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Giovani del Sud, un patto sociale per le nuove generazioni

03 maggio 2021

Giovani del Sud, un patto sociale per le nuove generazioni

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La fantasia dei sogni racconta la bellezza d’animo che al Sud è patrimonio di una intera umanità: per questo – anche durante la pandemia – il meridione si presenta non con l’etichetta della rassegnazione, ma come laboratorio di partenza comunitaria, officina di riparazione, centro di sviluppo solidale, capace di rendere ragione della speranza.

È stato il neo arcivescovo di Napoli, monsignor Domenico Battaglia, a proporre questa immagine introducendo il webinar “Giovani, essere di Mediterraneo”, moderato dalla professoressa dell’Università degli Studi di Salerno Stefania Leone e organizzato dall’Istituto Toniolo, dall’Università Cattolica e dalla Facoltà teologica dell’Italia Meridionale. Il webinar che - si è tenuto martedì 27 aprile sui canali social dell’Ateneo e dell’Istituto Toniolo - ha costituito la conclusione del ciclo sulle analisi e le riflessioni dell’Osservatorio Giovani Sud circa la condizione giovanile nel Mezzogiorno d’Italia, che in questo incontro ha allargato l’orizzonte geografico dal meridione alla “mediterraneità”.

Ma prima di individuare le luci del meridione, è parso giusto indicare anche i malesseri del Sud. Così monsignor Battaglia non ha avuto remore a indicarli con autorevolezza e chiarezza nel suo contributo video: «ll meridione appare come un giardino preziosissimo ma coltivato male, composto da orticelli non comunicanti, muri di burocrazie, indifferenza, narcisismo. La speranza comune fa fatica. Ognuno lavora sul suo pezzo, senza guardare l’altro, senza preoccuparsi degli effetti benefici del lavorare insieme. Il meridione è bellezza segnata da complessità e contraddizioni, le sue ferite sono disoccupazione, povertà educativa, radicamento delle mafie, ma la gente non si è arresa e conserva la capacità di resistere senza perdere la speranza». Quale, allora, la ricetta per il riscatto e per i modelli di sviluppo di questa terra? L’arcivescovo non ha dubbi: «Occorre collaborare tutti insieme e lealmente intorno a temi come il patto educativo per le nuove generazioni, per una cordata sociale affinché nessuno resti indietro: nessuno si salva da solo e Dio muove i fili della storia lavorando nel cuore degli uomini».

Il tema della bellezza è stato ripreso anche dallo scrittore e poeta partenopeo Erri De Luca che, da par suo, ha vantato la bellezza antica di Napoli a partire dal Vesuvio e ha definito i napoletani i “beniamini” di tale bellezza. Nel suo contributo “culturale” al dibattito ha affermato che oggi nel mondo c’è più Sud che Nord: «Il Sud non si limita al suo emisfero, ma risale e arriva al Mediterraneo, lo assorbe. Come diceva Omero, il Mediterraneo è una strada ripida. E tramite questa strada abbiamo ricevuto tanta civiltà da Africa e Asia. Grazie a questa disposizione geografica abbiamo ricevuto la civiltà da altri popoli e culture, che poi noi abbiamo elaborato. Abbiamo ricevuto poesia, teatro, astronomia, matematica e religione (prima eravamo politeisti e poi è arrivato il monoteismo). Oggi purtroppo questo mare si è ridotto a un sudario, è il mare con il massimo numero di morti annegati».

Il tema dell’emigrazione, al quale danno un grande contributo i giovani del Sud, è stato ripreso dal filosofo dell’Università degli Studi di Salerno Adalgiso Amendola, il quale ha invitato a essere critici con un modello di sviluppo che non risulta più adeguato. In tal senso, con un forte richiamo all’attualità, ha citato l’importanza del Recovery Fund per il Sud, e delle sue priorità in chiave di lavoro, politiche giovanili, cittadinanza attiva.

Come consuetudine dei webinar dell’Osservatorio Giovani Sud, gli ultimi interventi sono stati affidati a chi vive appieno la socialità nella quotidianità. Francesco Di Giovanni, coordinatore generale del Centro Tau di Palermo, introdotto da un video con gli interventi dei suoi ragazzi di uno dei quartieri più poveri di Palermo, si è soffermato sulla povertà educativa che agevola la criminalità, e sull’esigenza della società civile di pensare a nuove opportunità per venire incontro alle aspettative dei giovani e per dare a ogni ragazzo il suo spazio di responsabilità e di cittadinanza attiva, «guardando in maniera diversa a bisogni diversi».

Fatou Diako, presidente di Hamef, associazione attiva a Napoli, ha affermato che anche in una città multiculturale e multietnica come Napoli occorre considerare i bisogni degli immigrati che interpellano la responsabilità della politica, nella consapevolezza che «la cultura non ha mai diviso nessuno» e quindi sono auspicabili scambi culturali e di conoscenza, senza pregiudizi o luoghi comuni.

Anche per questo è importante l’impegno dei giovani, non solo come oggetto di studio ma come protagonisti di un cambiamento, come ha detto Erri De Luca in conclusione: «La forza dei giovani viene dalla prepotenza della bellezza, che sconvolge ma fa sentire di appartenere a un suolo meraviglioso e micidiale».

Un articolo di

Agostino Picicco

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