NEWS | Un secolo di storia davanti a noi

Giornata Universitaria, il messaggio del Rettore

16 marzo 2021

Giornata Universitaria, il messaggio del Rettore

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L’anniversario che l’Università Cattolica celebra in questo 2021 scolpisce un momento simbolico nella storia del progetto ideale, culturale, sociale e di fede, che è allo stesso tempo la storia di coloro che lo hanno pensato e realizzato: persone cui si deve non solo la fondazione e la crescita dell’Ateneo, ma la partecipazione e condivisione, nel ruolo di docenti, personale e studenti, a una grande opera, che oggi può rivendicare l’importanza e l’originalità del proprio contribuito allo sviluppo del nostro Paese.

Un’opera sorprendente, rispetto al contesto in cui è nata, e che richiama l’immagine suggestiva con la quale il monaco benedettino cluniacense Rodolfo il Glabro rappresenta il fervore nell’architettura religiosa del suo tempo: «Si era già quasi all’anno terzo dopo il mille quando nel mondo intero, ma specialmente in Italia e nelle Gallie, si ebbe un rinnovamento delle chiese basilicali: sebbene molte fossero ben sistemate e non ne avessero bisogno, tuttavia ogni popolo della cristianità faceva a gara con gli altri per averne una più bella. Pareva che la terra stessa, come scrollandosi e liberandosi della vecchiaia, si rivestisse tutta di un candido manto di chiese»¹. In questa fioritura, che avrebbe alimentato le grandi stagioni del romanico e del gotico, c’erano la polvere e il sudore delle «fabbriche», con il loro brulicare di mastri costruttori, artigiani, operai, al servizio di un disegno di «casa del Signore» spesso tanto visionario e anticipatore da portare al limite strumenti e conoscenze dell’epoca. Dietro il cantiere di una cattedrale viveva un popolo di fedeli che collaborava secondo le proprie possibilità a un progetto lungo, complesso, di cui non avrebbe visto la fine. Un’opera collettiva, realizzata attraverso l’impegno di tutta la comunità, che si fa testimonianza sulla terra della gloria di Dio.

Ecco, lo spirito della «fabbrica» era ben vivo negli intenti delle donne e degli uomini che, cento anni fa, hanno dato corpo al progetto fondativo dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, giungendo oggi a un traguardo che attesta la profondità di un’intuizione nella quale affonda le radici una innovativa e notevole storia di educazione, di ricerca scientifica, di fermento culturale, di impegno civile, di cura e di assistenza sanitaria.

Questo primo secolo si pone ora davanti a noi con la forza di un’esperienza viva, pronta a lasciarsi provocare e rinnovare dalla realtà, un’esperienza che guarda al futuro, che chiede alla nostra comunità accademica di proseguire il cammino intrapreso per farsi carico delle nuove istanze e aspettative connesse alle rilevanti trasformazioni in atto nel mondo contemporaneo. E per costruire ogni giorno la sua chiesa, animata dallo stesso spirito, dalle stesse intenzioni che troviamo nelle antiche fabbriche: con la partecipazione attiva di tutti, il corpo docente, il personale amministrativo, gli studenti, le famiglie, il mondo delle associazioni e delle parrocchie, uniti in uno sforzo corale che ribadisca la forza della sua tradizione, proiettandola verso nuovi orizzonti.

Si può dunque facilmente intuire con quanto impegno ed entusiasmo abbiamo vissuto il tempo della progettazione e dell’attesa, quante iniziative stavamo ipotizzando, vagliando e organizzando, e poi abbiamo dovuto ripensare o rinviare.

Certamente avevamo immaginato uno scenario diverso; ma il centenario non attende, giunge quando è il suo tempo, ed è giusto viverlo come i tempi impongono; differirne la celebrazione sarebbe stata una fuga dalla realtà non all’altezza della nostra storia secolare, costruitasi e rafforzatasi attraverso le difficoltà che l’Università Cattolica ha saputo superare nel corso degli anni, a iniziare da quelle del Secondo conflitto mondiale.

La realtà chiede che la si viva per quello che è, esercitando la propria responsabilità anzitutto verso coloro i quali a noi si sono affidati, in primis i nostri studenti e le loro famiglie. E sono felice di poter dire che, di fatto, così è stato anche nei frangenti più complicati.

Impossibile non rivolgere con gratitudine il pensiero all’eccezionale sforzo profuso in questi mesi da tanti docenti, personale tecnico-amministrativo, e, in particolare, al grande esempio offerto a tutta la comunità nazionale dal nostro Policlinico “A. Gemelli”.

Questo centenario rappresenta, forse ancor più intensamente che in un tempo “normale”, un’occasione emblematica per riflettere sulla nostra missione e sui nuovi scenari nei quali attuarla.

Tra questi, l’intenso rapporto con la Chiesa Italiana offre all’Ateneo alimento spirituale, sollecitazioni e preziose indicazioni su processi di cambiamento, vecchi e nuovi bisogni delle persone e della società, che in particolare le chiese locali e le parrocchie, in quanto “tende del Signore” piantate in mezzo agli uomini, intercettano prima di altre istituzioni.

Di qui il grande valore della Giornata per l’Università Cattolica, che ormai da 97 anni, avvicina il nostro Ateneo a ogni sacerdote e a ogni singolo fedele.

Un appuntamento prezioso che quest’anno ritorna, dopo l’eccezione dello scorso settembre 2020, nella sua tradizionale collocazione primaverile e giunge dopo che il processo di beatificazione di Armida Barelli ha conosciuto un decisivo passo in avanti.

Nella figura di questa nostra fondatrice viene così riconosciuta un’esemplare caratura spirituale che si unisce in una speciale sintesi con le doti di tenacia e lucidità organizzativa che l’hanno resa protagonista non solo della nascita e del consolidamento della Cattolica nei suoi primi difficili anni, ma della ridefinizione del ruolo delle donne nella società, e in particolare, nella comunità dei cattolici, ponendo particolare accento proprio sull’accesso all’educazione e alla conoscenza quale strumento di crescita della persona. Nella sua costruttiva lungimiranza, nella creatività, nello slancio propositivo, rivive lo spirito dell’«impresa»: lo sforzo continuo e paziente di portare i mezzi a propria disposizione all’altezza di un fine, quello di una società più giusta e consapevole. Ed è per questo che in Armida Barelli possiamo trovare ancora oggi una fonte di ispirazione: nel suo esempio c’è infatti la risposta a quella che il Santo Padre definisce la tentazione della rigidità causata dalla paura dei cambiamenti².

Tutto questo ci riporta alla prospettiva di una missione educativa, scientifica e culturale che, cristianamente orientata, sia sempre volta a operare una sintesi vitale tra fede e scienza; all’importanza di un’azione consapevole della trascendenza della Rivelazione cristiana e nello stesso tempo rispettosa dell’autonomia e dello statuto epistemologico delle singole discipline scientifiche.

Un filo conduttore che, legando il nostro passato al presente, ci proietta fiduciosi incontro al futuro, e che assume ulteriore attualità in un contesto oggi condizionato sia da una preoccupante svalutazione sociale della conoscenza, sia dalla crescente inquietudine sulle possibili e necessariamente nuove declinazioni dell’umanesimo, messo alla prova dai tanti mutamenti in corso.

In questo senso l’Università Cattolica, testimoniando il valore di una cultura tesa alla ricerca della verità e alimentata dalla fede, rivendica il ruolo della ragione e il valore di un sapere plurale (purché fondato) come fattori di crescita e libertà personale e comunitaria. E lo fa promuovendo un’idea integrale della persona e delle sue relazioni con l’ambiente quale presupposto indispensabile per costruire una società e un’economia rispettose della dignità di ogni essere umano e dell’intero creato.

Consapevoli di poter contare, in questa rinnovata assunzione d’impegno, sull’amicizia e sulla fiducia di tanti studenti e famiglie che vivono i nostri stessi valori e le nostre stesse speranze, oltre che sul persistente senso di appartenenza di molti nostri laureati, ci rivolgiamo anche quest’anno a tutti cattolici italiani, affinché, con la loro preghiera e la loro benevola attenzione, continuino a farci sentire la loro vicinanza per il secolo di storia che abbiamo davanti.

 


¹ Rodolfo il Glabro, Cronache dell'Anno Mille (Storie), a cura di G. Cavallo e G. Orlandi, Fondazione Lorenzo Valla/Arnoldo Mondadori editore, Milano 1990.

² «Qui occorre mettere in guardia dalla tentazione di assumere l’atteggiamento della rigidità. La rigidità che nasce dalla paura del cambiamento e finisce per disseminare di paletti e di ostacoli il terreno del bene comune, facendolo diventare un campo minato di incomunicabilità e di odio. Ricordiamo sempre che dietro ogni rigidità giace qualche squilibrio. La rigidità e lo squilibro si alimentano a vicenda in un circolo vizioso. E oggi questa tentazione della rigidità è diventata tanto attuale» Papa Francesco, Discorso alla Curia Romana per gli auguri di Natale, 21 dicembre 2019.

Un articolo di

Franco Anelli

Rettore Università Cattolica del Sacro Cuore

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