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Esitanti, quello che la pandemia ci ha insegnato sulla psicologia della prevenzione

23 giugno 2021

Esitanti, quello che la pandemia ci ha insegnato sulla psicologia della prevenzione

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ESITANTI. Questo siamo diventati quando la pandemia ci ha travolti: oltre ai più evidenti risvolti sanitari ed economici, il Covid19 ha indubbiamente avuto importantissime conseguenze sul piano psicologico e sociale per tutti noi cittadini.

Per i lunghi mesi di iniziale convivenza con il virus, il comportamento umano è stata l’unica strategia mondiale per contenere la diffusione del contagio: indossare la mascherina, lavarsi le mani, mantenere il distanziamento fisico. Regole semplici, ma psicologicamente faticose, che hanno avuto un forte impatto sulla nostra quotidianità e a cui non tutti hanno reagito allo stesso modo, spaziando in reazioni che andavano dalla consapevole accettazione al totale rifiuto. E l’incertezza davanti alle regole di prevenzione, è oggi esitazione davanti ai tanto attesi vaccini.

Proprio dall'esitanza verso i comportamenti preventivi e la campagna vaccinale parte l’analisi sviluppata dalla professoressa Guendalina Graffigna, ordinario di Psicologia dei consumi dell’Università Cattolica di Cremona, i cui risultati sono raccolti nel volume “Esitanti: quello che la pandemia ci ha insegnato della psicologia della prevenzione” (Edito da Il Pensiero Scientifico Editore) presentato a Cremona dall’autrice insieme a Marco Trevisan, preside della Facoltà di Scienze agrarie, alimentari e ambientali della Cattolica, Alessandro Antonietti, preside della facoltà di Psicologia della Cattolica, Lorenzo Morelli, ordinario di Microbiologia e al sindaco Gianluca Galimberti. A moderare l'incontro Marco Bencivenga, direttore del quotidiano La Provincia.
 
“Esitanti” è un’espressione che «in qualche modo sintetizza lo stato di sospensione decisionale che ha caratterizzato non solo gli atteggiamenti dei semplici cittadini, ma anche di chi si è trovato a decidere per gli altri. Il compito della psicologia è quello di studiare i processi che portano alla presa di coscienza delle nostre decisioni. Conoscere questi processi ci permette di decidere di cambiare consapevolmente i nostri comportamenti o di lavorare perché le persone decidano altrimenti».
 
«La nostra psiche è stata sballottata, il Covid ci lascia ferite non da poco. Abbiamo perso le nostre certezze, fino a mettere in dubbio e in crisi il concetto stesso di progresso. Forse ci abitueremo a una maggiore sobrietà, forse saremo più resistenti e più temprati. Ma questo vale un po' per ogni periodo di crisi importante che mette a dura prova quello che credevamo certo e immutabile».

Da queste considerazioni e da un’intensa attività di ricerca sui risvolti psicologici della pandemia da Covid19 e della sua prevenzione condotta con il team di ricerca del Centro EngageMinds HUB, nasce l’idea di questo libro che si offre come occasione di riflessione critica su noi stessi, la società e le istituzioni al tempo di Covid19 per porre le basi verso un nuovo modo di progettare e sostenere l’educazione preventiva rivolta ai cittadini.

 

Un articolo di

Sabrina Cliti

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