C’è chi vive le emozioni più forti grazie all’arte, chi attraverso il design, chi quando hanno a che fare con la scienza o la tecnologia, e chi trova emozioni sempre nuove grazie alla musica, che sia quella nata dal genio di Bach o l’ultima hit di Sanremo. «Quando scrivo musica non uso uno strumento, perché rischierei di accontentarmi di ciò che la mano ha prodotto» racconta il maestro Peppe Vessicchio, compositore e direttore d’orchestra, durante “Emotioneering”, il convegno che ha indagato i modi con i quali le emozioni si relazionano con la tecnologia, il design, l’arte e la progettazione di ambienti e di prodotti, influendo su questi ambiti. «Preferisco creare musica chiarendo ciò che voglio dentro la mia testa» continua il maestro Vessicchio. «Anche a costo di allungare notevolmente i tempi di scrittura, è il modo migliore per fare sì che le mani non prendano il sopravvento sulle mie reali intenzioni. Perché le mani lavorano in maniera procedurale, vanno a fare ciò che già conoscono».