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La pedagogia entra nei musei e previene la povertà educativa

31 maggio 2022

La pedagogia entra nei musei e previene la povertà educativa

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Le difficoltà economiche sono spesso l’anticamera di povertà educative.

Muove da questa consapevolezza il progetto “La valorizzazione dei musei nella lotta alla povertà educativa” - coordinato da Monica Amadini, docente di Pedagogia alla Facoltà di Scienze della formazione della sede di Brescia dell’Università Cattolica – che fino a novembre 2022 offre percorsi laboratoriali ai bambini nella fascia 0-3 anni e alle famiglie che vivono in condizioni di fragilità.

Il tutto accade all’interno di alcune realtà museali del territorio: il Museo civico di Scienze naturali, il Museo Diocesano e il MuPa di Brescia, oltre alla Collezione Paolo VI Arte Contemporanea di Concesio.

Del resto si sa, l’arte allena la mente e - sommata alla creatività, all’intuizione e alla curiosità tipiche dell’approccio conoscitivo infantile - costituisce uno strumento in grado di alimentare processi d’apprendimento.

«Un sogno nel cassetto che, grazie ai finanziamenti del 5xmille, diventa realtà - fa notare la direttrice del Centro studi di Pedagogia della famiglia e dell’infanzia (Cespefi). – L’offerta è rivolta ai più piccoli e ai loro genitori perché vogliamo creare occasioni di contrasto alle diseguaglianze sociali. Vogliamo dimostrare che anche le famiglie più vulnerabili possono partecipare alla cultura in tutte le sue forme ed espressioni».

Tra gli obiettivi: favorire la possibilità a bambini e bambine di prendere parte attivamente alle proposte culturali della città, indipendentemente dalle condizioni socio-economiche della famiglia di provenienza, garantendo così il diritto alla cultura e favorendo il senso di cittadinanza in una prospettiva di matrice inclusiva civicness.

I quattro musei sono stati scelti non solo per le loro peculiarità museali ma anche per la loro ubicazione geografica in zone con particolari povertà educative.

Il Museo Diocesano, nel centro storico cittadino, è infatti situato in un contesto ad altissima densità di popolazione immigrata e famiglie vulnerabili; mentre il Museo di Concesio si trova in Valtrompia, snodo strategico per promuovere processi inclusivi.

Le attività avranno inoltre l’effetto di rivitalizzare le realtà museali meno conosciute, affinché diventino luoghi maggiormente inclusivi. Se è vero, infatti, che Brescia possiede un variegato sistema museale, non sempre questo presenta una proposta adeguata alla fascia evolutiva degli 0-3 anni. Per questo l’azione formativa riguarderà operatori museali ed educatori del territorio, chiamati ad aggiornare le proprie competenze per lavorare con questo specifico target, superando un mero approccio didattico-museale, in favore di una “pedagogia del patrimonio culturale”. 

Un articolo di

Bianca Martinelli

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