L’innovazione e il progresso passano soprattutto attraverso il dialogo con le nuove generazioni. Una regola aurea che si applica anche al sistema dei media tradizionali, il cui ruolo è sempre più minacciato da social network, software di intelligenza artificiale e dalla disaffezione dei più giovani. Il progetto per la qualità dell’informazione avviato dalla Rai in collaborazione con le scuole di giornalismo italiane punta proprio in questa direzione: reinventarsi e ridefinire i propri obiettivi con l’aiuto dei giornalisti di domani. A portarlo avanti, la Direzione editoriale per l’offerta informativa (DEOI), attraverso il lavoro delle colleghe Silvia Santarelli e Karina Laterza, che, giovedì 7 marzo, hanno incontrato anche gli studenti del Master in Giornalismo a Stampa, Radiotelevisivo e Multimediale dell’Università Cattolica.
L’appuntamento è stato occasione per ripercorrere la storia dell’azienda negli ultimi settant’anni, analizzare i cambiamenti di un universo editoriale in rapida trasformazione e immaginare strade alternative per garantire un futuro al servizio pubblico baluardo della democrazia. Tanti gli spunti emersi dagli interventi dei praticanti, a cui è stato chiesto di raccontare le proprie abitudini informative e suggerire nuove strategie per ridefinire essenza, mission e scopi di una Rai 4.0. Imperativo preservare il pluralismo delle opinioni garantendo affidabilità, trasparenza e completezza informativa contro la pericolosa deriva del clickbait e delle piattaforme che diffondono contenuti senza responsabilità né competenza editoriale. «La televisione ha un pubblico ormai troppo anziano e non basta decisamente più per venire incontro alla domanda di notizie e intrattenimento a cui deve rispondere. Per questo, è importante comprendere come sta cambiando il giornalismo, per capire come il broadcaster stesso può evolversi. Se l’informazione tradizionale non può vivere, anche la conoscenza dei fatti da parte del grande pubblico è messa a dura prova e di conseguenza la nostra democrazia» ha spiegato Silvia Santarelli.
Sono state però messe in evidenza anche le iniziative già allo studio della dirigenza per far fronte a un simile scenario, con l’annuncio di nuovi investimenti sul digitale e dell’imminente creazione di un osservatorio sulla qualità del prodotto Rai. E le potenzialità che la televisione di Stato può sfruttare per continuare a restare un faro in questo complicato panorama: «La priorità è affrancarsi dalle logiche dei trend social, che polarizzano il dibattito soffocando la professionalità dei giornalisti stessi» ha ricordato Karina Laterza. Aggiungendo: «In un mondo in cui la notizia non è più di chi la dà ma di chi la veicola, la competizione con l’online non dà tempo per verificare. Se ciò prevale, non si fa più lavoro di redazione ma lavoro per le piattaforme, che tra l’altro si stanno ritirando dal mercato delle news per paura della responsabilità editoriale. Che possibilità di reazione abbiamo per restare utili alla società? Servono finanziamenti, nuovi linguaggi ma innanzitutto valore. La Rai è una grande azienda, l’unica ad avere un presidio in tutte le regioni d’Italia e la pandemia ha dimostrato che c’è voglia di un’informazione di pregio. Dobbiamo ripartire da questi standard per farci apprezzare da un pubblico il più trasversale possibile».
Nella foto in alto Karina Laterza (a sinistra) con Laura Silvia Battaglia, Direttore testate e Coordinatrice Scuola di Giornalismo (al centro) e Silvia Santarelli (a destra)