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La formazione continua alla base della competenza del tributarista

12 aprile 2022

La formazione continua alla base della competenza del tributarista

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La cerimonia per la consegna dei diplomi della X edizione del master di Diritto tributario a. a. 2020/21, svoltasi venerdì 8 aprile, ha offerto l’occasione al professor Maurizio Logozzo, direttore del master, per esprimere un rimpianto: la decima edizione era una tappa troppo importante nel percorso del master e si erano formulati tanti progetti sul suo svolgimento ma il forzato lockdown l’ha sacrificata a causa delle lezioni da remoto.

Con orgoglio il professor Logozzo ha fatto un bilancio di questi dieci anni, ricordando i 364 diplomati del master che, partito timidamente, nelle ultime edizioni ha visto circa 45 corsisti all’anno provenienti da tutta Italia e da tutte le università italiane. Anche per questo a svolgere le lezioni del master sono stati chiamati tanti tributaristi delle varie università del territorio nazionale. Così circa 160 docenti si sono susseguiti in questi anni per permettere agli studenti di conseguire il titolo di diploma di master di Diritto tributario di secondo livello.

«È’ la terza missione, nel terzo ciclo di studi dopo quello triennale e magistrale», ha affermato il professor Logozzo, lieto perché «il nostro master è il più numeroso, se non il più prestigioso, e offre un percorso formativo altamente qualificato per chi deve affrontare le problematiche del diritto tributario dal punto di vista sostanziale e processuale. Inoltre il master favorisce l’approccio ad una materia di secondo grado, che presuppone la conoscenza degli altri diritti, in primis il diritto civile e il diritto processuale civile. Consente inoltre di acquisire uno spirito critico che fa riferimento al diritto vivente costituito dalle prassi dell’amministrazione e dalla giurisprudenza».

Sull’importanza dei dieci anni del master e degli investimenti culturali a lungo termine è intervenuta Antonella Occhino, preside della Facoltà di Economia, la quale ha sottolineato che «la Facoltà guarda al futuro, e il master di Diritto tributario ben si pone in quel contesto fatto proprio dalla Facoltà di partecipazione delle persone al bene comune tramite la fiscalità, per formare professionisti competenti che aiutino i cittadini e le imprese».

Per il traguardo dei dieci anni del master ha espresso il suo apprezzamento circa l’importanza della formazione il segretario dell’Ordine dei Commercialisti di Milano Antonio Canu: «La formazione è come il vino, con il tempo migliora, e dopo dieci anni il tempo ha dato maggiore analiticità e approfondimento alle nostre tematiche».

Considerando che circa il 25% degli studenti del master appartiene alla Guardia di Finanza, non poteva mancare un qualificato rappresentate di questo corpo. Il colonnello Giuseppe D’Urso al vertice del Nucleo di polizia economico finanziaria ha sottolineato «la collaborazione con la Guardia di Finanza di Milano a suggello di una alleanza formativa che si è consolidata negli anni e consente di arricchire la propria formazione personale e offrire opportunità di crescita che trova pochi paragoni nel panorama nazionale».

A nome dei docenti del master è intervenuta la professoressa Maria Pierro dell’Università dell’Insubria, la quale ha invitato i corsisti giunti al diploma a non abbandonare mai la formazione: «La competenza e la conoscenza continua contraddistinguono il tributarista perché la nostra è una materia in continua evoluzione e spinge a cambiare i consueti schemi mentali».

Prima della consegna dei diplomi, con relativa sintesi del professor Logozzo circa gli elaborati svolti dai corsisti, costoro hanno ascoltato la lectio su “Forme del tributo nell’era industriale” svolta da Dario Stevanato, docente di Diritto tributario presso l’Università degli Studi di Trieste, il quale ha messo in evidenza la frammentazione oggi esistente nel campo delle imposte, la fatica nel tassare i redditi, la tassazione di tipo patrimoniale, i prelievi ibridi, le nuove forme impositive che appartengono al passato industriale e non si sa quanto possono funzionare, il problema delle lobby, le aliquote e i loro possibili aumenti, la disparità di trattamento con i lavoratori dipendenti.

Il mondo del lavoro non farà mancare a questi nuovi professionisti l’occasione di mettere a frutto quanto appreso in relazione alle esigenze dei tempi e alle normative che cambiano.

Un articolo di

Agostino Picicco

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