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La via lombarda al turismo

10 aprile 2024

La via lombarda al turismo

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Esiste una via lombarda al turismo?

La Regione, per bocca dell’assessore al turismo, moda, design, marketing territoriale e grandi eventi Barbara Mazzali, ne è convinta.

Soprattutto alla luce dei dati del 2023, che parlano di 19 milioni di presenze e di un superamento dei livelli record del 2019, l’anno prima del Covid, rispetto al quale si sono fatte registrare un +7,3 milioni di pernottamenti e un +17% di presenze.

L’assessore, intervenendo il 9 aprile nella sede di Brescia della Cattolica al convegno “Lombardia Style: turismo e turismi tra territorio e competizione globale”, ha fatto riferimento a molti altri dati, come per esempio il picco del 70% di turisti stranieri nei mesi estivi e i mercati di riferimento, che vedono in testa la Germania, seguita da Stati Uniti, Francia, Regno Unito, Paesi Bassi, Svizzera e Polonia.

Ma la via da perseguire è proprio racchiusa nella parola “style”, che per l’assessore Mazzali indica una nuova narrazione dei turismi della regione, con i lombardi persone certamente laboriose ma anche esportatori di bellezza. Insieme alle bellezze naturali, infatti, la Lombardia è la prima regione per il mercato del fashion (28mila imprese che lavorano per le grandi firme), prima anche per la produzione del design e territorio che conta il 2% della produzione di cosmesi nel mondo.

La nuova narrazione passa attraverso una serie di prodotti di comunicazione che rivelano la bellezza specifica di ogni territorio.

Un osservato speciale, oltre alla città di Brescia, che da capitale della cultura ha fatto registrare 160mila notti dormite sul territorio, è il lago di Garda.

Sia per il prestigio della sua wellness economy, come ha fatto notare Margherita De Angeli, direttore generale “Terme e grandi alberghi Sirmione Spa”, citando le 600mila presenze e il fatto che si tratta di un settore che cresce più velocemente rispetto all’economia globale.

«Sia per il peso economico di un bacino che racchiude 50 km cubici di acqua» come ha spiegato Pierlucio Ceresa, segretario generale della Comunità del Garda, l’ente che raccoglie tutti i comuni lacustri insieme a province e regioni. Il Pil del Garda, ha detto «è secondo solo a quello della capitale e precede quello di Milano».

Un bacino che rappresenta il 40% dell’acqua dolce disponibile in Italia, riserva strategica per le prossime generazioni. Un valore che impegna a immaginare il futuro in termini di sostenibilità, sia per l’uso turistico, sia per quello termale, ma manche per quello agricolo e umano in genere. E che richiede di immaginare nuove soluzioni di mobilità, sfruttando maggiormente la superficie del lago.

Per gestire tutte queste risorse serve professionalità, come ha affermato Roberta Sebastiani, coordinatrice del nuovo corso di laurea triennale in Tourism management, sostenibilità e valorizzazione del territorio. «Serve lavorare in una prospettiva industriale nel turismo» ha detto la professoressa, indicando il corso come il modo con cui la Cattolica risponde al bisogno di nuove professionalità.

L’incontro, introdotto dal professor Mario Taccolini, coordinatore delle strategie di sviluppo della sede bresciana, è stato anche l’occasione per presentare il volume "Una conversazione a partire da Green Italy. Esperienze, media e culture per un turismo sostenibile”, curato Paolo Carelli e Maria Paola Pasini (Vita e Pensiero 2024), che ha moderato l’evento.

Il volume fotografa la situazione tramite i contributi di docenti, storici economici e del turismo, agronomi, linguisti e sociologi che analizzano il fenomeno nelle sue molteplici declinazioni, delineando uno scenario “a mosaico”, sfaccettato e in progressiva evoluzione.

Un articolo di

Paolo Ferrari

Paolo Ferrari

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