Ha fatto tappa a Piacenza il confronto sulle Pari opportunità promosso dall’Università Cattolica, un appuntamento che si inserisce nel percorso di consolidamento delle politiche di inclusione e uguaglianza che l’Ateneo sta sviluppando negli ultimi anni attraverso progetti, reti e collaborazioni.
«Il territorio ha tradizioni specifiche in cui vorremmo innestarci – ha spiegato la professoressa Raffaella Iafrate, delegata per le Pari opportunità –. Lo scorso anno, ad esempio, abbiamo inaugurato la panchina rossa durante la Settimana del dono. Quest’anno ci piacerebbe collaborare con Pulcheria per iniziative legate al femminile». Un cammino che si arricchisce anche grazie ai Percorsi di Enrichment Familiare, sviluppati in sinergia con la Facoltà di Scienze della Formazione e con le competenze già radicate sul territorio piacentino.
Valorizzare le differenze dei campus
Un concetto ribadito anche da Rossana Ranucci, direttrice Risorse umane: «È importante compiere uno sforzo di comprensione e di approfondimento per capire come le iniziative in tema di pari opportunità possano declinarsi proficuamente nei diversi campus. Non esiste un paradigma unico: ogni sede ha la sua fisionomia e le proprie caratteristiche, che intendiamo valorizzare».
La professoressa Anna Maria Fellegara, prorettrice vicaria dell'Università Cattolica, ha sottolineato come questo impegno sia radicato nella missione dell’Ateneo: «La teoria che sta al cuore delle nostre scelte è quella della dignità della persona nella differenza. Una prospettiva che si inserisce perfettamente nello spirito identitario dell’Università Cattolica».
Risultati concreti e nuove prospettive
Il metodo di lavoro, coordinato dalla Task Force Pari Opportunità e basato sulla sinergia tra realtà interne ed esterne all’Ateneo, ha già portato a risultati significativi, in linea con il Piano Strategico 2023-2025 e con il Gender Equality Plan 2022-2024 (GEP).
Tra i temi di maggiore rilievo emersi durante l’incontro, la conciliazione tra vita e lavoro, con linee guida a sostegno della maternità e della genitorialità, percorsi di formazione per caregiver e un “bonus genitori” dedicato a ricercatori e ricercatrici. Particolare attenzione è stata riservata anche all’inclusione linguistica e culturale, con il Vademecum al linguaggio inclusivo e la possibilità della carriera alias per studenti e studentesse in transizione di genere e alla valorizzazione del talento femminile, con iniziative come il programma Women in Finance, l’adesione al protocollo europeo No Women No Panel e il premio internazionale Tecnovisionarie per le ricercatrici under 40. Al centro dell’azione del comitato anche la lotta alla violenza di genere, attraverso campagne di sensibilizzazione, l’adesione alla rete universitaria Unire e la partecipazione alla campagna istituzionale "1522. Non sei sola".
Un messaggio forte è arrivato anche dal professor Luigi D’Alonzo, delegato per l'inclusione, che nel suo contributo video ha rimarcato il valore educativo dell’inclusione: «Se l’Università non è inclusiva, non è Università. Inclusione significa accoglienza di ogni diversità, con passione e competenza. Essere pari non vuol dire negare le differenze, ma valorizzarle».
Le attività sviluppate in Cattolica si inseriscono all’interno di una rete sempre più articolata: dal Centro interuniversitario “Culture di genere” al progetto STEAMiamoci, fino al “Codice di autodisciplina per le imprese responsabili in favore della maternità”.
«La ricchezza e la varietà dei contributi che emergono in Cattolica su questi temi – ha concluso la dottoressa Ranucci – rappresentano un patrimonio prezioso che, grazie a una governance dedicata, è messo a disposizione di tutta la comunità universitaria».
Un percorso in continua evoluzione, che a Piacenza ha trovato nuova linfa, in linea con la volontà dell’Università Cattolica di costruire una cultura delle Pari Opportunità capace di unire territorio e visione globale.