Due progetti di ricerca firmati da ricercatori dell’Università Cattolica del Sacro Cuore in Archeologia e in Medicina sono i vincitori degli ERC Synergy Grant 2025 comunicati oggi dall’European Research Council, tra i più prestigiosi e competitivi finanziamenti europei per la ricerca.
Assegnatari degli ERC Synergy Grant 2025 sono la professoressa Caterina Giostra, ordinaria di Archeologia medievale presso il Dipartimento di Storia, Archeologia e Storia dell’arte dell’Università Cattolica, campus di Milano per il progetto di ricerca “COCO - Connected Communities in early medieval Europe”, condotto insieme a ricercatori di Leiden University (Olanda), Masarik University Brno (Rep. Ceca), KU Leuven (Belgio) e i professori Massimiliano Papi, associato di Fisica del Dipartimento di Neuroscienze, e Ivo Boskoski, associato di Gastroenterologia presso il Dipartimento di Medicina e Chirurgia Traslazionale all’Università Cattolica, campus di Roma, e dirigente medico Gastroenterologo ad alta specializzazione presso la Fondazione Policlinico A. Gemelli IRCCS, per il progetto di ricerca “MULTIPROBE - Real-time endoscopic diagnosis and therapy of gastrointestinal tumors through multimode nonlinear fibers”, condotto insieme a colleghi di Sapienza Università di Roma e Università di Limoges, in Francia.
I Synergy Grants (SyG) dell’European Research Council sono tra i più ambiti riconoscimenti in ambito accademico in diversi settori disciplinari e premiano progetti di eccellenza che mirano a rispondere a sfide scientifiche di frontiera attraverso collaborazioni internazionali di altissimo livello. Sono destinati a gruppi costituiti da un minimo di due e da un massimo di quattro Principal Investigator (PI), ognuno dei quali potrà avere il proprio gruppo di ricerca.
«Desidero esprimere, a nome dell’intera comunità accademica, la profonda soddisfazione di essere tra gli atenei italiani con il maggiore numero di ERC Synergy Grant 2025 ottenuti. Il successo dei professori Caterina Giostra, Massimiliano Papi e Ivo Boskoski, assegnatari di questo prestigioso riconoscimento, rappresenta un risultato di straordinario rilievo per la nostra Università – dichiara la professoressa Elena Beccalli, Rettore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore –. È la conferma della pregevole qualità della ricerca condotta in Università Cattolica in diversi ambiti del sapere, capace di affrontare sfide scientifiche di frontiera grazie a collaborazioni internazionali di elevata reputazione. Questi lodevoli risultati - che si aggiungono a quelli conseguiti nell’anno con ERC Starting Grant, Cost Action e Horizon Europe MSCA - testimoniano l’ambiente favorevole alla ricerca del nostro Ateneo e la presenza di eccellenze in molteplici discipline. Tutto ciò consolida la nostra radicata vocazione scientifica da sempre orientata all’avanzamento della conoscenza e al bene comune».
Il progetto COCO - Connected communities in early medieval Europe di carattere fortemente interdisciplinare nell’interazione con le scienze applicate intende riconsiderare l'immagine tradizionale secondo cui, dopo il crollo dell’Impero romano d’Occidente, un'Europa unita e interconnessa si sarebbe frammentata in una serie di regni romano-barbarici con gruppi etnici elitari. «L’approccio sarà bottom-up piuttosto che top-down. La ricerca esplorerà, infatti, le connessioni della “gente comune”, cruciali per lo sviluppo post-romano dell'Europa tanto quanto le gesta eroiche di re, aristocratici, vescovi e santi narrate nelle fonti scritte» – spiega Caterina Giostra.
Questa convinzione degli archeologi è avvalorata dall'impressionante numero di oggetti recuperati dalle tombe (in particolare in ferro e vetro) che saranno studiati con analisi chimico-fisiche per stabilirne le origini e le modalità di condivisione, e dai modi della ritualità condivisi su ampie distanze. Grazie alla conoscenza delle modalità con cui diversi tipi di “luoghi d’incontro” hanno facilitato la negoziazione e il trasferimento di idee, conoscenze e manufatti o materie prime, si potrà dare una lettura finalmente sovra-nazionale di temi che investirono l’Europa alle origini del mondo medievale.
L'obiettivo principale del progetto MULTIPROBE - Real-time endoscopic diagnosis and therapy of gastrointestinal tumors through multimode nonlinear fibers è lo sviluppo di endoscopi ibridi, dispositivi miniaturizzati che combinano funzionalità diagnostiche e terapeutiche mai integrate prima, servendosi di innovazioni tecniche rivoluzionarie che aumentano la risoluzione delle immagini acquisite e il contrasto per una biopsia ottica potentissima, e al tempo stesso aumentano la capacità di penetrazione della cura.
«Superando lo stato dell'arte attuale, lo scopo del progetto è aggiornare il tanto atteso concetto di diagnosi ottica in vivo e in tempo reale, con una risoluzione più elevata, un contrasto e una penetrazione tissutale maggiori. Inoltre, combina le capacità endoscopiche con la terapia a plasma freddo integrata, dando vita a un approccio teragnostico all'avanguardia in oncologia» – spiegano i supervisori del progetto Stefan Wabnitz, di Sapienza Università di Roma, Massimiliano Papi e Ivo Boskoski, e Vincent Couderc, dell’Università di Limoges. Questo significativo progresso sarà dimostrato inizialmente nell'endoscopia gastrointestinale (GI), con l'obiettivo di estenderlo a tutti gli altri campi diagnostici medici pertinenti.
I riconoscimenti conseguiti confermano il valore della ricerca multidisciplinare condotta nell’Università Cattolica i cui ricercatori sono stati di recente assegnatari di altri prestigiosi finanziamenti nell’ambito dei programmi di finanziamento Horizon Europe.
Lo scorso settembre il progetto MicroRestore, presentato dal dottor Gianluca Ianiro, giovane ricercatore in Gastroenterologia all’Università Cattolica si è aggiudicato uno degli Starting Grant dello ERC (European Research Council), destinati ai talenti che abbiano completato gli studi di dottorato (PhD) da non più di 7 anni. MicroRestore, (intitolato Informed Ecological Rewiring of the Gut Microsystem for Dysbiosis Associated Disorders) ha come tema la modulazione precisa del microbioma intestinale, argomento del quale si parla molto e sul quale si appuntano tante speranze (nel campo dell’obesità, del cancro, delle malattie infettive e di quelle auto-immunitarie ad esempio).
La professoressa Michela Elisa Craveri, ordinaria di Lingua e letterature ispanoamericane presso l’Università Cattolica, campus di Milano, ha ottenuto un importante finanziamento MSCA Staff Exchange (Marie Skłodowska-Curie Actions) per il Progetto TransatlanticLab che mira a riesaminare le interazioni coloniali e post-coloniali nello spazio transatlantico, utilizzando l’Atlantico come “laboratorio storico” per esplorare il dominio coloniale e le ideologie razziali. Il focus è sul ruolo dell’economia delle piantagioni nei Caraibi e su come questa abbia modellato le dinamiche razziali su entrambe le sponde dell’oceano. Il progetto rappresenta un’occasione per costruire una rete internazionale attorno allo studio delle economie coloniali, delle ideologie razziali e delle loro eredità nelle società contemporanee.