Pubblichiamo la prima parte di un articolo che il professor Alberto Quadrio Curzio ha scritto per il Blog di Huffingtonpost. Si tratta di un’analisi del programma disegnato dal presidente del Bundestag Wolfgang Schäuble sulle politiche da adottare per ridurre i debiti pubblici degli Stati membri, anche a fronte della crisi generata dalla pandemia. Schäuble riconosce che le misure per contrastare gli effetti economici e sociali della pandemia erano necessarie. Ma del suo ragionamento, sostiene l’economista della Cattolica, quello che colpisce è il paragone tra pandemia da Covid-19 e possibile pandemia da debito
In un recente articolo - “Rischiamo una Pandemia da Debito?” - di Wolfgang Schäuble, presidente del Bundestag, si valuta la situazione della Ue e dell’Eurozona durante la crisi da pandemia, indicando poi politiche per ridurre i debiti pubblici degli Stati membri. Data l’autorevolezza (Schäuble è stato ministro delle Finanze della Germania dal 2009 al 2017), è un parere pesante, ma anche preoccupante, perché disegna un programma per l’Europa che va in una direzione ben diversa da quella del Next Generation Eu e che riguarda in modo diretto anche l’Italia, unico Paese menzionato. Colpisce anche un paragone assurdo del ragionamento e cioè quello tra la pandemia da Covid-19 e una possibile pandemia da debito. Tra i nomi citati abbondano quelli di economisti, mentre di personalità che hanno oggi responsabilità di Governo si richiama solo Mario Draghi. Assente invece quello della presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen!
Una valutazione della situazione presente
Schäuble riconosce che le misure per contrastare gli effetti economici e sociali della pandemia erano necessarie. Sia quelle degli Stati con l’espansione dei deficit e debiti pubblici, sia quelle della Bce con gli acquisti dei titoli di Stato, sia il varo di Next Generation Eu con la prefigurata emissione di titoli europei (mai denominati come Eurobond!). Schäuble rileva però che l’enorme massa monetaria immessa nell’economia può determinare inflazione, di cui si vedono già i segnali, e che un debito pubblico troppo elevato in vari Stati diventa un pericolo. A suo avviso la base monetaria dell’Eurozona che da 1 triliardo del 2009 a 6 triliardi di giugno 2021 rappresenta una situazione estrema che presto porrà la Bce di fronte al dilemma di una “frenata” pericolosa ma necessaria, dato il limite del 2% per l’inflazione. La conclusione è che il peso dei debiti pubblici va ridotto per evitare che dalla “pandemia da Covid-19” si passi alla” pandemia da debito” con drammatiche conseguenze per l’Europa.