“Europa il tuo nome è antico come la pampa del Paese dove sono nato. Aiutami a parlare al popolo tuo figlio, si fanno guerra e non vedono che sono fratelli”. Il dialogo di Papa Francesco con l’Europa è l’ultimo dei sei atti che compongono lo spettacolo dal titolo La speranza nel cuore, con la regia di Tommaso Stella e la drammaturgia di Anita Fontana, portato in scena dal gruppo di Teatro vocazionale universitario "Ai Due Chiostri” coordinato dall’assistente pastorale don Daniel Osvaldo Balditarra.
Sei quadri, che hanno come filo rosso la speranza, attraversano la vita di Bergoglio, ma non solo. «Non è uno spettacolo biografico, se non per qualche passaggio – chiarisce il regista Tommaso Stella – racconta piuttosto il suo pensiero, cerca di restituire attraverso immagini e testi i temi su cui Papa Francesco si è maggiormente speso». Primo fra tutti la pace. “Sii te stessa! – dice Bergoglio all’Europa – i tuoi ideali hanno radici profonde. La tua storia millenaria è una finestra sul futuro, guarda il paesaggio che fuori ancora devi scrivere. Il bisogno di verità ti abbraccia, non avere paura”.
Sulla scena incontriamo, oltre a Francesco, personaggi reali come nonno Giovanni e nonna Rosa, con la loro esperienza di migranti in Argentina (“la nave ti rimane dentro”); come Padre Pedro Arrupe che ha assistito nel 1945 all’esplosione della bomba atomica (“la luce di 100.000 soli in un solo secondo”); ma anche l’incarnazione della Terra morente a causa dell’inquinamento (“questo è il mio grido, avete riempito i miei polmoni di immondizia”) o l’impersonificazione dell’Europa, appunto.
«Abbiamo cercato di rappresentare le idee di Francesco attingendo ai suoi riferimenti culturali, ad autori che si possono definire non canonici, appartenenti al mondo della letteratura, ma anche della musica e del cinema», spiega il regista.