Presente alla cerimonia anche Anna Maria Bernini, Ministro dell’Università e della Ricerca: «Ho conosciuto Giovanni Scambia non solamente a livello istituzionale, ma anche personale. Ho conosciuto un uomo unico che ha dato alla professione medica una caratura, una coloritura, una dimensione, uno sfondo completamente diverso. Qualsiasi paziente approcciasse Giovanni entrava in un mondo diverso. La cura nasce molto prima del bisturi e arriva anche oltre la guarigione. La cura è attenzione alla persona, non solo medicina di precisione. Non ha insegnato solamente il sapere scientifico, la tecnica chirurgica, ha insegnato l'approccio empatico alla persona prima ancora che la malattia».
«Il professor Giovanni Scambia ha curato, formato, guidato, costruito, aperto strade nella ricerca sui tumori ginecologici generando conoscenza innovazione e possibilità nuove – così il Ministro della Difesa Guido Crosetto in un messaggio inviato ai presenti - Ha immaginato un futuro migliore per le donne colpite da malattie difficili e quel futuro, grazie a lui, è diventato realtà. Era un visionario capace di concretezza, un maestro che ha cresciuto generazioni di ginecologhe e ginecologi, un Direttore che ha saputo portare il suo Centro a livelli di eccellenza mondiale».
«Ho avuto modo di conoscere Giovanni Scambia – ha raccontato Francesco Rocca, Presidente della Regione Lazio -. L'aspetto umano lo rendeva unico. Tanti professori fanno ricerche altrettanto prestigiose, ma lui aveva quel tocco di umanità che fa la differenza tra i grandi». Ha poi annunciato uno stanziamento di 100mila euro già per quest’anno.
«La Fondazione nasce con l’obiettivo principale di finanziare la ricerca per i tumori ad alta mortalità, in primis pancreas, cervello, ovaie, polmone – ha spiegato Luisa Scambia -. Vogliamo portare avanti quattro tipologie di progetti. Progetti di ricerca che possano poi trasformarsi in soluzione di cura per i pazienti. Vogliamo concentrarci sulla formazione, finanziando percorsi di borse di studio. Terzo obiettivo è di creare sensibilizzazione e cultura della malattia. La prevenzione è l'arma più forte, ma per fare prevenzione deve esserci cultura. Vogliamo inoltre offrire solidarietà e assistenza pratica, compresa quella psicologica, ma anche economica, a chi sta affrontando la malattia. Mio padre aveva tanti progetti in sospeso ed è da quelli che desideriamo ripartire in continuità con la sua persona e la sua memoria».
«La Fondazione nasce sull’onda del ricordo della grande passione di Giovanni nel dedicarsi alla ricerca, alla formazione, alla cura delle malattie e delle pazienti del Policlinico Agostino Gemelli – ha continuato Emma Scambia -. Il reparto di Ginecologia e Ostetricia del Gemelli è stato per quattro anni consecutivi il primo ospedale in Italia ed è balzato al terzo posto al mondo quest’anno. Era per lui un grandissimo risultato, di grande soddisfazione. E su queste orme vogliamo continuare, vogliamo proseguire in un cammino per sostenere la ricerca, la tecnologia utile e necessaria alla medicina, in un modello che cura oltre la malattia anche la persona. La Fondazione parte oggi e non possiamo ancora sapere come e cosa potrà fare in futuro, ma vogliamo provarci, sperando di riuscire insieme a realizzare dei risultati significativi nel tentativo di preservare l’eredità intellettuale e metodologica di mio marito Giovanni Scambia».
La serata si è conclusa con la proiezione del docufilm "Le radici del domani", nato da un’idea di Giovanni Scambia: un omaggio che il Professore aveva dedicato al suo maestro, Salvatore Mancuso, presente in sala, che racconta i primi anni di storia della Ginecologia e Ostetricia dell’Università Cattolica a Roma e del Policlinico Agostino Gemelli, dai primi passi alla crescita della scuola, fino all’attuale modello integrato che ha portato la Ginecologia del Gemelli ai primi posti nelle classifiche mondiali.