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Settant’anni di arte piacentina in mostra all’Università Cattolica

13 ottobre 2023

Settant’anni di arte piacentina in mostra all’Università Cattolica

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La luce penetra dalla lunga vetrata che si affaccia sul giardino di via Emilia Parmense e illumina naturalmente l’Autoritratto di Ludovico Mosconi, Olimpio di Bruno Grassi e Il pavimento del poeta di Davide Corona. Poco oltre, verso la scala che porta alla Cappella universitaria, c’è Buscando Luz di Franco Corradini, non a caso. Più di mezzo secolo divide le quattro opere d’arte, esposte nell’atrio d’onore del campus di Piacenza dell’Università Cattolica. Sono esattamente Settant’anni di arte piacentina nella collezione del mim – Museum in Motion, come descrive bene il titolo della mostra che porta nel cuore dell’ateneo alcune delle principali opere di artisti piacentini custodite nel Castello di San Pietro in Cerro, dove il mim ha sede.

«Siamo onorati di poter inaugurare questa bellissima esposizione, che è davvero un patrimonio della città» commenta Angelo Manfredini, direttore della Sede di Piacenza-Cremona. «La mostra verrà valorizzata anche con altri eventi, ad esempio attraverso visite guidate, e si inserisce perfettamente nel settantesimo anniversario di questa Sede e della Facoltà di Scienze agrarie, alimentari e ambientali». Il racconto degli ultimi settant’anni di arte piacentina è curato da Roberta Castellani, responsabile del mim, e da Carlo Francou, direttore scientifico del Museo Geologico di Castell’Arquato. 

«La prima parola che mi viene in mente pensando a questa mostra è servizio» spiega Francou. «Il servizio che fa l'Università Cattolica alla città, con questa iniziativa di importanza certamente non solo locale, ma anche quello di un illuminato mecenate che mette le sue opere a disposizione di tutti». Il curatore della mostra si riferisce a Franco Spaggiari, proprietario del mim e del Castello di San Pietro in Cerro, «a cui da subito abbiamo pensato» sottolinea Manfredini, «e senza il quale questa mostra non sarebbe stata possibile». 

«Credo che le attività produttive e l’industria debbano avere a cuore la creatività, l’espressione dei talenti e il lavoro» commenta Spaggiari. «E debbano essere in relazione con la propria terra, per promuoverne la salvaguardia e lo sviluppo. Per questo siamo onorati, come mim - Museum in Motion, di essere ospitati dall’Università Cattolica a Piacenza, perché lo sviluppo del territorio passa prima di tutto per l’istruzione, la formazione e la ricerca, in sinergia con le economie locali e le realtà culturali».

Un articolo di

Francesco Berlucchi

Francesco Berlucchi

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Luciano Spazzali, Bruno Cassinari, Paolo Perotti, Armodio, William Xerra, Sergio Agosti, Gianfranco Asveri, Carlo Bertè, Alfredo Casali, Elisabetta Casella, Giancarlo Braghieri, Mauro Fornari, Alberto Gallerati, Giorgio Milani, Bruno Missieri, Andrea Montin, Bruno Sapiente, Graziella Bertante, Romano Tagliaferri, Alessandra Chiappini, Brigitta Rosetti, Sergio Brizzolesi, Paola Foppiani, Giorgio Groppi, Giuseppe Tirelli. Sono solo alcuni degli artisti che hanno firmato le opere d’arte che irradiano di luce e di creatività l’atrio d’onore.

«Tutto è partito da Osvaldo Barbieri, detto Bot» spiega Spaggiari. «Ha svecchiato l’arte contemporanea piacentina, prima di lui si disegnavano ancora le pecorelle sull’Appennino (sorride, ndr). Per questo motivo abbiamo scelto la sua opera più importante per la copertina del catalogo della mostra, un ritratto di sua moglie fatto sul coperchio di una cisterna. Un’opera che non ha mai voluto vendere, e che noi abbiamo acquistato dagli eredi dopo la sua morte».

C’è un altro nome chiave nella storia di questa collezione, è quello di Cinello Losi. «Mi sono reso conto che le prime opere che ho acquistato, create da Cinello Losi e da Gustavo Foppiani, sono datate proprio tra il 1952 e il ’54» continua Spaggiari. «Settant’anni sono passati da quella straordinaria produzione, riconducibile alla “Scuola del fantastico” di Piacenza, e fu proprio un’opera di Cinello a far scattare la scintilla».

Per celebrare questi settant’anni, d’arte ma anche di formazione e di educazione, e di ricerca scientifica ai più alti livelli, la mostra è aperta dall’11 al 31 ottobre, a ingresso gratuito. Sono state selezionate venticinque opere pittoriche pregiate e sette opere scultoree di grande valore. Pezzi unici che rappresentano bene l’ampio ventaglio degli ultimi settant’anni del panorama artistico piacentino, in continuità con l’obiettivo del mim. «Un museo nel quale ogni anno potete vedere qualcosa di diverso rispetto all'anno precedente» spiega Roberta Castellani. «Sempre in movimento, come fa intuire il nome stesso, le cui opere esposte sono soprattutto di artisti emergenti, in modo da offrire una panoramica contemporanea dell’arte, che è sempre in evoluzione».

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