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Finanza pubblica italiana, un futuro incerto

18 ottobre 2023

Finanza pubblica italiana, un futuro incerto

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Da una parte, c’è l’incombere di regole europee sempre più incisive e vincolanti. Dall’altro, c’è un debito pubblico che avanza indisturbato, proprio come un virus che a occhio nudo non si vede ma prima o poi provocherà i suoi sintomi. È questo a grandi linee il quadro in cui versa la situazione economica l’Italia, proprio nei giorni in cui è stata approvata dal Consiglio dei ministri la Nota di aggiornamento al Documento di Economia e Finanza (Nadef) del 2023 con le nuove previsioni per il triennio 2024-2026. A fare chiarezza sullo stato di salute di una finanza pubblica italiana in costante affanno è stato il seminario di studio dal titolo “Regole europee e prospettive per la finanza pubblica italiana”, promosso giovedì 12 ottobre congiuntamente dall’Osservatorio conti pubblici italiani dell’Università Cattolica e da Oxford Economics, tra le più autorevoli società al mondo di consulenza macroeconomica.

 

 

Dopo i saluti istituzionali di Franco Anelli, rettore dell’Università Cattolica, Giampaolo Galli, direttore Osservatorio conti pubblici italiani, ha introdotto gli approfondimenti sugli scenari macroeconomici, dal punto di vista globale, proposto da Paolo Grignani, Senior Economist, Oxford Economics, e da quello europeo e italiano, con l’intervento di Nicola Nobile, Chief Economist Italia, Oxford Economics.

 

 

È stata poi la volta della tavola rotonda “Scenari macroeconomici, politica monetaria, e nuove regole europee - quale spazio per la politica di bilancio?”, moderata da Emilio Rossi, Oxford Economics. Sono intervenuti i docenti dell’Università Cattolica Andrea Boitani e Massimo Bordignon, Lilia Cavallari, Ufficio parlamentare di bilancio, Carlo Cottarelli, Peses-Università Cattolica, Veronica De Romanis, Università Luiss Guido Carli, Ugo Loeser, Arca Fondi.

A fare da sfondo al dibattito il delicato quadro macroeconomico europeo e in particolare, italiano, reso alquanto fragile da una serie di fattori: i tassi di crescita piuttosto contenuti rispetto al periodo pandemico, la bassa produttività, un rallentamento del commercio globale, l’elevato debito. A questi fattori vanno ad aggiungersi, poi, politiche monetarie meno accomodanti rispetto a quelle degli ultimi anni, la spinosa questione dell’utilizzo dei fondi del Pnrr, con tutti i rischi che un mancato investimento delle risorse economiche europee potrebbe comportare sul Pil, un aumento dello spread. Sostanzialmente tre gli argomenti affrontati: la Nadef e la sua collocazione all’interno del delicato scenario macroeconomico attuale; le riforme delle regole fiscali europee, ormai in via di finalizzazione, e il modo in cui si rifletteranno sui conti pubblici italiani e sulla crescita del Paese; l’impatto delle politiche fiscali italiane ed europee sulle imprese e sul settore finanziario.

Un articolo di

Katia Biondi

Katia Biondi

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