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Eugenia Scabini, una storia di vita e di ricerca

22 febbraio 2021

Eugenia Scabini, una storia di vita e di ricerca

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È da pochi giorni in libreria Una storia di vita e ricerca (Vita e Pensiero), l’autobiografia di Eugenia Scabini, professore emerito di Psicologia Sociale, già Preside della Facoltà di Psicologia e Direttore del Centro di Ateneo Studi e Ricerche sulla Famiglia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Un racconto sincero e coraggioso di una donna dalla vita personale e professionale intensa. Di seguito un breve estratto dal capitolo dedicato alla nascita del Centro e alle ricerche che anticiparono i trend attuali sulla famiglia.
 



La famiglia negli anni ‘70 era al centro del dibattito sociale e politico: basti pensare alla legge e poi al referendum sul divorzio e aborto e sul diritto di famiglia... La cattolicità era scossa e l’Università Cattolica, genialmente, ha rilanciato sul piano della riflessione scientifica e culturale. Così è cominciata l’avventura entusiasmante del Centro Famiglia con un lavoro di confronto interdisciplinare tra psicologi, sociologi, psichiatri, giuristi, economisti, demografi […]. Un compito non facile: gli studiosi contattati per i vari campi del sapere avevano competenze specifiche e settoriali sulla famiglia e dovevamo riuscire a trovare un tema/obiettivo che consentisse un confronto fruttuoso e una reciproca contaminazione che fosse ben di più che un accostamento di prospettive, come è facile esito dei lavori interdisciplinari. […]
 

Un’analisi critica che ci consentisse un ancoraggio ai dati di realtà ci è parso subito un buon e realistico punto di partenza: qual era il panorama delle ricerche effettuate nel nostro paese sulla famiglia da varie discipline? La realizzazione di questo progetto, che aveva ottenuto il finanziamento del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), è stata assai difficoltosa per via della frammentazione delle ricerche e per la mancanza di pubblicazioni periodiche non settoriali sul tema, ma ci ha dato il polso della situazione e ci ha consentito di venire in contatto con i ricercatori e gli studiosi che si occupavano di famiglia.


Una mossa di apertura importante che è esitata nella pubblicazione di due volumi usciti nella forma di un Bollettino di informazione e documentazione, di cui il primo dedicato a una “Rassegna delle ricerche sulla famiglia Italiana” condotte tra gli anni ‘70 e ‘80 e il secondo ai “Cambiamenti familiari e politiche sociali”. Ricerca/intervento: ecco già da allora il binomio che ci ha contraddistinti.


Il panorama non molto confortante evidenziato da questa esperienza ci ha spinti ad alzare la posta in gioco e a dar vita ad un lavoro più impegnativo, una collana di “Studi Interdisciplinari sulla famiglia” che fosse sia un luogo di scambio dei risultati di ricerche e di esperienze operative per e con le famiglie sia un luogo di elaborazione di una prospettiva culturale sulla famiglia e la sua identità. Ne sono usciti finora 32 volumi: stanno lì in bella mostra nella vetrinetta proprio accanto alla Segreteria del Centro in Università Cattolica. Tutte le volte che ci passo accanto mi attraversa un fugace pensiero e un’emozione.


Quanto lavoro, ma soprattutto quanta strada! Il cambiamento della veste grafica della copertina, il cambio dei curatori (dal “duo” Scabini-Donati al “duo” Scabini-Rossi e, infine, la scelta di affidare i singoli numeri direttamente ai proponenti i vari temi) dice di un percorso vivo che si adatta all’evoluzione delle storie accademiche. Ma è la varietà e l’originalità degli argomenti trattati quello che più colpisce. Su alcuni temi siamo stati dei veri anticipatori di problemi diventati poi di grande attualità.


E così già nel quarto numero (siamo nel 1985) si mette al centro l’immagine paterna evocata con l’espressione “padre pallido”, che anticipa il “padre evanescente” o “evaporato” di cui oggi tanto si parla, e nell’ottavo si esamina la tematica dell’invecchiamento (oggi problema sociale esplosivo) attraverso una modalità innovativa per l’epoca rappresentata dalla prospettiva intergenerazionale, divenuta sempre di più distintiva della riflessione culturale e scientifica del Centro Famiglia. Ancor più significativo è poi il testo, La famiglia “lunga” del giovane adulto che leggeva (siamo nel 1988!) il tema della permanenza prolungata dei figli nelle mura domestiche, allora non ben identificato come trend emergente, come sintomo di una dinamica relazionale famigliare e non come problema a carico del giovane “bamboccione” o “sdraiato” che sia.


Il discorso potrebbe proseguire a lungo, ma quel che rimane in me come patrimonio non è tanto o solo l’elenco dei temi e la ricchezza della produzione ma il modo che ne ha accompagnato il sorgere. Le idee nascono dalle relazioni […], scambi di parole, sguardi e intese, in breve da legami sorretti da quell’etica degli affetti che in seguito avremmo messo come caratteristica che dà senso e sapore alla vita delle famiglie. […]


La vera originalità e specificità del nostro sforzo è quella di far emergere la dimensione familiare, portarla alla luce (una modalità generativa!), troppo spesso nascosta nelle pieghe dei fenomeni umani e sociali o ritenuta una tra le tante, mentre è “originaria” e quindi è la chiave del benessere e della sua controfigura del malessere.

 

Un articolo di

Eugenia Scabini

Eugenia Scabini

Professoressa emerita di Psicologia sociale

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