Sotto la mole di dati e informazioni resi accessibili dalla digitalizzazione, la realtà è sempre meno percepibile. Riprendendo il teologo e filosofo Byung Chul Han e il suo Le non cose. Come abbiamo smesso di vivere il reale, il rettore dell’Università Cattolica Franco Anelli ha ribadito l’esigenza di reinterpretare il reale e di ristrutturare il mondo della comunicazione. «C’è bisogno di recuperare attendibilità e ragionevolezza e in questo sono interpellati anche le istituzioni, le persone e i vari soggetti del mondo dell’informazione».
Così il Rettore ha aperto l’open lecture “Fascino e insidie dei media digitali. Conosciamo davvero il mondo in cui viviamo?” di Marcello Foa, giornalista e già presidente RAI, martedì 22 febbraio nel campus milanese dell’Ateneo.
Ha colto la sollecitazione Marcello Foa per il quale «essere informati è l’ultimo problema che abbiamo oggi avendo a disposizione il mainstream, i media digitali, testate alternative e social media». E il clima che si respira è quello della sfiducia, infatti, le persone credono sempre meno sia ai media sia alle istituzioni. «Viviamo nell’era dell’incertezza dell’informazione, nonostante dovrebbe essere il contrario. Le fake news sono solo un problema dentro un problema molto più complesso» che si manifesta nell’odierna cosiddetta guerra asimmetrica o guerra ibrida di cui i media sono responsabili.