Ricercatori dell’Università Cattolica - Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS e dell’Università di Roma “Sapienza” hanno scoperto un possibile bersaglio terapeutico per la cura del glioblastoma multiforme, il tumore del cervello più aggressivo e maligno, caratterizzato da una sopravvivenza di appena 12-18 mesi.
È la prospettiva che si intravede nei risultati di uno studio pubblicato sulla rivista Brain Sciences, condotto da me e dal professor Alessio D’Alessio, associato di Istologia del Dipartimento di Scienze della Vita e Sanità Pubblica della Facoltà di Medicina e chirurgia dell’Università Cattolica, in collaborazione con il professor Antonio Filippini, ordinario di Istologia e embriologia umana del Dipartimento di Scienze Anatomiche, Istologiche, Medico legali e dell'Apparato Locomotore dell’Università “Sapienza”.
Il glioblastoma multiforme (GBM), è un tumore tipico delle cellule gliali dell’encefalo, si manifesta principalmente nel cervello, ma può anche originare in altre sedi del sistema nervoso centrale (SNC) quali tronco cerebrale, cervelletto e midollo spinale. Tranne rarissimi casi, il GBM non si diffonde al di fuori del SNC, ma invade e migra all’interno del solo tessuto cerebrale.
Per questo tumore si stima in Italia un’incidenza media di 8 casi ogni 100.000 abitanti e rappresenta circa il 54% di tutti i gliomi diagnosticati.