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Economia e finanza e il circolo virtuoso dell’etica

15 marzo 2024

Economia e finanza e il circolo virtuoso dell’etica

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Collocare l’attività economica e la ricerca del guadagno individuali nella prospettiva del bene comune. Quella che il rettore Franco Anelli ha proposto in larga parte del discorso inaugurale del Dies Academicus della sede di Brescia giovedì 14 marzo è una riflessione sul «senso e la necessità dello sforzo educativo che l’Università Cattolica si propone con il nuovo corso di laurea in Business & Finance».

Alle motivazioni dell’attivazione della triennale in inglese, promossa a Brescia dalle Facoltà di Scienze bancarie, finanziarie e assicurative e di Economia e Giurisprudenza - che porta così a nove le facoltà operanti nella sede - il rettore ha dedicato gran parte del suo intervento.

Riferendosi all’avvio del corso nel prossimo anno accademico, il professor Anelli ha detto che «il passo può sembrare ardito», considerata la storia della sede bresciana, che il coordinatore per le strategie di sviluppo della sede Mario Taccolini ha ripercorso nell’avvicinarsi dei sessant’anni dall’avvio. Ma, ha continuato il rettore Anelli «esprime una profonda continuità nella vocazione che ispira la presenza dell’Università Cattolica in questo territorio. C’è infatti un legame forte fra le originarie istanze che stimolarono la nascita della Sede, imperniata sulle scienze pedagogiche, e l’attenzione che il nuovo corso di laurea riserverà alle discipline economiche, aziendalistiche e finanziarie: una continuità che risiede nella convinzione che solo una sintesi profonda tra cultura e economia possa innescare attività orientate al bene comune in qualunque campo dell’agire sociale».

Di rapporto necessario e intrinseco fra morale ed economia ha parlato anche Antonio Patuelli, presidente Associazione Italiana Bancaria, secondo cui c’è una reciprocità importante tra i due ambiti. «L’economia come luogo di creazione di ricchezza non fine a sé stessa, ma come mezzo per l’incremento dello sviluppo, del progresso, dei più alti gradi di civilizzazione, in cui l’elemento qualitativo supera quello quantitativo. La Dottrina sociale della Chiesa critica giustamente “l’egoismo miope e limitato al corto termine”».

Un articolo di

Paolo Ferrari e Katia Biondi

Paolo Ferrari e Katia Biondi

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Per il presidente Abi, «ogni progresso del mondo economico non può considerarsi tale se misurato solo su parametri di quantità e di efficacia nel produrre profitto, ma va commisurato anche alle qualità delle vite che produce e dell’estensione del benessere, non solo materiale, che diffonde».

Si tratta - aveva in precedenza osservato il rettore Anelli - di temi, oggi in voga, come la dimensione etica e la responsabilità sociale dell’impresa, e in particolare della finanza. Proprio per questo «cultura, affari e vocazione etica possono dunque non essere separate, e semmai possiamo interrogarci sul come e sul perché il capitalismo le abbia spesso disgiunte con effetti talora drammatici».

Quello che va evitato, ha ribadito il rettore Anelli, è la finanziarizzazione dell’economia, «che a tratti ha portato a contrapporre la “finanza” a una non sempre ben definita “economia reale”». È «l’autoreferenzialità della finanza a spaventare». Negli anni Novanta si affermò la cosiddetta “new economy”, «una sorta di avida utopia che prese il sopravvento sulla razionalità di molti», con la consacrazione dell’indice di borsa Nasdaq e la bolla che scoppiò all’inizio del Duemila. Una lezione non appresa che si ripresentò nel 2008 con l’altra bolla speculativa dei mutui sub-prime, che «attraversò come un ciclone l’intera economia mondiale».

Per rispondere a quei rischi, ha detto il rettore Anelli, «l’elaborazione di un’etica per l’economia deve riguardare tutta l’impostazione degli studi e delle discipline che insegniamo. Deve essere, ed è, un tratto distintivo della nostra offerta formativa; questa attenzione alla cornice valoriale non fa certo sconti sulla scientificità e serietà delle ricerche e degli insegnamenti. Al contrario, vuole rispondere proprio alle esigenze del mercato, delle imprese, degli stakeholders, che avvertono la necessità di un’operazione normativa non posticcia e improvvisata ma frutto di una riflessione attenta e approfondita».

Il professor Anelli ha ricordato che «la dimensione etica dell’economia non è un accidente. Economia, imprenditorialità, finanza, mercati sono realtà intrise di etica». D’altra parte «le realtà del mondo cattolico hanno dimostrato, nel corso dei decenni, di saper ben coniugare la necessaria esigenza di fare profitti (per generare benessere) e l’adesione a un universo valoriale ed etico che trova riferimenti essenziali nella Dottrina sociale della Chiesa e si è tra le altre tradotto nelle esperienze degli istituti di credito del territorio bresciano».


Il rapporto tra etica e finanza, ha aggiunto il presidente dell’Ebis Alessandro Azzi, «tocca un tema nevralgico che è ormai al centro delle riflessioni e delle attività dell’Ente bresciano istruzione superiore. Vale a dire la necessità di una finanza maggiormente inclusiva, che sappia accompagnare il mondo produttivo e le aziende, che tanta parte hanno nel sistema bresciano, verso una transizione sostenibile».

Aspetti su cui si è soffermato il presidente Abi Antonio Patuelli: «L’etica ha incrociato per prima la sostenibilità e le sue connessioni. Sostenibilità impone un salto di qualità, innanzitutto metodologico e prospettico, di valutazione dei rischi di crescita all’infinito di uno sviluppo che deve essere preventivamente compatibile con la tutela della salute e dell’ambiente e con le possibilità stesse di ulteriore potenziale, anche inimmaginabile, futuro ulteriore sviluppo».

Il presidente Abi ha fatto riferimento anche all’attualità: Dopo anni di ricapitalizzazioni e ristrutturazioni realizzate dagli azionisti e dalle banche con sacrifici e senso di responsabilità, assieme alle rappresentanze sindacali e ai lavoratori, i rischi, anche internazionali, sono nuovamente cresciuti: vi sono nuovi sintomi di deterioramento del credito che necessitano di ulteriori prudenziali accantonamenti per il rafforzamento anche prospettico della solidità patrimoniale delle banche, premessa di economia solida. Per questo «l’Abi ha pubblicato un memorandum di iniziative bancarie per aiutare i mutuatari in difficoltà per far fronte alla crescita dei tassi variabili».

A fronte di questi problemi, per Patuelli «occorrono regole più flessibili per banche, imprese e famiglie per ristrutturare i crediti deteriorati» e rendere meno rigida l’inflessibile normativa.

Un ultimo accenno Antonio Patuelli ha dedicato al progetto europeo che manifesta i suoi riflessi nell’Unione bancaria per la cui ulteriore crescita «occorre prendere realisticamente atto dell’esperienza ormai di questo decennio e procedere nelle forme possibili, a cominciare dalla realizzazione di Testi unici europei innanzitutto di diritto bancario, per superare le differenze normative fra i diritti dei vari Stati che appartengono all’Unione bancaria». E sulle sfide future che devono affrontare le banche Patuelli ha suggerito di ispirarsi alla lungimiranza del banchiere Raffaele Mattioli, del quale nello scorso anno è stato ricordato il cinquantenario della morte. Va seguito il suo alto esempio «rifiutando il cinismo, l’avidità, l’economia priva di etica, l’assenza di memoria, anteponendo i principi, impegnati in doveri non evanescenti e per una moralità non accomodante».

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