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La pedagogia si mette in gioco

17 aprile 2024

La pedagogia si mette in gioco

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Un modo per mettersi in gioco intorno alle questioni pedagogiche ed educative. Nell’ambito delle celebrazioni per i 40 anni del Dipartimento di Pedagogia, diretto dal professor Pierluigi Malavasi.

La sede di Brescia, nel campus di via Garzetta, ha proposto un metodo alternativo per sviscerare i molteplici aspetti e le tante implicazioni dell’approccio pedagogico.

I moltissimi studenti intervenuti all’iniziativa del 16 aprile hanno potuto testare “La pedagogia in gioco”, attraverso undici laboratori che hanno toccato i temi più diversi, animati da professori, ricercatori, dottori di ricerca e collaboratori del Dipartimento.

Un facile percorso a piedi dal campus di via Garzetta al Rifugio Valle di Mompiano è stato lo spazio formativo dove svolgere alcune attività orientate al benessere spirituale e motorio. In uscita nella sede dell’associazione "Bimbo chiama Bimbo" alcuni studenti hanno potuto sperimentare in concreto un gesto, coniugando aspetti teorici e pratici, legato al vivere la cittadinanza e al contrasto alla povertà economica e sociale.

“Educare con le piccole cose, per diventare grandi” è il laboratorio che segue un approccio educativo capace di valorizzare l’esperienza vitale, rispondendo al bisogno naturale di agire, trasformare le cose e condividere, e ha condotto i partecipanti in una passeggiata didattica al Museo Pasquali Agazzi.

In uscita anche il laboratorio che ha previsto una visita alla sede del Consultorio Familiare diocesano di Brescia, per conoscere il valore del lavoro di équipe e della supervisione nei percorsi di accompagnamento alla persona e alla famiglia.

Una caccia al tesoro è stata rivolta a bambine e bambini di una scuola primaria, per fare loro conoscere i quattro pilastri dell’educazione, e nella progettazione e nella gestione sono stati coinvolti anche le studentesse e gli studenti dell’Università Cattolica.

Alcuni giovani studenti-lavoratori della laurea pedagogica magistrale, sostenuti da referenti di tirocinio e docenti, sono stati chiamati a “Immaginare i futuri professionali”, avviando un dialogo generativo, su dubbi, perplessità, aspettative e risorse personali che subentrano alla fine di un percorso e all’inizio di una nuova fase di vita professionale, tra lavoro e studio.

Le testimonianze di laureate in Progettazione pedagogica e formazione delle risorse umane che lavorano in Ente Sistema Edilizia Brescia hanno animato il laboratorio “Costruire alleanze formative”, che mirava a far conoscere la formazione professionale.

Un altro laboratorio si è focalizzato sull’esperienza dell’Erasmus, un’esperienza che abilita a diventare “Cittadini del mondo”.

Esplorare giochi digitali, inclusi giochi multiplayer online, giochi cooperativi, giochi di ruolo e giochi sociali è stato il cuore del laboratorio “Il digitale in gioco”.

Attraverso l'analisi di questi giochi, si è potuto riflettere sulle dinamiche sociali emergenti, la creazione di legami e la costruzione di comunità attraverso l'interazione digitale.

Un’altra uscita, questa volta alla Scuola Audiofonetica di Mompiano, ha interessato “Il laboratorio di attività operazionale”. Le studentesse e gli studenti hanno partecipato a una lezione/laboratorio attraverso l’interazione con gli alunni della scuola dell’infanzia e della
scuola primaria e le loro insegnanti, seguendo un percorso di attività che prevedono l’utilizzo del corpo e del movimento per insegnare alcuni concetti matematici.

Ha chiuso idealmente la giornata “Vorrei dirti…parole in rima: letture poetiche ad alta voce”, un laboratorio di poesia in letteratura per l’infanzia che si proponeva, tra l’altro, di sensibilizzare all’ascolto attivo di testi poetici letti ad alta voce.

Tanti modi diversi per dimostrare come la pedagogia sappia mettersi in gioco e come l’educazione interessi tutti gli aspetti della vita.

Un articolo di

Paolo Ferrari

Paolo Ferrari

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