Il fascino discreto del fintech

Perché è così urgentemente attuale il nesso tra finanza ed intelligenza artificiale?

Potenziata negli ultimi decenni dallo straordinario sviluppo della tecnologia digitale, l’interazione tra intermediari bancari e finanziari nei mercati del credito e dei capitali produce ogni giorno oceani di dati nelle cui acque spesso agitate gli operatori del settore si trovano a navigare alla ricerca di rotte e linee di condotta robuste e lucide. Non di rado purtroppo i numeri della finanza si gonfiano con ondate violente e minacciose. Il rischio per chi deve prendere importanti decisioni finanziarie è di esserne travolto comportandosi in modo emotivamente irrazionale sotto la paurosa pressione delle tempeste informative.

Rivediamo ad esempio le cifre da brivido di cui siamo stati testimoni all’inizio della pandemia: a metà marzo 2020 i punti base dello spread per i titoli governativi italiani decennali erano 300; del 50% è stata la riduzione percentuale dei valori azionari di molte banche; 80 è stato il livello del Volatility Index quotato a Chicago (livello raggiunto solo nell’autunno del 2008 ed espressione di un’acuta ansia da parte degli investitori internazionali). Dopo poche settimane sono seguiti i numeri della reazione di politica fiscale e monetaria all’improvvisa e profonda crisi di quella primavera: 10% del prodotto interno lordo statunitense è stato l’ammontare della spesa aggiuntiva per fronteggiare la pandemia ed il suo impatto economico negli Stati Uniti; 750 miliardi di Euro è stata la cifra allocata dalla BCE per il programma di acquisto nel mercato secondario di titoli obbligazionari emessi da stati membri dell’Unione Europea; 200 è stato il livello dello spread italiano a metà aprile 2020 grazie anche al dispiegarsi effettivo della programma della BCE.

A distanza di due anni dall’inizio della pandemia, siamo accorati testimoni del disastro umanitario e dell’orrore della guerra; essa è giunta in compagnia di cupe minacce geopolitiche cariche di rischi ed ambiguità, che stanno generando una moltitudine frammentaria di dati economici e finanziari inquietanti e di non facile lettura. Trovare forme di vicinanza e solidarietà con chi soffre è l’imperativo morale e l’appello viscerale che la coscienza ed il cuore rivolgono a ciascuno di noi. Capire ed interpretare con flemma razionale la vorticosa miriade di misurazioni nei mercati del credito e dei capitali è invece uno dei compiti fondamentali del Financial Data Scientist; è una figura professionale di cardinale importanza e proiettata nel futuro prossimo della finanza proprio per la sua capacità di distillare da vaste quantità di dati eterogenei (a volte burrascosi come in queste settimane) conoscenza equilibrata e suggerimenti utili ai processi decisionali in campo bancario e finanziario, mediante il sapiente uso congiunto dell’intelligenza artificiale e dei modelli di ermeneutica economico-finanziaria.
 

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Di questi temi di scottante attualità si parlerà nella tavola rotonda “Il Futuro della Finanza: tra Fintech e Intelligenza Artificiale” che si terrà a Brescia presso il nuovo campus di via Garzetta 48, martedì 15 marzo (ore 11), in diretta anche sui social d'ateneo.

L’evento è stato organizzato dalle facoltà di Scienze matematiche, fisiche e naturali e di Scienze bancarie, finanziarie ed assicurative dell’Ateneo, che sono da un biennio ormai promotrici di un corso di laurea magistrale in Applied Data Science for Banking and Finance nell’orizzonte di un progetto formativo di respiro internazionale (il corso è interamente impartito in lingua inglese) mirato ad una sapiente ibridazione delle competenze quantitativo-digitali ed economico-finanziarie necessarie per la vitale funzione di raccordo e di supporto analitico e interpretativo delle informazioni utili ai processi decisionali in ambito bancario e finanziario.