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“La natura e l’immagine”, la meraviglia è dentro un acquerello

05 marzo 2024

“La natura e l’immagine”, la meraviglia è dentro un acquerello

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Un martin pescatore è appollaiato su un ramo, in attesa di spiccare il volo. Nei paraggi ci dev’essere un ruscello. Si sente quasi il suono tonante dell’acqua che trova il modo di scorrere tra i massi affioranti. Proprio lì, nuota un bel carassio, mentre un capriolo maschio trova quiete e frescura. Sembra un mondo idilliaco, ma non è l’Arcadia. È l’atrio d’onore del campus di Piacenza dell’Università Cattolica, dove è stata inaugurata la mostra “La natura e l’immagine”. Un’esposizione di acquerelli di Andrea Ambrogio, a cura di Carlo Francou, aperta a tutti fino al 22 marzo.

«Con questa mostra, l’Università Cattolica conferma una grande attenzione all’arte» spiega Angelo Manfredini, direttore della sede di Piacenza-Cremona dell’ateneo. «In questi anni diverse collezioni sono state ospitate a Piacenza, e hanno rappresentato l’occasione per aprirsi ancora di più alla città. Lo stupore per la bellezza della natura, il rispetto per l’ambiente e un atteggiamento improntato alla sostenibilità sono temi ben chiari nelle opere di Ambrogio, e sono centrali non solo per la Facoltà di Scienze agrarie, alimentari e ambientali ma per tutta la comunità universitaria».

Durante l’inaugurazione, Ilaria Negri, ricercatrice in Entomologia, sottolinea che «la collaborazione con l’amico e collega Andrea Ambrogio negli ultimi anni ha portato alla realizzazione di importanti progetti nei quali le sue capacità artistiche hanno svolto un ruolo fondamentale, dal progetto “From Seed to Spoon” a quello sui Pentatomidi di interesse agrario». Carlo Francou, curatore della mostra, mette in evidenza «il connubio indissolubile tra conoscenza scientifica e sensibilità artistica», quel combinato disposto di talenti che porta l'autore a «un coinvolgimento profondo, animato da quella fiamma che solo il sentimento può tenere viva. Il risultato sono dei veri e propri sguardi sul mondo naturale, pieni di meraviglia e di poesia».

«Oltre alla correttezza naturalistica, quanta vitalità traspare da loro?» si chiede Ambrogio, illustratore e naturalista piacentino. «E in che misura la sfumatura che ho realizzato è in grado di trasferire nel cuore dell’altro un po’ della bellezza che ho incontrato?». Nel suo «personalissimo museo di storia naturale di carta» allestito all’Università Cattolica c’è molto del suo pensiero d'artista. Perché «la meraviglia della natura impone la sua rappresentazione a chi la incontra». E disegnarla significa stabilire «un intimo rapporto, una permeabilità che sfuma in un illusorio, inconsapevole, presuntuoso possesso di qualcosa che inesorabilmente ci sovrasta». O forse il segreto è il semplice desiderio di «partecipare, con matite e pennelli, all’ineffabile bellezza». 

Un articolo di

Francesco Berlucchi

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