Valorizzazione dei talenti degli studenti, vicinanza tra docenti e iscritti, legame con il mondo del lavoro, internazionalizzazione. Sono i tratti distintivi maturati in trent’anni di attività da Scienze bancarie, finanziarie e assicurative, protagonista con Scienze della formazione della seconda giornata di “Play the Future”, Open Week. A presentare la facoltà la preside Elena Beccalli, affiancata virtualmente dai professori Alberto Floreani, coordinatore del profilo Consulente finanziario e assicurativo, e Alessandro Sbuelz, coordinatore del profilo Metodi quantitativi per la finanza e le assicurazioni, e dai tre alumni Simone Giaconia, Stefano Cotticcelli e Luca Schiavi.
«Guardiamo all’economia dal punto di vista della finanza», ha detto la preside Beccalli illustrando la mappa delle lauree triennali, con il profilo di Economia dei mercati e degli intermediari finanziari (Emif) e le sue diverse articolazioni. Tra le novità dell’anno accademico 2021-2022 la triennale in Finance, erogata interamente in lingua inglese. Un percorso innovativo, anche per il tipo di insegnamenti che contempla - tra cui Valuation and private equity - e che ancora una volta «attesta il taglio internazionale della facoltà riconosciuta da importanti istituzioni come CFA o AIAF che hanno ritenuto di dare un bollino di accreditamento ai nostri percorsi formativi», ha dichiarato la preside Beccalli.
Unico l’obiettivo che accomuna i profili triennali: offrire una solida base teorica che mira a formare professionisti con elevate competenze, coerenti con le esigenze del mercato nel campo delle imprese bancarie, delle imprese di assicurazione e degli altri intermediari non bancari. Una formazione che si poggia sui quatto pilastri fondamentali delle lauree economiche – economia aziendale, economia politica, i metodi quantitativi e i profili giuridici – ma che va anche ad approfondire i fenomeni finanziari e assicurativi. In questo modo, ha precisato la preside, «diamo un metodo di lavoro di natura quantitativa che consente di avere una capacità di problem solving, plus che da sempre contraddistingue i nostro laureati, molto apprezzata in finanza ma in generale nel mondo del lavoro». Del resto i dati parlano chiaro: il 95% dei laureati trova un’occupazione a un anno dalla laurea e il 60% ha un’assunzione a tempo indeterminato.