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Lavoro e generatività sociale

07 aprile 2022

Lavoro e generatività sociale

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Lavoro, cambiamento e donne. Sono le tre parole chiave che sono risuonate più volte durante l’incontro “Lavoro e generatività sociale” promosso dal Cespevi  (Centro studi di Pedagogia della famiglia dell’infanzia) e dal Dipartimento di Pedagogia che ha visto la partecipazione di Stefania Triva, amministratore delegato di Copan Group, la società che produce tamponi e di Anna Baldacchi, responsabile dell'Officina Sociale della cooperativa Cauto. 

Al centro della riflessione il tema del lavoro che mette al centro la persona, che favorisce la realizzazione e la soddisfazione, occasione di crescita e di apprendimento. «È un tema classico della pedagogia perché è un fattore che dà senso all’esistenza dell’uomo, ha precisato Paola Zini, coordinatrice dell’incontro. Sul luogo di lavoro ci sono relazioni, e quindi occasioni di crescita ed ha quindi un valore educativo e sociale.

Purtroppo queste occasioni di lavoro non sono uguali per chi è uomo o per chi è donna e la situazione è peggiorata dopo la pandemia. In Italia si è registrato un calo doppio rispetto alla media europea durante la pandemia poiché le donne non hanno avuto respiro fra smart working e dad, e alla fine hanno abbandonato il lavoro».

Oggi sempre più c’è l’esigenza di connettere lavoro, donne e cambiamento. Il rapporto fra famiglia e lavoro non deve essere solo un problema per il singolo lavoratore ma per la società. Lo ha raccontato con chiarezza Stefania Triva che ha dovuto affrontare l’esplosione di richieste di tamponi durante la pandemia. «C’è stato business ma anche molta responsabilità sociale. Abbiamo provato a fare miracoli, lavorando sette giorni su sette e 24 ore al giorno. E siamo riusciti a farlo soprattutto grazie alle donne, che rappresentano il 70% del personale e hanno un’età media di 35 anni. Loro sono le più resilienti e si sono messe in gioco nonostante la famiglia. Nei mesi successivi abbiamo aumentato i dipendenti, passando da 600 a 1500 unità».

L’amministratrice delegata di CopanTriva, pur sottolineando di non essere mai stata una femminista, ha detto agli studenti che la valorizzazione che una donna trova sul lavoro si ripercuote sulla famiglia. Ed ha inoltre aggiunto che è più tollerante e predisposta all’ascolto e sa fare un gioco di squadra.
Nel gruppo ci teniamo da sempre al benessere dei nostri lavoratori. Fin dall’inizio mio fratello ha creato un asilo aziendale che copriva tutti i turni delle dipendenti per permettere la conciliazione di lavoro e famiglia. Vogliamo fare star bene le persone che lavorano da noi, organizziamo gite, corsi di yoga, competizioni culinarie. Per questo non si parla più di welfare ma di wellbeing.

L’ultimo consiglio che lascia agli studenti lo prende da Confucio: “Scegli il lavoro che ami e non lavorerai neppure un giorno in tutta la tua vita”. «Non abbandonate mai il sogno di fare un lavoro che vi piace».

Un articolo di

Antonella Olivari

Antonella Olivari

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