Raccontare le nuove frontiere dell’archeologia sarà il contributo principale dell’Università Cattolica alla nuova edizione di Focus Live, il festival della scienza presso il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano dall’8 al 10 novembre che quest’anno è dedicato proprio ai “Traguardi”. Sembrerà curioso che una scienza dell’antichità come l’archeologia incontri la tecnologia, eppure gli strumenti digitali si mettono anche al servizio di una conoscenza più approfondita delle civiltà passate.
Così quest’anno l’Università Cattolica parteciperà all’area espositiva di Focus Live con uno spazio che mostrerà alcune delle nuove modalità di ricerca degli archeologi.
In particolare, negli ultimi decenni ha preso sempre più piede il riconoscimento di tracce di pittura sia sulle sculture sia sui monumenti del periodo greco e romano. Il semplice utilizzo di un microscopio elettronico collegato ad un computer consente di riconoscere tracce di pigmenti antichi o eventuali applicazioni di doratura non visibili ad occhio nudo. L’utilizzo sempre più frequente di questo strumento consente di restituire un quadro del mondo classico non più in bianco e nero ma a colori vivaci.
Proprio in questo settore l’Università Cattolica, insieme all’Università degli studi di Torino, ha attivato un programma di ricerca finanziato nell’ambito del bando PRIN 2022 sull’architettura di epoca romana e alto medievale nelle zone dell’attuale Piemonte e Lombardia con il sostegno delle Soprintendenze e dei principali musei territoriali.
L’Ateneo sarà presente con alcuni docenti anche ai talk di Focus Live che accompagneranno il pubblico su diversi temi a partire dall’intelligenza artificiale, fino ai viaggi spaziali e alla salute e al cibo del futuro.
In apertura venerdì 8 alle ore 11 nel Main Stage don Luca Peyron, docente di Teologia nel campus milanese dell’Università Cattolica parlerà di intelligenza artificiale provando a definire l’umano e la macchina alleati e non avversari. La posta in gioco è data, infatti, dal presente e dal futuro che vogliamo, senza decisioni a tavolino, ma solo in partita, ciascuno con un ruolo e una visione.
A seguire alle 16.45 nello Speakers’ Corner interverranno Giorgio Baratti, docente di Etruscologia in Università Cattolica, e Mauro Ceolin, bio-artista che lavora sulla rappresentazione delle realtà contemporanee adottando come elemento traduttore prima il paesaggio e poi gli animali e abbinando gli strumenti delle arti visive (acquerello, gesso, polimeri) alle discipline scientifiche. Insieme proveranno a sperimentare un dialogo aperto con il pubblico sulla percezione che i cittadini hanno del paesaggio e delle stratificazioni che ne hanno determinato l’attuale assetto. Si cercherà di identificare chiavi di comunicazione adeguate alla trasmissione efficace di questi saperi e di come la ricerca scientifica possa contribuire a una nuova e più circostanziata comprensione, da parte delle comunità abitanti, della stratificazione dei territori e delle sue complesse dinamiche tra natura, popoli, incontri, incroci e storie.
Domenica 10 novembre nel Main stage alle ore 16 si parlerà di “Marco Polo e il Milione tra storia e leggenda” con Andrea Canova, preside della Facoltà di Lettere e filosofia dell’Università Cattolica, e Marco Pizzoni, ceo e co-founder di Way s.r.l. L’incontro sarà un viaggio nel tempo e nello spazio, alla scoperta di una delle rotte commerciali e culturali più importanti della storia, ripercorrendo la strada che ha compiuto Marco Polo. Uno storico della letteratura e un esperto di realtà virtuale in un talk che unisce racconto, ricostruzioni storiche e realtà immersive.
Infine, sempre nel Main Stage alle ore 18 Riccardo Ginevra, ricercatore in Glottologia e linguistica presso l’Università Cattolica, e il giornalista Luca Misculin si confronteranno su “Quattro parole preistoriche (in italiano)”. Un viaggio nel tempo alla scoperta delle origini più antiche dell’Italiano e di come glottologia, archeologia e genetica permettono di ricostruire la complessa preistoria di molte lingue tra Europa e Asia. Grazie all’analisi dell’origine di 4 parole dell’italiano moderno si ricostruiranno quattro diversi momenti della preistoria che hanno portato all’italiano che parliamo oggi.