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Finanza e formazione, le sfide cruciali per la società del futuro

12 maggio 2021

Finanza e formazione, le sfide cruciali per la società del futuro

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Valorizzazione dei talenti degli studenti, vicinanza tra docenti e iscritti, legame con il mondo del lavoro, internazionalizzazione. Sono i tratti distintivi maturati in trent’anni di attività da Scienze bancarie, finanziarie e assicurative, protagonista con Scienze della formazione della seconda giornata di “Play the Future”, Open Week. A presentare la facoltà la preside Elena Beccalli, affiancata virtualmente dai professori Alberto Floreani, coordinatore del profilo Consulente finanziario e assicurativo, e Alessandro Sbuelz, coordinatore del profilo Metodi quantitativi per la finanza e le assicurazioni, e dai tre alumni Simone Giaconia, Stefano Cotticcelli e Luca Schiavi.

«Guardiamo all’economia dal punto di vista della finanza», ha detto la preside Beccalli illustrando la mappa delle lauree triennali, con il profilo di Economia dei mercati e degli intermediari finanziari (Emif) e le sue diverse articolazioni. Tra le novità dell’anno accademico 2021-2022 la triennale in Finance, erogata interamente in lingua inglese. Un percorso innovativo, anche per il tipo di insegnamenti che contempla - tra cui Valuation and private equity - e che ancora una volta «attesta il taglio internazionale della facoltà riconosciuta da importanti istituzioni come CFA o AIAF che hanno ritenuto di dare un bollino di accreditamento ai nostri percorsi formativi», ha dichiarato la preside Beccalli.
 


Unico l’obiettivo che accomuna i profili triennali: offrire una solida base teorica che mira a formare professionisti con elevate competenze, coerenti con le esigenze del mercato nel campo delle imprese bancarie, delle imprese di assicurazione e degli altri intermediari non bancari. Una formazione che si poggia sui quatto pilastri fondamentali delle lauree economiche – economia aziendale, economia politica, i metodi quantitativi e i profili giuridici – ma che va anche ad approfondire i fenomeni finanziari e assicurativi. In questo modo, ha precisato la preside, «diamo un metodo di lavoro di natura quantitativa che consente di avere una capacità di problem solving, plus che da sempre contraddistingue i nostro laureati, molto apprezzata in finanza ma in generale nel mondo del lavoro». Del resto i dati parlano chiaro: il 95% dei laureati trova un’occupazione a un anno dalla laurea e il 60% ha un’assunzione a tempo indeterminato.

Un articolo di

Katia Biondi e Emanuela Gazzotti

Katia Biondi e Emanuela Gazzotti

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Dall’ambito finanziario a quello educativo, quanto mai cruciale in questa fase dove la didattica a distanza è diventata di ordinaria quotidianità. «In questo periodo così difficile, è emerso quanto siano necessarie allo sviluppo della persona l’educazione, la scuola e le attività fisiche e sportive. Siamo di fronte a un cambio di paradigma» - ha dichiarato Domenico Simeone, preside della facoltà di Scienze della formazione, introducendo la presentazione dei corsi di laurea. «Questa trasformazione apre prospettive che ancora non conosciamo ma sappiamo con certezza che perché il seme porti frutto i professionisti devono avere una formazione adeguata. La rigenerazione passa da qui».

Per introdurre i corsi della facoltà attivi sulle sedi di Milano, Brescia e Piacenza si sono alternati alcuni docenti e gli alumni Federica Babbi, neo pedagogista, Maria Cristina Garbui, insegnante nella scuola primaria e collaboratrice del Cremit, e Stefano Tirelli, docente di Tecniche complementari sportive e professionista affermato in ambito preparazione mentale e yoga applicato al calcio.

A presentare il corso di Scienze dell’educazione è stata Monica Amadini, docente di Pedagogia generale che ha raccontato gli sbocchi professionali principali: i servizi alla persona (comunità, servizi socio educativi e familiari, RSA, mondo scolastico e extra scolastico), dell’infanzia (scuole materne, nidi e servizi per le famiglie), e della formazione in contesti come le imprese, la selezione del personale, la progettazione e valutazione, l’orientamento.  

Pier Cesare Rivoltella, coordinatore del corso di laurea a ciclo unico in Scienze della formazione primaria ha poi espresso il valore degli insegnamenti disciplinari e dei saperi professionali socio-psico-pedagogici che formano il bagaglio culturale dei futuri insegnanti, insieme con le attività di laboratorio che si uniscono ai tirocini e allo studio della lingua inglese, convinto che «nell’anno del centenario del nostro ateneo vogliamo guardare ai prossimi cento anni e pensare che la scuola avrà un ruolo rilevante».

Infine Francesco Casolo, coordinatore del corso di laurea in Scienze motorie e dello sport ha offerto una panoramica sugli sbocchi professionali come cinesiologo di base, in ambito biomedico, psico-pedagogico e motorio-sportivo.

 

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