero crescente di laureati stranieri.